sabato 1 febbraio 2025

Maxi Dylan Dog n. 4 - Piccole bugie

 

Non è bello dire bugie, e Judith questo lo sa. Ma non può farne a meno, neanche da piccola ha mai potuto smettere di mentire, nonostante la paura che Chainjaw, il demone che si nutre di menzogne, potesse venire una notte a rubarle l'anima. Fantasie infantili? Non è detto. Judith ora è cresciuta e, nonostante sia davvero innamorata di Dylan, continua a non poter fare a meno di mentire anche a lui. Il fatto è che Chainjaw è tornato… E le bugie di Judith cominciano a diventare reali!

Ed eccoci all’unica storia di questo Maxi che non mi è dispiaciuta. Ruju indovina l’idea di partenza e il personaggio di Chainjaw, un demone che banchetta grazie alle bugie altrui e che ha un look alla Conte Orlok del Nosferatu di Murnau.  Chainjaw ha un evidente parentela anche con il buon Freddy Kruger, con cui condivide la lingua sciolta e il piacere per le apparizioni a sorpresa; entrambi poi usano un mezzo (i sogni uno, le menzogne l’altro) con cui possono essere ovunque e far fuori la gente. Anche il primo tentativo di Dylan di sbarazzarsi del demone dai denti di ferro al grido di “Tu non esisti! Non sei mai esistito”, ricorda il modo in cui Nancy tenta di liberarsi di Kruger nel primo Nightmare. Qualche affinità è rinvenibile anche con il Djinn di Wishmaster (o per restare in casa dylaniata con Ildiavolo nella bottiglia): questi ultimi realizzano i desideri altrui a modo loro, mentre Chainjaw fa avverare le bugie della gente a suo delittuoso piacere. Qui l'intento di divertire, al netto di alcune ingenuità, è più in sintonia con la serie rispetto alla storia di Mignacco. Non convince però il finale al convegno del candidato Clifford, una sorta di clone del temibile William Cherill apparso nei nn. 27 e 69: veramente poco credibile il modo paradossale in cui Dylan riesce a mettere nel sacco il suo avversario. In generale lo sviluppo piuttosto canonico della sceneggiatura non è all’altezza delle premesse iniziali, ma siamo su livelli di sufficienza piena. Dei tre di questo Maxi questa è il lavoro di Montanari & Grassani che mi ha convinto di più. Vero che qui fanno man bassa di primi piani, però c’è una certa cura per le ombre di Chainjaw e per altri insospettabili particolari (tipo il riflesso del viso di Judith bambina sulla coppa tenuta in mano dal padre nel prologo).

Curiosità: (1) Viene citata Anna Never, avvistata per l’ultima volta in Polvere di stelle. Evidentemente la sua carriera di attrice stenta a decollare, visto che Judith afferma di non averla mai sentita nominare! (2) Il film che Dylan va a vedere al cinema , The Night Butcher IV, ovviamente non esiste. (3) Questa è la 40° storia dylaniata disegnata da Montanari & Grassani.

BODYCOUNT: 7

TIMBRATURA: Sì (1, Judith)

CITAZIONE: “Io sono solo un piccolo impiegato specializzato. Un piccolo ingranaggio dell’immensa macchina burocratica che sovrintende alla storia umana. Quell’entità che voi chiamate destino!

VOTO: 6

Soggetto: Ruju (35)

Sceneggiatura: Ruju (35)

Disegni: Montanari & Grassani (40)