Non c'è che dire, il vecchio
Rustin è proprio un bel mattacchione. Forse un po' troppo compiaciuto, ma chi
non lo sarebbe al posto suo? Eppure, il suo vezzo di spedire a Scotland Yard le
videocassette che immortalano le sevizie inflitte alle sue vittime potrebbe
presto scrivere la parola fine a una brillante carriera di assassino seriale
Storia che ho rivalutato rispetto
alla mia rilettura precedente, risalente a una dozzina di anni fa. Prima la
consideravo la peggiore di questo quinto Maxi, ora invece la ritengo la
migliore delle tre. Niente di che, intendiamoci, la trama è piuttosto
derivativa, ha pure assonanze con Il discepolo, scritta sempre da Tito
Faraci. Il n. 177 vantava però i disegni di Saudelli, che se pur non al suo massimo
splendore, erano certo superiori a quelli di Montanari & Grassani. Il dinamico
duo purtroppo vanifica i tentativi di Faraci di “coreografare” in maniera quasi
cinematografica alcune vignette. Lo stesso Rustin che dovrebbe incutere paura, è
disegnato con una fisicità che non lo porta ad essere preso sul serio. Fosse stata affidata a un Freghieri ne sarebbe uscito qualcosa di più interessante. Però i personaggi sono ben caratterizzati e alcune sequenze riescono comunque a lasciare il segno: la stanza delle torture,
la semi-citazione di Arancia Meccanica (o forse di Opera? Vedi pag.
49), le voci che attorniano Crower e soprattutto la scena in cui a Jeremy
Bardon viene rotta la gamba a martellate. Peccato che per il resto lo splatter
rimanga confinato fuoricampo, ma ai tempi ormai era una battaglia persa. La
copertina del Maxi questa volta sembra slegata da una delle storie, ma la
presenza del diavolo me la fa associare a questa; in ogni caso il lavoro di
Stano è davvero pregevole, con la chicca della palla di vetro con la neve
tenuta in mano da Dylan.
Curiosità: Errore a pag. 15: il
ragazzo che va a cercare la palla, nella 4° vignetta ha due orecchini, mentre nella
sesta ne ha solo uno.
BODYCOUNT: 4
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “E qualcosa stava
nascendo dentro di me… come un demone che si nutriva del mio sangue… della mia
anima… E faceva sentire la sua voce, sempre più forte... continuando a ripetere
“uccidi”, “uccidi” “uccidi”…”
VOTO: 6
Soggetto: Faraci (5)
Sceneggiatura: Faraci (5)
Disegni: Montanari & Grassani
(41)
Io ho sempre associato la copertina a tutte e tre le storie: il Diavolo si riferisce a questa storia, il Dylan seduto al parco nella boccia si riferisce alla seconda storia, la manona di Dylan in primo piano si riferisce alla terza (ma vediamo anche la mano del Diavolo, che non sarebbe stata necessaria se la copertina fosse stata incentrata solo sulla prima storia).
RispondiEliminaComunque, per me, questa è la storia più debole del volume!
Eh può essere, mi piace la tua interpretazione.
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