Achab è tornato e la caccia a
Moby Dick riprende, più implacabile che mai! Seguirà il nuovo Pequod lo stesso
destino del suo predecessore, o stavolta l'odio inestinguibile di Achab avrà
ragione della Balena? E le visioni di Tamura, la sua capacità di leggere le
ferite che segnano il cuore degli uomini, che posto avranno in questa folle
impresa? Dylan, imbarcato suo malgrado, non può far altro che osservare e
attendere l'incontro con la maestosa Signora del Mare…
Quindicesimo Speciale uscito proprio
nel corso della ricorrenza del 15° anno di vita editoriale dell’indagatore dell’incubo.
Ritroviamo Dylan impegnato in un’avventura in mare aperto a soli due anni dallo
Special n. 13, Goliath, senza che il mal di mare torni a fargli rimettere
l’anima come da prassi stavolta grazie a un non meglio precisato “preparato”. Faraci
ha per le mani un banale soggetto adatto ad un b-movie eco-vengeance, tipo L’Orca
Assassina (film di Michael Anderson del 1977) e altri film derivati da Lo
Squalo di Spielberg, ma ha la felice intuizione di legarla al mito di Moby
Dick, innestando una forte connessione con il fortunato romanzo di Herman
Melville. In questo modo la storia funziona, pur traballando in diversi punti
tra cazziatoni moraleggianti, esperimenti improbabili e mini-bombe atomiche
(!!!), trainata a tutta forza dalla maestosità dei disegni di Brindisi che ha
un merito non indifferente nella valutazione positiva di questo Speciale. Nell’editoriale
il suo lavoro viene accostato, per qualità, a quello di Franco Caprioli e Dino
Battaglia, che in passato si erano cimentati con una riduzione a fumetti di Moby
Dick. Non posso fare confronti, se non per qualche tavola reperibile in
rete, ma è indubbio che la sua prova sia eccezionale, sia per quanto riguarda
la raffigurazione della balena bianca (che poi è un capodoglio), sia e forse
soprattutto per l’estrema cura applicata a volto e fisicità del capitano Achab.
Lo stesso non si può dire per la copertina di Stano, su sfondo plumbeo, che non
riesce a suggerire l’epicità dell’opera melvilliana e dei suoi protagonisti. Ritroviamo
qui un Groucho in gran spolvero, a sparare battute a raffica; Faraci è uno dei
pochi, a parte Sclavi, a saperlo gestire bene quanto meno a livello comico.
Restano senza spiegazione, lasciando l’amaro in bocca, i racconti/visioni di
Tamura, un personaggio che in apparenza sembra avere nella vicenda
un'importanza e un ruolo fondamentali, sapendo tutto di tutti i membri dell’equipaggio
(che si scoprono essere legati tra loro), del tutto dimenticati alla fine dall'autore.
Sempre nell’editoriale, questo viene definito uno degli Speciali più belli.
Sono in disaccordo, siamo sui livelli discreti per una storia che, nonostante i
difetti insiti nella sceneggiatura, riesce a far sì che il lettore mantenga la
sospensione dell'incredulità fino al dir poco implausibile finale.
BODYCOUNT: 2
TIMBRATURA: Sì (1, Rachel)
CITAZIONE: “Io e te.. Achab e
Moby Dick.. per l’eternità!”
VOTO: 7
Soggetto: Faraci (3)
Sceneggiatura: Faraci (3)
Disegni: Brindisi (24)
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