La terza faccia della medaglia
è la specialità di Peter Drabble, quell'elemento della verità che costituisce
l'alternativa a cui nessuno penserebbe mai. E, bisogna riconoscerlo, per un
detective questa è una gran bella risorsa! Il
problema è che Peter, sulle tracce di un
assassino che sembra replicare le discutibili imprese di alcuni suoi
predecessori, sta impazzendo, e di fronte allo spettro della follia non gli
resta che ricorrere a Dylan Dog. Ma stavolta sono gli incubi ad avere la meglio
e né Peter né Dylan scorgeranno in tempo la fatidica terza faccia.
Impossibile parlare di questa
storia senza fare spoiler. So che ne faccio spesso, dando per scontato (forse a
torto) che siano albi che tutti hanno già letto. In ogni caso stavolta ho
avvertito. Questo n. 179 racconta di un triangolo amoroso che non può non
ricordare, anche nella soluzione finale, Un colpo di sfortuna, pubblicato
appena 5 mesi prima, sempre sulla serie regolare e con il medesimo disegnatore.
Lo stile narrativo di Medda è senza dubbio diverso da quello di Ruju, tuttavia
ritengo che l’uscita di questa storia avrebbe dovuto essere spostata un po' più
là nel tempo, tant'è che la prima volta che la lessi avvertii una spiacevole
sensazione di dejà vù. Un problema che fortunatamente non si è più riproposto
in sede di rilettura, permettendomi di godere a pieno di questo albo intenso.
Medda, sin dal prologo, crea una sovrastruttura thriller di stampo classico a
forti tinte noir: il super investigatore ossessionato dal suo lavoro che si
imbatte in un copycat che sembra voler giocare direttamente con lui, inserendo
nei suoi delitti d’imitazione alcune differenze rispetto agli originali. La
sostanza vera però è il racconto cupissimo e (melo)drammatico di una coppia
ormai disgregata in cui da una parte regna solo indifferenza e dall’altra odio
puro. In questo contesto esplosivo arriva Dylan, forse in definitiva è lui la
terza faccia della medaglia che riuscirà a risolvere il caso ma non ad impedire
che gli eventi, percepiti da subito come ineluttabili, precipitino comunque.
Ottima la caratterizzazione dei personaggi, tipicamente riconoscibili senza
però scivolare nello stereotipo. Rimangono avulse dal contesto le allucinazioni
di Peter che si risolvono alla fine in un semplice pretesto per introdurre Dylan
nella trama e per depistare il lettore. Per quanto riguarda il finale, in molti
apprezzano la chiosa di Groucho, a stemperare i fatti con (solo apparente) ironia.
Personalmente avrei preferito che l’albo terminasse nel momento esatto della
conclusione della tragedia, per non disperderne il pathos, chiudendo magari con
un Dylan “svuotato” come lo vediamo nella bella copertina di Stano, con la pioggia
(assente invece nella storia) ad accrescere lo sconforto del momento. Passando
ai disegni, Freghieri non tradisce le attese, favorito anche dal massiccio
numero di primi piani che gli viene richiesto. Il suo contributo si rivela
fondamentale per la riuscita della storia, riuscendo a trasmettere le emozioni
e i pensieri dei personaggi attraverso i loro sguardi e soprattutto i loro
silenzi: tutti in questa Terza Faccia della medaglia (titolo molto
accattivante tra l’altro) sembrano voler stare da soli. Ma proprio il “non
detto” si rivelerà causa di tutti i mali.
BODYCOUNT: 4
TIMBRATURA: Sì (1, Frances)
CITAZIONE: “Quando hai a che fare con questi fanatici non
devi mai scegliere tra due possibilità, Jack.. ti devi chiedere qual è la
terza. E la terza faccia della medaglia è la mia specialità.”
VOTO: 8
Soggetto: Medda (8)
Sceneggiatura: Medda (8)
Disegni: Freghieri (31)
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