Morire di paura non è soltanto
un modo di dire. Non per i pazienti del dottor Aschenbach, almeno! Succede,
quando si tratta di soggetti predisposti alle più condizionanti forme di fobia
patologica, soprattutto se qualcuno usa la loro debolezza per eliminarli.
L'unica speranza per la sparuta pattuglia di fobici assortiti è un certo
appartamento al n. 7 di Craven Road. Lì abita Dylan Dog, uno che di paura,
invece, ci vive...
Avventura di routine per il
nostro Dylan. Superato lo scoglio Cossu, che con il suo tratto chiaro e pulito
azzera completamente ogni tipo di tensione possibile (che invece sarebbe servita
come il pane in quest’albo), s'intravede qualcosa: la trama fila liscia e il
finale regala una sorpresa, anche se "telefonata". Già a pag. 31, OCCHIO
ALLO SPOILER Stanley rivela infatti dei particolari che potevano essere noti
solo a chi conoscesse nel dettaglio le cartelle di tutti i pazienti di Aschenbach.
Sconcertante che nessuno se ne sia accorto, soprattutto Dylan, ma altrettanto
poco convincente è che nessuno sia riuscito mai a vedere il volto di Stanley,
neanche in penombra, pur sapendo quando fosse presente FINE SPOILER. Gli altri
fobici, a parte Marlene, non risultano granché caratterizzati, ma solo individuati
grazie alle loro singole patologie, mentre Dylan avrebbe potuto essere più coinvolto
personalmente, considerato che anche lui è un fobico, pur non a livello
patologico: claustrofobia, paura di volare, vertigini (immortalate invece nella
fin troppo buia copertina di Stano che vede Dylan in bilico sul Tower Bridge).
Si ha la sensazione che per Paola quest'albo sia stato un semplice esercizio di
sceneggiatura (il suo famigerato “spiegone” è qui ristretto a sole 7 pagine),
non una storia "sentita" a livello emozionale come altre che fanno
parte della sua miglior produzione. Senza infamia e senza lode.
Curiosità: (1)Dylan utilizza con
naturalezza un computer per fare delle ricerche in Internet su Aschenbach! (2)
A pag. 54 viene citata la canzone “Charlie Big Potato” degli Skunk Anansie. (3)
Viene più volte citato il film Via col vento (Gone with the wind,
1939) di Victor Fleming, per il sistema che Dylan usa per riportare a casa Marlene,
lo stesso che Rhett Butler (interpretato da Clark Gable) nel film usa con il
suo cavallo durante l’incendio di Atlanta.
BODYCOUNT: 7
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “E forse è nella
nostra natura mutare ciò che è bene in male..”
VOTO: 6
Soggetto: Barbato (11)
Sceneggiatura: Barbato (10)
Disegni: Cossu (13)
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