martedì 31 agosto 2021

Dylan Dog Fuoriserie: Gli Inquilini Arcani

 

Nel mese di luglio 1991, come già anticipato, uscì in edicola (formalmente come supplemento al n. 13 del periodico Horror) un volume, intitolato Dylan Dog - Gli Inquilini Arcani, che raccoglieva la mini serie “parallela” composta dalle tre storie precedentemente apparse sulle riviste Comic Art nn. 63 (Il fantasma del III piano, gennaio ’90), 72 (L’appartamento n. 13, ottobre ’90) e 79 (L’incubo è finito, maggio 91). L’opera mantiene il grande formato (27,5 x 21,5), le quattro strisce e la colorazione della prima pubblicazione, mentre le illustrazioni al tempo realizzate da Roi per le copertine delle singole riviste sono poste in apertura delle relative storie; un inedito prologo firmato da Decio Canzio, Quando Dylan Dog morì, riassume invece le origini e il successo del personaggio.

Quando Roberto Recchioni fu nominato curatore della serie e proclamò di voler abbattere alcuni dei “paletti” bonelliani, invitando gli autori dylaniati a osare, ho tanto sperato che il modello di riferimento per quella che sembrava voler essere una rispettosa rivoluzione potesse essere proprio questo. Avrei davvero desiderato leggere (anche) un Dylan Dog privo di gabbie di ogni sorta, come quello in camicia bianca degli Inquilini Arcani, coinvolto in claustrofobiche e surreali avventure con dettagli improponibili, oggi come ieri, sulla serie regolare: le battute "sporche" di Groucho, la mano sul "pacco" di Kowalski, ecc.. Le cose poi sono andate diversamente e chissà se un giorno arriverò a parlarne.. Ma passiamo alla sostanza. Quello che stupisce davvero di queste storie, ma conoscendo il Tiz non ci dovremmo stupire, è la capacità di Sclavi di tessere, in pochissime pagine, una sceneggiatura complessa, credibile, avvincente, capace di dare ampio respiro a ogni singolo episodio, dando quasi l’illusione che duri più della somma delle tavole che lo compongono. E il tutto partendo da soggetti che sono poco più di un’idea, mantenendo al contempo una coerenza di fondo che lega tutta l’opera e regalandole anche un perfetto finale che è in realtà un nuovo principio. Una sorta di mini-manuale del perfetto sceneggiatore insomma. Non mancano ovviamente le citazioni: Polanski (non a caso le prime 2 storie sono i semi da cui germoglierà la versione dylaniata de L'inquilino del terzo piano apparsa su Gigante qualche anno dopo), spruzzatine di Cornell Woolrich, l’immancabile La vita è meravigliosa. Tanta angoscia, tanta tensione, ma anche tanta anzi tantissima ironia: il fantasma che va al cesso, le fettine battute, Dylan che non sa cosa fare dopo aver visto lo spettro, le freddure di Groucho e dello stesso Dylan. Non manca una variazione sul classico tema sclaviano degli “invisibili”: l’inesistente inquilino dell’appartamento n. 13. L’amalgama è fornita dall’atmosfera opprimente del “Castevet” che deve il nome all’architetto Roman Castevet che lo progettò (altra citazione polanskiana ripresa anche da Chiaverotti nel n. 53), dai due comprimari (lo scorbutico portinaio Douglas e la simpatica Jill, cliente e poi fidanzata del nostro) e dall’inquietante occhio che spia incessantemente i protagonisti da ogni porta. Ottime le prove di Roi, autore anche della copertina di questo volume, che colora da sé con effetto pittorico decisamente più convincente rispetto alla colorazione utilizzata dalla Bonelli in altre occasioni, anche se qualcosina comunque stona (i capelli bianchi di Jill). Tuttavia, conoscendo e amando lo stile del buon Corrado, ne avrei apprezzato maggiormente una versione in bianco e nero.

Lettura obbligatoria e imprescindibile, un’ opera unica nell’epopea dylaniata. Un piccolo capolavoro facilmente reperibile (usato) a prezzi ragionevolissimi.

Curiosità:  L’anno successivo, ad agosto, il volume verrà ristampato, sempre per Comic Art, come supplemento alla rivista Best Comics n. 6. La Sergio Bonelli Editore, invece, non ha mai pubblicato le storie di questa trilogia, neppure singolarmente, immagino per una questione di diritti.

CITAZIONE: “Ma se non ho sognato, se davvero esistono persone inesistenti, chi è che esiste realmente: noi o loro?”

VOTO: 9

P.S. Per le statistiche di bodycount e timbratura rimando alle schede dei singoli episodi.