sabato 30 ottobre 2021

Dylan Dog #84 - Zed

 

Fuggire dal mondo, dal dolore e dalla noia, per entrare in un Eden di bellezza e serenità. È questo ciò che i clienti di Scout cercano: un passaggio verso una realtà perfetta e dolcissima... La realtà di Zed. Il Paradiso è nascosto in un vicolo londinese, dietro la magia di una porta invisibile? Forse è così, ma fate attenzione: questo giardino fatato contiene molti frutti proibiti...

Molti considerano quest'albo un capolavoro, io non mi annovero tra questi. Lo spunto è geniale, così come il significato stesso di Zed. Meravigliosa l'idea del "muro", dei soldati che stanno a difesa di qualcosa che non sanno neppure che sia. Sclavi prende spunto da Stalker (1979), film di Andrej Tarkovskij, a sua volta liberamente tratto dal romanzo Picnic sul ciglio della strada dei fratelli Strugackij; citazione non dichiarata, ma omaggiata indirettamente da Groucho con la sua gita a Golconda (quella fuori Londra, non in India!) che rivediamo dopo il mitico n. 40. Ci sono anche continui riferimenti alla Shangri-la di Orizzonte Perduto (1933), romanzo di James Hilton. Accattivante e assolutamente riuscito il personaggio di Scout, vero protagonista dell’albo, che prende in prestito il viso fascinoso e lo sguardo truce dall’attore Christopher Lambert (anche se a pag. 69 somiglia più a Dampyr!). Bravissimo Brindisi che continua a migliorarsi di albo in albo e a cui Sclavi lascia ampia libertà d’azione nel disegnare creature e strani oggetti che Dylan e soci incontrano lungo il sentiero che attraversa Zed. Tra le varie citazioni spicca quella de La macchina del tempo di H.G.Wells con annessa scenografia “rubata” a Cabiria (1914), il kolossal muto di Giovanni Pastrone. Senza dimenticare l’adrenalinica corsa contro il tempo per evitare l’attentato dell’IRA. Insomma.. gli ingredienti per un potenziale capolavoro ci sarebbero tutti o quasi ma.. la storia, già molto verbosa in precedenza, è letteralmente ammazzata nel finale dai due pistolotti moralistici, uno di Mac e l’altro addirittura di Hamlin (!!), che ci ammorba pure con la “spiegazione” di Zed, totalmente superflua e non richiesta. Persino Dylan ironizza sul monologo della compagna descrivendolo come “un bel tir di retorica”. Peccato davvero. Un altro paio di cose che non mi convincono sono l’espediente della bambola a rotelle e Dylan che secca i due cecchini (per legittima difesa, of course) senza farsi problemi. Sarà che il nostro continua a non avere un buon feeling con i militari, come già palesato nei nn. 22 e 62 e riconfermato qui. Malgrado Dylan stia con una simpatizzante (pacifica) dell’IRA non saltano ancora fuori suoi coinvolgimenti passati o accenni a Lillie ( poi inseriti nelle ristampe successive*). Molto bella la copertina di Stano che riprende alcuni degli elementi surreali realizzati da Brindisi.

Lodevole il messaggio pacifista e l’idea che non si può fuggire per sempre dalla realtà per quanto brutta e insoddisfacente sia, e che prima o poi i mostri, veri o immaginari, vanno affrontati. Comunque sia, una buona storia che inaugura il filone “fantasy” (da me peraltro non proprio amato) in Dylan Dog.

Curiosità: (1)A pag. 83, penultima vignetta, Brindisi inserisce un suo piccolo autoritratto quasi impossibile da vedere. Provate a ruotare l’albo in verticale. Io non me n’ero mai accorto prima di apprendere la chicca postata su facebook dallo stesso Brindisi. (2)Groucho piange sempre miseria, ma qui scopriamo che teneva un discreto gruzzoletto in banca. (3)A pag. 23 Dylan ascolta Civil War, brano dei Guns n’ Roses. (4)Anche in quest’occasione, con l’ennesimo ritorno di Hamlin si fa riferimento a un possibile seguito del n. 59, Gente che scompare. In realtà quella storia, almeno finora, non ha mai avuto un sequel diretto vero e proprio, ma Safarà tornerà ad essere protagonista di un albo cui presterà anche il titolo, il n. 182 della serie regolare.

BODYCOUNT: 3

TIMBRATURA: Sì (1, Mac) dandola per scontata come appena consumata a inizio storia

CITAZIONE: “Ma chi uccide, chi mette le bombe, se l’è dimenticato il suo perché.. anzi, non ha più diritto ad avere un perché: è un criminale e basta!”

VOTO: 8

Soggetto: Sclavi (83)

Sceneggiatura: Sclavi (81)

Disegni: Brindisi (6)

*Si ringrazia Leprecano per la puntualizzazione.

venerdì 29 ottobre 2021

Dylan Dog Fuoriserie - Gnut

 

Uno gnomo burlone e una magnifica ragazza… Lo studio di Craven Road è diventato una foresta! Chi è lo scorbutico orco che dà la caccia a Dylan? Questa piccola follia è davvero un nuovo incubo o piuttosto il sogno di una fata?

Come ormai di consuetudine all'epoca, in vista del nuovo anno scolastico le cartolerie venivano invase dai diari e agende della linea “Auguri Mondadari”, tra cui spiccavano quelle a tema Dylan Dog. Per il 1993/1994 venne mandato in stampa un diario a sfondo rosa che aveva per cover la copertina del n. 63 Maelstrom. Lo possiedo ancora, mezzo (anzi quasi tutto) rotto e pieno di ricordi. Quel diario pubblicava al suo interno anche una breve storia inedita in 16 pagine a colori: Gnut appunto. Non so se per puro caso o volontà precisa, nello stesso periodo uscirono dunque due avventure “fantasy” di Dylan Dog (questa e il n. 84 della serie regolare), entrambe su testi di Sclavi e disegni di Brindisi. Rispetto a Zed, questa breve è però molto più disimpegnata nei contenuti. Subito dopo lo Speciale n. 7, si torna a parlare anche di sogni, ma non di incubi: sogni della fantasia. D’altronde Dylan, che ribadisce qui il suo metodo d’indagine ben noto già dal n. 1, viene definito come “l’unico uomo che crede nei sogni” e che “ha capito che la realtà era sogno e il sogno realtà”. L’importanza della fantasia, un rifugio a portata di mano per evadere, ogni tanto, dagli orrori del mondo che ci circonda è un tema caro anche a Chiaverotti, tra l’altro. I disegni di Brindisi performano molto bene anche a colori. Il suo tratto così sottile e chiaro si è sempre prestato meglio di altri alla colorazione. Discreta.

Curiosità: (1)La storia è stata ristampata una prima volta nel 1995, in un albo di grande formato, a tiratura limitata, riservato ai soci del “Club amici del fumetto”, con la bellissima copertina realizzata ad hoc da Bruno Brindisi (quella che apre questo post). Successivamente è stata ri-pubblicata, in bianco e nero, dalla Bonelli nel n. 3 della collana Super Book. (2) Questa è l’ultima storia dylaniata a fregiarsi del lettering di Piero Ravaioli (il mio letterista preferito), scomparso qualche tempo prima.

BODYCOUNT: (4)

TIMBRATURA: Sì (1, Annwyn)

CITAZIONE: “Posso ancora pensare.. penso dunque sono.. ma forse anche i morti pensano.. sto indagando sul mio ultimo incubo..”

VOTO: 7

Soggetto: Sclavi (82)

Sceneggiatura: Sclavi (80)

Disegni: Brindisi (5)


 

giovedì 28 ottobre 2021

Dylan Dog #83 - Doktor Terror

 

Scivolano fuori dalle fogne, tornano dal passato… Ma non sono ratti né fantasmi. Sono incubi che soltanto chi è ben sveglio può vedere. A guidarli c'è il dottor Tod, la morte in persona, armato di un bisturi e di una croce uncinata, tagliente come il ricordo dei campi di sterminio. Questa volta, Dylan combatte la lotta più dura, la lotta per la memoria... Non dimenticate!

Ed eccoci a parlare dell’albo dylaniato forse più controverso di sempre. In redazione ne sono subito consapevoli, visto che nel Club (inedito) viene presentato come uno “tra gli albi più sociopoliticamente impegnati di Dylan, e che solleverà, non c’è dubbio, un mare di polemiche”. Ma prima ancora che per la sostanza, le polemiche arrivano feroci sulla forma: a pag. 39 Coppola rappresenta lo xenofobo e reazionario politico Lord Grimmell (le cui idee sarebbero certo piaciute a Lord Cherill dei nn. 27 e 69) in maniera pericolosamente somigliante al “senatur” Umberto Bossi. A pagarne le conseguenze è proprio l’artista genovese che da lì in avanti non disegnerà più per Dylan Dog, mentre le fattezze di Grimmell verranno modificate nelle ristampe successive. Quest'albo avrebbe, poi, tutti i requisiti per essere bocciato: dal soggetto banale, scontato e trasudante retorica come pochi altri, ad alcune soluzioni di sceneggiatura un po' "disinvolte" (l'età di Tod, Dylan che fugge dall'ospedale in camice da medico e.. occhiali scuri!! Antisgamo proprio!), trattando il tema senza risparmiarsi nessun cliché, con il punto più basso raggiunto alle pagg. da 23 a 25 con lo scontro con il naziskin. Eppure.. l'albo funziona, incredibilmente nella parte che più di ogni altra potrebbe esporsi a critiche di faciloneria: il finale con la lettura del diario di Anja Malenski, omaggio ad Anna Frank. E questo grazie proprio all'immenso lavoro di Coppola, che se non una lacrima come a Dylan e Ella, strappa un magone anche a noi di fronte all'Orrore più grande della Storia, con il martellante monito in didascalia "..non dimenticate.."
Il bravo Gianluigi mette a frutto tutta la sua esperienza di illustratore per regalarci immagini potentemente evocative, ma anche nelle tavole precedenti si distingue per l’ottima resa dell’ ambiente opprimente e claustrofobico della metropolitana e di ciò che nasconde. Forse solo nell’alternarsi di proporzioni tra carnefice e vittima da pag. 27 a pag. 28 non convince (sempre non sia voluto), ma trattasi di peccato veniale. Per il resto questa è indubbiamente la sua miglior prova su Dylan Dog e il suo Dottor Tod/Death/Terror è un personaggio che lascia davvero il segno. Da notare che in quest’albo compaiono due donne particolarmente forti e coraggiose, Anja e Ella, che spiccano su un Dylan, caparbio come sempre sì, ma più debole e meno concreto di cliente e compagna. In quei primi anni di vita dylaniata un’inattesa e gradita novità.

Non un capolavoro come lo giudicavo da adolescente, ma una buona storia sì.

Curiosità: (1)A pag. 21 Dylan afferma di avere 33 anni. Nell’Horror Post (inedito) si precisa che ha e avrà sempre tra i 33 e i 35 anni. (2) Gli ebrei-topolini e i nazi-maiali sono un omaggio di Sclavi al romanzo a fumetti Maus di Art Spiegelman (3) Dylan ha un’intuizione geniale per il caso grazie al manifesto di Piccolo Grande Uomo, film diretto da Arthur Penn nel 1970 il cui il protagonista, interpretato da Dustin Hoffman, raggiunge l’età di 121 anni. (4)Questa non è l’ultima storia di Dylan Dog disegnata da Coppola ad essere pubblicata: nel 2016 un anno dopo la morte del compianto Gianluigi, su Maxi Old Boy n. 26 uscirà Per amore del diavolo, con testi di Chiaverotti. Trattasi di una delle famose ”ergastolane” rimasta negli archivi bonelli per decenni prima di finire finalmente in edicola. (5)Sul "Giornale di Sergio Bonelli" (inedito), in ultima pagina si rinnova per la terza estate consecutiva l'appuntamento con la campagna contro l'abbandono degli animali, con una tavola ad hoc disegnata nuovamente da Giampiero Casertano.

BODYCOUNT: 1

TIMBRATURA: Sì (1, Ella)

CITAZIONE: “E poi, non ricordo più molto di quelle giornate, quando scrivo la sera.. ci hanno tolto perfino il ricordo del presente.. ma ecco forse la risposta è questa, forse l’unico scopo è ricordare, non dimenticare..”

VOTO: 8

Soggetto: Sclavi (81)

Sceneggiatura: Sclavi (79)

Disegni: Coppola (5)

mercoledì 27 ottobre 2021

Dylan Dog presenta Groucho (2) - Horrorpoppin'

 

 

Una vacanza, ecco cosa ci vuole. L'eterno assistente s'è stancato di assistere e vuole la sua fetta di incubi e di amori, (meglio i secondi senza i primi, anzi andiamo dritti al dolce). Scherzi a parte (sarà mai possibile?) anche Groucho ha trovato una donna. "Era ora!", direte voi… E infatti si chiama così: Eraora!

Il miglior Grouchino ever! Come lo Speciale cui era allegato, anche Horrorpoppin’ ha un modello di riferimento (dichiarato in questo caso): trattasi del film Hellzapoppin’ diretto nel lontanissimo 1941 da Henry C. Potter e tratto dall’omonimo musical di grande successo che ebbe oltre 1.400 repliche a Broadway. Un film che vi consiglio di recuperare perché veramente avanti sui tempi. La gag della signora Jones, la continua rottura della “quarta parete” (“e comunque che vita è la mia? Un fumetto che ha per protagonista un altro!”) e altre idee sono prelevate direttamente da lì. Sclavi, a pag. 24, ci tiene però ancora una volta a precisare che “noi non copiamo mai, citiamo!”. La sceneggiatura è volutamente scomposta e ricomposta, la storia c’è, ma non c’è. Succede tutto e non succede nulla. Da sbellicarsi dall'inizio alla fine, con uno Sclavi geniale che si rivolge direttamente al lettore, un Piccatto bravissimo (anche in "fotocopia" ), una girandola di battute irrefrenabile e qualche inattesa licenza sessuale (alcuni doppi sensi sono al limite dei paletti bonelliani). Un capolavoro di comicità slapstick e umorismo surreale.

Curiosità: (1)Citato l’albo di Mandrake Il mostro del passo Tanov, anche se la copertina realizzata a pag. 24 da Piccatto non pare corrispondere a nessuna di quelle utilizzate per le edizioni italiane della storia. (2)Cameo di Dylan, nell’antefatto di pag. 29, in procinto di recarsi da Wells per l’esperimento sui sogni.

BODYCOUNT: 0

TIMBRATURA: Sì, ma è di Groucho quindi non fa statistica!

CITAZIONE: “Ma è incredibile! Io non ho scritto questa scena! Chiaverotti, sei stato tu?”

VOTO: 9

Soggetto: Sclavi (80)

Sceneggiatura: Sclavi (78)

Disegni: Piccatto (14)

martedì 26 ottobre 2021

Dylan Dog Special #7 - Sogni

 

Cosa vive oltre la sottile membrana che divide realtà e sogno? Oltre quel confine, si apre un universo di ossessioni, solitudini, traumi dimenticati… Lord Wells vuole avventurarsi in fondo al mistero dell'inconscio, e per questo ha bisogno di cinque coraggiosi sognatori. Dylan Dog e i suoi compagni vanno incontro ai loro incubi, dentro un'avventura che li porterà a conoscere il volto del destino!

Speciale bellissimo, l'ultimo firmato da Tiziano Sclavi. Chi avrebbe potuto prevedere allora che non ne avrebbe scritti altri? Psicanalisi, sogno, destino. Complessi di colpa e anticipazioni del futuro che verrà per Dylan, con la "profezia" che tutta la sua storia verrà svelata nel n. 100. E come antipasto di ciò che accadrà non potevano certo mancare Xabaras e Morgana che qui appaiono, separatamente, a turbare i sogni del nostro. Il modello di riferimento per il Tiz è questa volta Ramsey Campbell con Sogni Neri (Incarnate)(*), romanzo scritto nel 1983, ma all’epoca piuttosto fresco di pubblicazione nel nostro paese da parte di Mondadori. Anche nel libro dello scrittore britannico ci sono cinque persone che si sottopongono a un esperimento scientifico sui sogni, ma come sempre accade in Dylan Dog, Sclavi sviluppa la storia in modo differente, piegandola alle tematiche e all’atmosfera della serie. L’albo è inoltre disseminato di omaggi più o meno evidenti, in primis a Stephen King e al suo It (anche se il ragnone ha una doppia bocca tipo xenomorfo di Alien), mescolati ad altri più nascosti e insospettabili. Ne cito alcuni, dimenticandone sicuramente altri:  La casa 3 di Umberto Lenzi (il matto/pagliaccio che esce dallo stomaco a pag. 35,), Blob (pag. 36), Shining (pag. 73), Pinocchio (pag. 81). A pag. 119 Dylan si salva in modo simile a Nancy nel primo Nightmare, realizzando che il mostro che lo tormenta non esiste, è solo un sogno. La presenza di Lord Wells (che invero nel n. 78 aveva affermato di trovare noioso il tema dei sogni) è pretestuosa, ma indispensabile per non appesantire troppo la sceneggiatura con ridondanti spiegazioni sul perché e il per come e rimanere concentrati sull'esperienza catartica provata da Dylan e compagni. L’esperimento sembra infatti concludersi come una vera e propria seduta psicanalitica. Ognuno pare aver ritrovato se stesso, dopo la tappa obbligata della regressione all’infanzia se non addirittura a una fase pre-natale (stupende le sequenze alle pagg. 85-86 e 95-96)spogliandosi delle colpe che in realtà vanno attribuite ad altri (i genitori). Ma ovviamente non basta liberarsi degli spettri del passato. Bisogna vivere la vita affrontando in prima persona il futuro (che inizia quando si nasce) e costruendosi il proprio destino. Si può considerare un albo “autobiografico” per Sclavi che stava combattendo i suoi incubi in prima persona. Lo apprezzo molto anche per questo. La sua visione della vita, se non ottimista, è qui decisamente meno nichilista del solito. Interessante la figura del "Matto" e geniale il prologo, ideato da Freghieri, che ai disegni firma una delle sue prove in assoluto migliori. Ancora una volta Stano non sembra, invece, aver trovato il giusto feeling con la copertina dello speciale.

A fine lettura rimane un senso di inquietudine latente. I protagonisti stanno ancora sognando o sono svegli? La vita è sogno, ma il sogno è vita.

Curiosità: (1)A pag. 65 Lyndon canticchia Nowhere Man, brano dei Beatles. (2)A pag. 99 Dylan, citando Friedrich Schiller, afferma che 5 è il primo numero che nasce da pari e dispari.. Non sarebbe il 3?? (3)Il romanzo di Campbell a cui la storia è ispirata è reperibile usato su ebay a prezzi accessibili.

BODYCOUNT: 0

TIMBRATURA: Sì (1, Ruth)

CITAZIONE: “Guardate! Ecco il destino dell’umanità dolente.. Fantasmi nella luce accecante del niente! Il niente che vi aspetta nel labirinto senza uscita di sogni e di dolore che voi chiamate vita! Ma il sogno è solo uno, senza senso, sibillino, e lo sogno io, il matto, vostro unico destino!”

VOTO: 9

Soggetto: Sclavi (79)

Sceneggiatura: Sclavi (77)

Disegni: Freghieri (9)

(*)Un sentito ringraziamento all'utente Machen del forum di Cravenroad.it per la dritta!