giovedì 21 ottobre 2021

Dylan Dog #79 - La fata del male

 

La povera Banshee O'Connor non ha avuto gran fortuna nella vita. Ovunque ci sia lei, accade un incidente, una disgrazia improvvisa, una catastrofe. Nel suo corpo, si nasconde una maledizione che dà vita agli incubi più inverosimili… È nata insieme a lei, in terra d'Irlanda. E la spiegazione di tutto, semplice ma incredibile, si perde tra le leggende e le fiabe della magica Isola Verde...

Esauriti i mostri “classici” gli autori dylaniati cominciarono a interessarsi anche ad altre creature meno popolari. Chiaverotti attinge in questo caso dalla mitologia irlandese per raccontarci della Banshee, a cui anni più tardi sarà dedicato un altro albo della serie regolare, il n. 322. Per il secondo mese consecutivo abbiamo un esordiente ai disegni. Dopo Siniscalchi tocca a Roberto Rinaldi, milanese classe 1964, già nello staff de Il Giornalino, di cui in seguito diventerà responsabile del settore fumetti. Per Dylan Dog lavorerà in maniera poco frequente, ma duratura. Anche il mio apprezzamento per lui è discontinuo e non lo posso annoverare tra i miei disegnatori favoriti. Tuttavia questo esordio, è senz’altro ottimo, forse la sua prova migliore insieme al recentissimo Gli Orrori di Dunwich, apparso su Old Boy n. 8, che mi ha davvero soddisfatto. Per il viso di Dylan qui Rinaldi si rifà con tutta evidenza a Stano e Dall’Agnol, mostrando per il resto uno stile già maturo e autonomo. Ma torniamo alla storia. Chiaverotti riscrive a modo suo il mito della Banshee, ma concedendo tanto spazio, forse troppo, alla guest star dell’albo, ovvero il buon Chucky, qui ribattezzato “Bibi”, protagonista del fortunato franchise da noi inizialmente conosciuto come La bambola assassina, una delle icone più improbabili e simpatiche della storia del cinema horror. La sceneggiatura è arricchita da alcune tra le migliori sequenze splatter della serie: il padre di Banshee che si stacca la testa con le sue mani, il labbro strappato (anche se è un dejà vù di quelli già visti nei n. 43 e 67), la gola tagliata a pag. 27, l'occhio del biologo afferrato dal mostro a pag. 75., la donna "risucchiata" dal bacio (omaggio non dichiarato ad analoga scena in Nightmare 4) e altro ancora. Ce n'è per tutti i macabri gusti . Per il resto però la storyline arranca. Viene riproposta stancamente "la storia nella storia" formula inaugurata nel #20 (ma il vero precedente è forse il racconto di Poe nel n. 7) e ripresa varie volte, con successi alterni. C’è poi un buco abbastanza clamoroso: come fa Dylan a conoscere la calligrafia di Jim O'Connor? Altra perplessità: chi ha medicato Dylan in nave? Andava in giro con le bende?C’è anche una girandola di citazioni che sembrano buttate nel calderone un po’ a caso: Hugo Pratt, Finnicella, Rimbaud, Clive Barker. Per il secondo albo consecutivo, inoltre, l’intervento di Lord Wells si rivela del tutto inutile, visto che Banshee arriva alla soluzione del caso per conto suo.  Si sente tanto anche l’assenza di Groucho, relegato a poche pagine, quando avrebbe potuto dare il meglio di sé accompagnando Dylan in questa trasferta irlandese. Insomma dopo i botti iniziali, la sceneggiatura perde progressivamente mordente per concludersi con un finale piuttosto anticlimatico. Tuttavia facendo una media tra singole tavole, disegni di Rinaldi  e la bella copertina di Stano ne viene fuori un discreto filler, godibile e senza pretese.

Curiosità: (1)Il titolo di lavorazione originario di questo n. 79 era Banshee. (2)Nella post dell’inedito fu pubblicato un disegno realizzato da Galieno Ferri che ritraeva Dylan insieme a Zagor intenti a lottare contro alcuni zombi. La stessa illustrazione era già apparsa a gennaio dello stesso anno, a colori, sulla copertina del n. 3 della rivista Dime Press (che riporto in calce al post). (3)L’ispettore Teal è anche un personaggio della serie televisiva Il Santo.

BODYCOUNT: 15

TIMBRATURA: Sì (1, Banshee)

CITAZIONE: “E a dir la verità, non c’è nulla che abbia senso in questo folle mondo.. tranne l’amore.. ma ogni scintilla d’amore viene pagata con sofferenza e morte”.

VOTO: 6,5

Soggetto: Chiaverotti (17)

Sceneggiatura: Chiaverotti (18)

Disegni: Rinaldi (1)


 

1 commento:

  1. Una delle storie più malinconiche della serie: io ho apprezzato molto!

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