lunedì 18 ottobre 2021

Dylan Dog #78 - I killer venuti dal buio

 

Jessy è venuta a Londra per “diventare qualcuno” nel mondo dello spettacolo, ma tutto quello che ha trovato sono tre pazzi che vogliono assassinarla. Sinistri figuri dal mantello nero… Da quale incubo sono usciti? Perché mai vogliono proprio lei? L'Indagatore dell'Incubo troverà una soluzione imprevista a questo giallo. Perché la chiave è nei poteri della mente, una trama che trasporta i mostri oltre le barriere del tempo

Dopo un inizio d’anno 1993 tutto sclaviano torna finalmente in azione Chiaverotti. Ma questo è anche l’anno del primo abbandono di Sclavi e il buon Claudio si sarebbe presto trovato su un treno in corsa a velocità folle quale unico sceneggiatore della serie, prima che in Bonelli gli venissero affiancati nuovi autori. E chissà se anche quest’albo non sia finito collocato diversamente nel tempo a causa della concitazione del momento;  la vicenda è infatti ambientata a ridosso della “festa di fine estate” 1993, ma la storia uscì gli ultimi giorni di febbraio. Speculazioni.. Quello che è certo, invece, è che questo #78 vede l’esordio dylaniato ai disegni di Luigi “Sinis” Siniscalchi, all’epoca poco più che ventenne. Nel Club dell’Orrore dell’inedito viene definito esponente della “scuola salernitana” che annoverava, in Bonelli, già altri colleghi come Luigi Coppola, Roberto De Angelis e Bruno Brindisi. Proprio come quest’ultimo, Siniscalchi vantava una precedente esperienza per la casa editrice Acme e i disegni dei due conterranei, nella loro prima fase stilistica, si assomigliavano davvero molto. Tanto che, come ci viene rivelato sempre nel “Club”, “a volte abbiamo confuso le tavole di Siniscalchi con quelle di Brindisi”.  In seguito i due evolveranno i rispettivi stili in maniera differente e mentre Bruno rimarrà fedele a Dylan Dog per parecchi anni diventandone una colonna portante, “Sinis” si dedicherà ad altri eroi bonelliani (Nick Raider soprattutto) tornando a misurarsi con l’indagatore dell’incubo solo di recente. Passando alla storia, Chiaverotti si ispira nuovamente alla saga di Nightmare per il soggetto. Se ne Il Buio,  la fonte gli era servita per modellare il suo villain più famoso, Mana Cerace, ad immagine e somiglianza di Freddy Krueger, qui se ne serve per “rubare” l’idea che i sogni, o meglio gli incubi, possano materializzarsi nella realtà e uccidere. E proprio un cinema dove si proietta Nightmare 6 – La Fine è teatro di una delle sequenze oniriche più deliranti e squisitamente horror dell’albo. Ovviamente il vero clou è rappresentato dal finale geniale, uno dei migliori dell’intera serie che fa ampiamente dimenticare una soluzione (l’ennesimo varco dimensionale nello spazio-tempo) piuttosto banale e ormai abusata. Un finale che, tra l’altro, si pone in diretta antitesi, forse volutamente, con quello del numero precedente. Ci sono altre cose buone: il look dei tre assassini silenti e carismatici (Chiaverotti maestro come sempre in questo, come dimostrerà anche in “Morgan Lost”), i disegni di Siniscalchi, la sequenza dell’aggressione in metropolitana, i sogni-allucinazioni delle vittime, un po’ di sano splatter e ci metto pure il titolo. Altre, invece, non mi sono proprio piaciute: l'insopportabile cliente di Dylan aspirante velina, il tizio in zombi in stazione (ma che c'entra??), la presenza inutile di Wells, gli incubi "condivisi" (perché i tre killer userebbero consapevolmente poteri ESP e poi si stupirebbero?), lo schiaffone a pag. 76. Copertina di Stano semplice ed efficace, con il guizzo del bastone che si sovrappone alla N del logo. Alti e bassi, insomma, per un albo comunque buono. Il finale meriterebbe un voto a parte, più alto.

Curiosità: (1)A pag. 46 Lord Wells lamenta che i sogni sono un argomento così trito  da risultare noioso. Tuttavia nello Speciale n. 7, uscito qualche mese dopo, pare invece che i sogni gli interessino e parecchio! (2)A pag. 21 (vignetta centrale) si intravede un poster raffigurante la cover dell’album Legacy of brutality dei Misfits. (3)A pag. 93 viene citato il manicomio di Harlech. (4)Glenda Jackson, a cui si riferisce Jessy a pag. 5, è stata un’attrice e politica britannica, vincitrice di due premi Oscar come miglior protagonista (5)A pag. 13, penultima vignetta, c'è un errore. Dylan parla di bramire riferendosi a un elefante, ma in realtà l'animale che bramisce è il cervo.

BODYCOUNT: 8

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “- Scusate, signore, da che parte è l’uscita?-, -Da nessuna parte. Non c’è via d’uscita da questa vita!-

VOTO: 8

Soggetto: Chiaverotti (16)                         

Sceneggiatura: Chiaverotti (17)

Disegni: Siniscalchi (1)

2 commenti:

  1. Storia: capolavoro.

    Copertina: capolavoro. Tra le migliori di sempre.

    Disegni: belli, ma Siniscalchi era ancora un po' acerbo. Preferisco quello dal segno molto più grosso e calcato che verrà dopo (vedasi, per esempio, "I giorni dell'incubo".

    RispondiElimina