Cos'è l'anima? Si può toccare, vedere, catturare? Questa è l'angosciosa domanda che perseguita il dottor Christopher Killex, spingendolo a cercare una risposta oltre ogni limite. La sua ricerca lo ha portato dritto dritto nella tana della follia più nera, a vivere tra le pareti imbottite di un manicomio. La lobotomia è l'unica soluzione per la sua mente malata, ma, dopo l'operazione, qualcosa è andato smarrito. Che fine ha fatto… il cervello di Killex?
Prendendo
spunto dall’editoriale di pag. 2 (inedito), con il n. 80 debutta nella serie “un nuovo grande nemico (che va) ad aggiungersi a Xabaras e al Dottor Hicks
[..] state certi che lo rivedremo”. Esattamente
ritroveremo Killex nel n. 129, un sequel particolare, completamente diverso
dall’albo di esordio, per poi non rivederlo più. Un po’ poco, considerata la
presentazione in pompa magna che suggeriva l’idea di un personaggio più
ricorrente all’interno della saga dylaniata. Questo non vuol dire che il Dottor
Christopher Killex, il “cercatore”, con il suo sguardo allucinato, folle ma
assolutamente lucido, non lasci il segno, anzi. Sclavi parte, com’è ovvio, dal
modello de Il Silenzio degli innocenti
su richiesta di Giampiero Casertano che innamoratosi del film voleva a tutti i
costi ricrearne, con il disegno, le morbose atmosfere. Killex ha diverse
similutidini con Hannibal Lecter e non potrebbe essere altrimenti: entrambi
scienziati, menti illuminate, ma pazzi assassini senza morale. Uno è
ossessionato dall’antropofagia, l’altro dalla ricerca dell’anima (“il soffio
della vita”). Entrambi sono già stati arrestati all’inizio delle rispettive
vicende (Killex proprio da Dylan come apprendiamo da un breve flashback) ed
entrambi evaderanno. Il “cercatore” ha però qualcosa di più animalesco e soprannaturale
rispetto al collega Lecter. Sclavi è ancora una volta bravissimo a smarcarsi
dalla fonte di riferimento per andare a parare da tutt'altra parte, incentrando
la storia sul classico binomio dylaniato amore-morte. Killex non troverà mai
quello che cerca, perché non ha capito cos’è, scrive Dylan sul diario nel
finale. Non conosce l’amore, ma solo la solitudine. Non manca lo splatter, anzi
di “frattaglie” ce ne sono parecchie, e il Tiz stavolta lo usa in modo
disturbante e non giocoso-liberatorio come di consueto. In sottofondo un bel
giallo/thriller con il depistaggio del trapianto di cervello e tanti colpi di
scena. Forse alcune soluzioni di sceneggiatura sono un po'
"disinvolte" (Dylan che si inserisce nel legame psichico Joy/Killex)
e i numerosi omaggi al film di Hemme potranno far storcere il naso ai puristi.
Ma è bene precisarlo ancora una volta: rifiutare l'aspetto citazionista, da
sempre presente, significa rinnegare tutto quanto si è visto nella serie,
soprattutto nei primi anni di vita dell'indagatore dell'incubo. Una componente
che anche Sclavi, dalle pagine del Club e della Post dell’inedito, difende. Senza
contare che in alcuni casi storie dichiaratamente ispirate a film sono state
scritte praticamente proprio su richiesta dei lettori. Convincente comprimaria
Joy Freeman, un amore dylaniato durato almeno sette mesi e che Dylan omaggia
nell’ultima pagina parafrasando i versi finali di Giugno ‘73 di De Andrè. Rivedremo anche lei. Casertano, al suo
ritorno sulla regolare dopo oltre tre anni, centra in pieno il suo obiettivo
con un lavoro magistrale e certosino disegnando un albo cupo, sanguinolento e
macabro. Per l’occasione rende il suo tratto più sporco, sperimentando
soluzioni anche inusuali per lui. Della copertina di Stano, con l'inquietante sguardo di Killex che sembra voler ipnotizzare anche noi, l'unico particolare che non mi aggrada è il cervello esposto di Joy che somiglia quasi a un cappello.
Non lo considero un capolavoro assoluto come le precedenti opere della coppia Sclavi-Casertano, ma senza dubbio un’ ottima storia. Rimane l’impressione che il Tiz l’abbia scritta esclusivamente “su commissione”, con eccellente mestiere, ma senza sentirla davvero sua.
Curiosità: Sul Club dell’Orrore dell’inedito viene annunciata la quarta edizione del Dylan Dog Horror Fest! Nella post invece viene reclamizzata l’uscita del romanzo di Sclavi Apocalisse, pubblicato l’anno precedente a puntate sul Corriere della Sera.
BODYCOUNT: 7
TIMBRATURA: Sì (1, Joy)
CITAZIONE: “Finirà, forse.. magari anche domani.. ma potremo dire che è stato meglio lasciarci che non esserci mai amati”.
VOTO: 9
Soggetto: Sclavi (78)
Sceneggiatura: Sclavi (75)
Disegni: Casertano (8)
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