giovedì 7 ottobre 2021

Dylan Dog & Martin Mystere - La fine del mondo

 

Tra poco comincia il giudizio universale, siate puntuali. Dylan Dog e il newyorkese Martin Mystère si sono incontrati ancora; i due eterni amici/nemici stanno per imbattersi nella più incredibile delle loro avventure, il diluvio universale... La fine del mondo! Quali sono i poteri del piccolo Lance, figlio di Amy Irving? Quali segreti custodisce il portentoso cervello del computer Aiw? È per tutti e due l’ indagine cruciale, perché da ciò che scopriranno dipende il destino dell’ intera umanità.

Il secondo capitolo del team-up più atteso e invocato dai lettori bonelliani (di allora) è stavolta affidato principalmente alle cure di Sclavi, mentre Castelli si limita a revisionare; confermatissimo, invece, Freghieri ai disegni. Il risultato è migliore rispetto al primo incontro tra Dylan e Martin, ma anche in questo caso non si può certo dire indimenticabile. Il soggetto è davvero poca roba. Sclavi supplisce non pigliandosi sul serio e imbastendo una storia dai contenuti apparentemente molto drammatici che è in realtà un divertissement, oltre che un clamoroso sequel (per modo di dire) del #9 Alfa & Omega, di cui vengono replicate alcune sequenze in flashback (e non). L'intento è già chiaro dal prologo, o meglio dai prologhi, con la strizzatina d'occhio iniziale al precedente Ultima fermata l'incubo. Il Tiz gioca con il lettore, lo porta a spasso aprendo infinite parentesi, per poi ricongiungere tutto nel finale con il suo consueto, grande, mestiere. Tuttavia per reggere i toni apocalittici fino alla rivelazione conclusiva è costretto a trattenersi e così la storia non risulta divertente come dovrebbe. Anche Freghieri, invero autore di una buonissima prova e comunque irrinunciabile per il legame lavorativo con ambedue i personaggi, non è il disegnatore più adatto a riportare su carta i deliri ironico/surreali che Sclavi aveva in mente (qualcuno ha detto Piccatto?). C'è poi, anche stavolta, un passaggio che proprio non riesco a digerire: il Dylan arrendevole e rinunciatario che arriva a convincere se stesso e gli altri della necessità di farla finita e impasticcarsi per morire. Mai visto così, mai stato così. Momento che cozza troppo con il carattere caparbio ed indomabile dell’indagatore dell’incubo. Al netto di un pizzico di evitabile retorica rimane comunque una lettura sufficientemente godibile, con diverse piccole chicche (la mano di Dio, Diana che prende a calci nelle palle i due insopportabili litiganti, ecc..). Sclavi dimostra di conoscere bene Martin Mystere: vengono citati Chris Tower (il comandante di “Altrove”), il tempio di Ibez (il riferimento è ai nn. 28-29-30 della serie regolare di MM in cui peraltro c’è un richiamo ad Alice in Wonderland che ha una certa rilevanza anche in questa storia) e l’acerrimo antagonista Sergej Orloff. Ampio spazio ovviamente anche alla serie di DD, con personaggi (la Trelkovski e Lord Wells, qui addirittura co-protagonista) e rimandi ad albi (il già citato Alfa & Omega e il sempreverde Gente che scompare con il suo tema delle dimensioni parallele). Davvero deludente la copertina di Stano, anni luce distante da quella realizzata in occasione del primo DD&MM. Malgrado le scazzottate e le continue accuse reciproche, Dylan e Martin si riconoscono ancora una volta simili e sanno che il loro nuovo addio “non può essere che un arrivederci”, anche se per leggere un nuovo team-up occorreranno ben 26 anni!

Curiosità: (1)Secondo quanto riportato in seconda di copertina, il primo DD&MM doveva rimanere unico, ma le vendite stratosferiche hanno convinto la Bonelli a mettere in cantiere un seguito a distanza di soli due anni. (2)Il “pisum alatum”, il rarissimo e fantasioso insetto protagonista suo malgrado dell’albo, è una citazione/omaggio a una storia di Zagor, Il mostro della laguna, firmata da Sergio Bonelli con il suo celebre pseudonimo di Guido Nolitta. (3)Groucho afferma che il suo secondo nome è Zaccaria. (4)Viene citato il film Hellzapoppin’ (1941) che  sarà pesante fonte di ispirazione per il secondo “grouchino”.

BODYCOUNT: 1

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Forse la vita riprenderebbe là dove è nata, da quello che chiamiamo con disprezzo terzo mondo.. è forse proprio questo l’intento di Dio, o di chiunque, o qualunque cosa abbia provocato il diluvio: ricominciare da capo!”.

VOTO:  6,5

Soggetto: Sclavi (67)

Sceneggiatura: Sclavi (63)

Disegni: Freghieri (7)

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