venerdì 29 ottobre 2021

Dylan Dog Fuoriserie - Gnut

 

Uno gnomo burlone e una magnifica ragazza… Lo studio di Craven Road è diventato una foresta! Chi è lo scorbutico orco che dà la caccia a Dylan? Questa piccola follia è davvero un nuovo incubo o piuttosto il sogno di una fata?

Come ormai di consuetudine all'epoca, in vista del nuovo anno scolastico le cartolerie venivano invase dai diari e agende della linea “Auguri Mondadari”, tra cui spiccavano quelle a tema Dylan Dog. Per il 1993/1994 venne mandato in stampa un diario a sfondo rosa che aveva per cover la copertina del n. 63 Maelstrom. Lo possiedo ancora, mezzo (anzi quasi tutto) rotto e pieno di ricordi. Quel diario pubblicava al suo interno anche una breve storia inedita in 16 pagine a colori: Gnut appunto. Non so se per puro caso o volontà precisa, nello stesso periodo uscirono dunque due avventure “fantasy” di Dylan Dog (questa e il n. 84 della serie regolare), entrambe su testi di Sclavi e disegni di Brindisi. Rispetto a Zed, questa breve è però molto più disimpegnata nei contenuti. Subito dopo lo Speciale n. 7, si torna a parlare anche di sogni, ma non di incubi: sogni della fantasia. D’altronde Dylan, che ribadisce qui il suo metodo d’indagine ben noto già dal n. 1, viene definito come “l’unico uomo che crede nei sogni” e che “ha capito che la realtà era sogno e il sogno realtà”. L’importanza della fantasia, un rifugio a portata di mano per evadere, ogni tanto, dagli orrori del mondo che ci circonda è un tema caro anche a Chiaverotti, tra l’altro. I disegni di Brindisi performano molto bene anche a colori. Il suo tratto così sottile e chiaro si è sempre prestato meglio di altri alla colorazione. Discreta.

Curiosità: (1)La storia è stata ristampata una prima volta nel 1995, in un albo di grande formato, a tiratura limitata, riservato ai soci del “Club amici del fumetto”, con la bellissima copertina realizzata ad hoc da Bruno Brindisi (quella che apre questo post). Successivamente è stata ri-pubblicata, in bianco e nero, dalla Bonelli nel n. 3 della collana Super Book. (2) Questa è l’ultima storia dylaniata a fregiarsi del lettering di Piero Ravaioli (il mio letterista preferito), scomparso qualche tempo prima.

BODYCOUNT: (4)

TIMBRATURA: Sì (1, Annwyn)

CITAZIONE: “Posso ancora pensare.. penso dunque sono.. ma forse anche i morti pensano.. sto indagando sul mio ultimo incubo..”

VOTO: 7

Soggetto: Sclavi (82)

Sceneggiatura: Sclavi (80)

Disegni: Brindisi (5)


 

1 commento:

  1. Storia che non mi ha mai preso.

    Non sapevo di Ravaioli :(.

    La mia letterista preferita, però, era Diana Rocchi, perché era l'unica che distingueva gli accenti gravi da quelli acuti!

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