Scivolano fuori dalle fogne, tornano dal passato… Ma non sono ratti né fantasmi. Sono incubi che soltanto chi è ben sveglio può vedere. A guidarli c'è il dottor Tod, la morte in persona, armato di un bisturi e di una croce uncinata, tagliente come il ricordo dei campi di sterminio. Questa volta, Dylan combatte la lotta più dura, la lotta per la memoria... Non dimenticate!
Ed eccoci a parlare dell’albo
dylaniato forse più controverso di sempre. In redazione ne sono subito
consapevoli, visto che nel Club (inedito) viene presentato come uno “tra gli albi più sociopoliticamente
impegnati di Dylan, e che solleverà, non c’è dubbio, un mare di polemiche”.
Ma prima ancora che per la sostanza, le polemiche arrivano feroci sulla forma:
a pag. 39 Coppola rappresenta lo xenofobo e reazionario politico Lord Grimmell
(le cui idee sarebbero certo piaciute a Lord Cherill dei nn. 27 e 69) in
maniera pericolosamente somigliante al “senatur” Umberto Bossi. A pagarne le
conseguenze è proprio l’artista genovese che da lì in avanti non disegnerà più
per Dylan Dog, mentre le fattezze di Grimmell verranno modificate nelle
ristampe successive. Quest'albo avrebbe, poi, tutti i requisiti per essere
bocciato: dal soggetto banale, scontato e trasudante retorica come pochi altri,
ad alcune soluzioni di sceneggiatura un po' "disinvolte" (l'età di
Tod, Dylan che fugge dall'ospedale in camice da medico e.. occhiali scuri!! Antisgamo
proprio!), trattando il tema senza risparmiarsi nessun cliché, con il punto più
basso raggiunto alle pagg. da 23 a 25 con lo scontro con il naziskin. Eppure..
l'albo funziona, incredibilmente nella parte che più di ogni altra potrebbe
esporsi a critiche di faciloneria: il finale con la lettura del diario di Anja
Malenski, omaggio ad Anna Frank. E questo grazie proprio all'immenso lavoro di
Coppola, che se non una lacrima come a Dylan e Ella, strappa un magone anche a
noi di fronte all'Orrore più grande della Storia, con il martellante monito in
didascalia "..non
dimenticate.."
Il bravo Gianluigi mette a frutto tutta la sua esperienza di illustratore per
regalarci immagini potentemente evocative, ma anche nelle tavole precedenti si
distingue per l’ottima resa dell’ ambiente opprimente e claustrofobico della
metropolitana e di ciò che nasconde. Forse solo nell’alternarsi di proporzioni
tra carnefice e vittima da pag. 27 a pag. 28 non convince (sempre non sia
voluto), ma trattasi di peccato veniale. Per il resto questa è indubbiamente la
sua miglior prova su Dylan Dog e il suo Dottor Tod/Death/Terror è un
personaggio che lascia davvero il segno. Da notare che in quest’albo compaiono
due donne particolarmente forti e coraggiose, Anja e Ella, che spiccano su un
Dylan, caparbio come sempre sì, ma più debole e meno concreto di cliente e
compagna. In quei primi anni di vita dylaniata un’inattesa e gradita novità.
Non un capolavoro come lo giudicavo da adolescente, ma una buona storia sì.
Curiosità:
(1)A pag. 21 Dylan afferma di avere 33 anni. Nell’Horror Post (inedito) si
precisa che ha e avrà sempre tra i 33 e i 35 anni. (2) Gli ebrei-topolini e i
nazi-maiali sono un omaggio di Sclavi al romanzo a fumetti Maus di Art
Spiegelman (3) Dylan ha un’intuizione geniale per il caso grazie al manifesto
di Piccolo Grande Uomo, film diretto
da Arthur Penn nel 1970 il cui il protagonista, interpretato da Dustin Hoffman,
raggiunge l’età di 121 anni. (4)Questa non è l’ultima storia di Dylan Dog
disegnata da Coppola ad essere pubblicata: nel 2016 un anno dopo la morte del
compianto Gianluigi, su Maxi Old Boy n. 26 uscirà Per amore del diavolo, con testi di Chiaverotti. Trattasi di una
delle famose ”ergastolane” rimasta negli archivi bonelli per decenni prima di
finire finalmente in edicola. (5)Sul "Giornale di Sergio Bonelli" (inedito), in ultima pagina si rinnova per la terza estate consecutiva l'appuntamento con la campagna contro l'abbandono degli animali, con una tavola ad hoc disegnata nuovamente da Giampiero Casertano.
BODYCOUNT: 1
TIMBRATURA: Sì (1, Ella)
CITAZIONE: “E poi, non ricordo più molto di quelle giornate, quando scrivo la sera.. ci hanno tolto perfino il ricordo del presente.. ma ecco forse la risposta è questa, forse l’unico scopo è ricordare, non dimenticare..”
VOTO: 8
Soggetto: Sclavi (81)
Sceneggiatura: Sclavi (79)
Disegni: Coppola (5)
Io ho letto la ristampa e lì non c'è il volto di Bossi, ma mi pare strano che Coppola sia stato licenziato per questa cosa, come se nessuno in redazione, tra le tante persone che leggono l'albo prima di pubblicarlo, si fosse accorto della cosa.
RispondiEliminaBellissima storia, anche se il modello di riferimento, il "Maus" di Spiegelman, è obiettivamente di un altro livello. Tra l'altro io possiedo solo il primo "Maus" (nell'edizione dei "Classici del fumetto serie bianca") e ho il rimpianto di non essere mai riuscito a reperire il seguito.
Ma in realtà non so se sia stato "licenziato". Per Martin Mystere disegnò ancora, sempre non fossero storie già pronte da tempo. Che sia strano che nessun altro si sia accorto della somiglianza è davvero inverosimile. Comunque se Cherill non fosse morto nel n. 69 quella tavola sarebbe stata perfetta per lui.
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