giovedì 14 ottobre 2021

Dylan Dog #77 - L'ultimo uomo sulla terra

 

Fischia il vento nelle strade deserte e solleva polvere e carta. La città è morta. Cos'è successo, Dylan? Muovendoti a ritroso nella memoria, trovi il ricordo di Anna Never e di un amore lontano, tra le nebbie vedi un'apocalisse che ha spazzato via l'umanità intera. Ma quanto tempo è passato? E perché soltanto tu sei sopravvissuto? La verità fluttua dentro un silenzio eterno e un'eterna attesa

Il n. 77 di Dylan Dog rappresenta un unicum nella serie: due storie distinte all’interno di un unico albo da 116 pagine. Un esperimento probabilmente dettato dalla necessità di accontentare la sempre più crescente richiesta di nuove avventure dell’indagatore dell’incubo. Un tentativo che può dirsi fallito, considerato che non è stato più ripetuto. Oltretutto le due storie, completamente diverse tra loro per disegni, tematiche, atmosfere ed intenzioni, sono davvero belle e ciascuna avrebbe meritato una pubblicazione tutta sua, nel classico formato da 94 pagine (invece di doversi accontentare di 64 pagine la prima e 46 la seconda). Perché di potenziale materiale aggiuntivo ce ne sarebbe stato, soprattutto per la prima storia, quella che dà il titolo all’albo. Ad esempio avrebbe potuto esserci spazio per raccontare più in dettaglio l’epidemia che porta l’umanità all’estinzione. Un banale raffreddore.. inquietante di questi tempi. Ovviamente nessuna preveggenza da parte di Sclavi che attinge dichiaratamente l’idea da L’ombra dello Scorpione di Stephen King. L’altra fonte d'ispirazione, altrettanto palese, è Richard Matheson, ancora una volta con il suo romanzo Io sono leggenda, pluricitato nel corso della serie, nonché la relativa trasposizione cinematografica del 1964 con Vincent Price protagonista, quasi omonima dell’albo. Una Londra più sinistra e deserta di quella di Sclavi la ricordo in tempi recenti solo in 28 giorni dopo di Danny Boyle. La sceneggiatura rifugge però i temi apocalittici (la fine del mondo, vera o presunta andava di moda in quel periodo in DD), per concentrarsi sul dramma di Dylan. Malinconia, solitudine, senso di perdita. Assistiamo al progressivo precipitare di ogni speranza per il nostro, tra continui flashback e potenti squarci su un futuro polveroso, deserto, etereo, quasi impalpabile, splendidamente rappresentato dai magistrali disegni di un Roi in stato di grazia. Groucho che registra in video le sue barzellette è d'antologia, stempera la persistente tensione della vicenda insieme alla donna-disastro Anna Never, qui al suo ritorno “ufficiale” dopo il n. 4 e il cameo (ma non in presenza) del n. 55. Anna, che più che dal raffreddore di kinghiana memoria grazie a Roi sembra impestata dalla “Morte Rossa” (pag. 57), vanta tra l’altro il primato di essere la prima donna “ri-timbrata” da Dylan.  Si rivedono ancora i Pinewood Studios, assenti sempre dai tempi del n. 4, ma le citazioni di altri numeri e personaggi non si fermano qui. Compare Hamlin e c’è l’ennesimo riferimento alle dimensioni parallele di Gente che scompare (un’idea che peraltro Sclavi aveva già abbozzato proprio ne Il fantasma di Anna Never). Torna Opal e ci sono importanti riferimenti alla “Zona del Crepuscolo”, in particolare agli eventi narrati nel n. 57. La conclusione è una vera sorpresa e va ad aggiungersi alla schiera dei possibili finali dell’intera serie. Anzi, non sono pochi i fan che lo ritengono se non il “vero” finale, quello più giusto per Dylan Dog. Chiusura meta-fumettistica che ci sta: “è stato solo un sogno.. oppure la verità.. o magari una storia immaginaria.. inventata da qualcuno che scrive, illudendomi di essere un uomo reale e non un suo personaggio, le mie immaginarie avventure”. Un “what if” direttamente sulla serie regolare.. qualcun altro ci ha provato, con esiti non altrettanto fortunati. Copertina di Stano perfetta nell’anticipare la desolazione che ci attende nelle pagine seguenti. Albo importantissimo per capire chi è (era) l'indagatore dell'incubo e come funzionavano le cose ai tempi d'oro, con la libertà narrativa concessa a Sclavi che per noi lettori era manna dal cielo. Indimenticabile.

Curiosità: (1)A pag. 45 Dylan afferma che se fosse il 2002 o il 2003 dovrebbe avere come minimo 43 anni. Quindi la presunta data di nascita del nostro, più volte suggerita, cambiata, traslata per forza di cose avanti nel tempo, veniva collocata all’epoca tra il 1959 e il 1960. (2)Sulla Post (inedito)veniva annunciato in pompa magna che Dylan avrebbe avuto l’onore di comparire sulla copertina della rivista “Max” di febbraio, con un poster e un albetto contenente una storia inedita (di cui parleremo a breve) allegati in omaggio.

BODYCOUNT: 0 o forse l’intera umanità

TIMBRATURA: Sì (1, Anna)

CITAZIONE: “C’è qualcosa di ancora più brutto, sia della morte, sia di un’eternità senza scopo.. ed è la solitudine”.

VOTO: 10

Soggetto: Sclavi (73)

Sceneggiatura: Sclavi (70)

Disegni: Roi (18)

2 commenti:

  1. Sì, l'unico difetto di questa storia è che è troppo breve: andava messa nel 94 tavole tradizionali, se non addirittura nelle 128 dello speciale. Così avrebbero potuto coinvolgere anche altri personaggi, come Bloch.

    Ho letto da qualche parte, non ricordo dove, che era stata concepita per il gigante (o forse era l'almanacco?) e solo in seguito spostata sulla regolare.

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    1. E' possibile, anzi probabile. Non credo l'albo a storia doppia sia stato concepito così ab origine. Avevano due storie di lunghezza irregolare pronte e le hanno messe assieme.

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