sabato 16 ottobre 2021

Dylan Dog Fuoriserie - Spettri

 

Ryan Reed è un fotografo in gamba, forse il migliore. Nessuno sa rendere bene quanto lui l'illusione della morte, le forme del terrore immortalate su pellicola. Ed è in questa illusione che Reed vive, nello spazio spettrale che divide una finzione perfetta da una realtà, un essere umano da un simulacro, la vera vita… dalla sua piatta immagine!

Negli anni 90 Max è stata una delle riviste più popolari in Italia, soprattutto tra i giovani. Si occupava principalmente di moda, cinema, musica e spettacolo. Inevitabile che si interessasse, prima o poi, del fumetto di maggior successo in quegli anni, assurto al rango di vero e proprio fenomeno di costume. Ed ecco che nel mese di febbraio 1993 Max dedica addirittura la sua copertina a Dylan Dog. Così Sclavi, dalle pagine dell’Horror Post del #77, annunciava allora l’evento: “Max è una rivista lussuosa, enorme e autorevole, e per la prima volta nella sua storia pubblica appunto in copertina, non una foto ma un disegno (di Stano, lo riporto in calce al post), il ritratto del nostro Dylan [..] E’ un avvenimento forse senza precedenti, almeno in Italia [..]. Ne siamo onorati, e così speriamo di voi. Da tempo Dylan Dog ha valicato i limiti del fumetto per entrare nella storia del costume italiano: questa è la sua definitiva investitura di romantico cavaliere dei nostri tempi contro gli orrori dei nostri tempi”. L’ospitata era inoltre suggellata da un poster pieghevole raffigurante Dylan a figura intera, sempre ad opera di Stano, e da un albetto omaggio, in mini-formato bonelliano, contenente una storia di 32 pagine firmata da Sclavi & Freghieri e alcuni articoli su Dylan Dog. Interessante soprattutto l’approfondimento di Ferruccio Giromini su Sclavi, ai tempi già ritirato a vita da eremita, e davvero azzeccato il titolo del brevissimo editoriale di Alberto Abruzzese che definisce Dylan Dog “il navigatore della citazione infinita”. La copertina, davvero molto particolare e ben eseguita, portava ancora la firma di Stano. Passando alla storia, Spettri ha delle potenzialità inespresse, che si dissolvono al momento del clamoroso marchettone, reiterato ben 2 volte, a Max. Un fotografo che immortala per coincidenza un morto, o meglio una morta (che ancora non lo era) si era già visto in Attraverso lo specchio. Sclavi, in poche tavole, mescola le carte più volte. Si passa dal giallo classico, prima,  all’horror e agli zombi poi, e nel finale si va a parare da tutt’altra parte con alcune rivelazioni (quella su Reed ad esempio) che lasciano il tempo che trovano e la “solita” frase degli spettri che “vivono” tra noi. Ma davvero apprezzabile il discorso sulla caducità delle immagini e delle mode  affidato alle parole di Mey Li: “e i modelli e le modelle? Già in vita non sono niente, se non figure di un mondo a due dimensioni.. un mondo folle e futile, crudele e senza senso.. e noi oscilliamo tra la morte e le non vita degli spettri.. Noi tutti.. forse anche tu..” Per ora Dylan Dog è ancora qui. Non ce l’ha fatta Max, invece, che ha cessato le pubblicazioni nel 2014. Da ricordare soprattutto per le scene di nudo del bravo Freghieri, il disegnatore sicuramente più azzeccato, con il suo tratto morbido, elegante e raffinato a illustrare una storia sul tema del patinato mondo della moda.

Curiosità:(1)Spettri è stata ristampata sul n. 10 della Collana Super Book (2) Max ha dedicato un’edizione del suo celebre calendario annuale, che solitamente vedeva protagoniste star dello spettacolo, proprio a Dylan Dog (per la precisione quello del 1997. (3)Alla 12° tavola Bloch cita “Tangentopoli”.

BODYCOUNT: 1

TIMBRATURA: Sì (1, Alina)

CITAZIONE: “Ma d’altronde qual è la spiegazione della vita reale?”

VOTO: 6,5

Soggetto: Sclavi (75)

Sceneggiatura: Sclavi (72)

Disegni: Freghieri (8)


 

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