Neil Levine è uno di quei
fotografi che si faticherebbe a definire arrivati. Ha dovuto perfino vendere la
sua macchina fotografica, ed è soltanto per la gentilezza del negoziante che,
oltre a un po' di sterline, ha rimediato anche un vecchio apparecchio con cui
continuare a lavorare. Tutto considerato, non è stato un cattivo affare, almeno
non per lui! Anzi, si può dire che il successo sia arrivato proprio a partire
dal momento in cui il fotografo ha messo piede in quel negozietto dallo strano
nome... Safarà. Ma cosa succede alle povere ragazze fotografate da Levine? Sta
a Dylan, naturalmente, scoprirlo, anche se la partita resta aperta, poiché il
diabolico Hamlin, il padrone del Safarà, ha un asso nascosto...
Clamoroso caso di albo il cui
titolo e copertina sono dei giganteschi spoiler! E non solo, anche all’interno
dell’Horror Club (inedito) viene sbandierato ai quattro venti il ritorno “a
grande richiesta” di Hamlin! Una scelta che finisce per scontentare un po’
tutti. Chi si approccia alla storia credendo di trovarci il rigattiere dell’incubo
come mattatore assoluto resterà deluso, perché compare solo verso la fine. Io,
ad esempio, mi sarei aspettato di leggere un albo in cui si intrecciavano le
vicende di diversi acquirenti di oggetti venduti al Safarà. Chi non nutriva questa
aspettativa, invece, capisce comunque fin da subito dove Neil Levine ha
comprato la sua macchina fotografica e da chi si dovrà recare Dylan per venire
a capo dell’indagine. E’ chiaro che la scelta della redazione era di rendere
più appetibile al pubblico quella che in fin dei conti non è che una storia di
mera routine. Che poi inizia anche molto bene. Tutta la prima parte, quella con
protagonista Tippy Windham, è davvero accattivante, grazie anche a dei bei
momenti onirici che hanno un sapore “chiaverottiano”. Poi la sceneggiatura
procede su binari più standard, ricordando sprazzi di albi precedenti pur senza
citarli, tipo Il bacio della vipera, Delirium e Ananga (che vantano tutti Freghieri ai
disegni) e si conclude appunto con un finale deludente in quanto, come detto,
ampiamente prevedibile. A proposito di disegni, Freghieri (ma quanto lavorava
in quel periodo??) con storie ambientate nel mondo della moda, come questa, con
il suo tratto morbido, sensuale ed elegante ci va a nozze. Stupenda tutta pag.
17 (13° tavola) con Tippy nuda che cammina tra manichini e fotografie per
trovarsi di fronte a una bambola rotta con le sue fattezze sul fondo di quella
che sembra una gabbia. In generale è un peccato che ci sia del nudismo, ma sempre
in ombra o nascosto, perché il sottile erotismo che scaturisce dalle matite di
Freghieri avrebbe aggiunto quel quid in più, senza risultare volgare.
Complessivamente sufficiente.
Curiosità: (1) Viene citato il n. 59 Genteche scompare, il primo albo in cui appare Hamlin. (2) Freghieri non perde occasione
neanche stavolta per tirare fuori il mitico lenzuolo coi teschi di Dylan (un
suo marchio di fabbrica). (3) Ruju, con questa, taglia il traguardo delle 40 storie
scritte per la serie (in un lasso di tempo assai breve!).
BODYCOUNT: 10
TIMBRATURA: Sì (1, Emily)
CITAZIONE: “Non sono molti gli
uomini che sanno rendere felice una ragazza… è un dono sai?”
VOTO: 6
Soggetto: Ruju (40)
Sceneggiatura: Ruju (40)
Disegni: Freghieri (32)
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