martedì 29 dicembre 2020

Dylan Dog #54 - Delirium

Brenda Morgan è stata rapita, un assassino dal volto deforme ha trucidato la sua famiglia. Ma la catena di sangue non si ferma, segue la scia di una furia vendicativa che ha radici nel passato. Qual era il segreto dei Morgan? Quale legame stringe Brenda al suo mostruoso rapitore? Odia la bellezza e la distrugge... Il suo è un delirio di morte che Dylan deve sciogliere pezzo a pezzo. Perché dietro la sua maschera bestiale c'è un'altra maschera...

Altro albo di Chiaverotti, definito nell’editoriale dell’inedito come “la reincarnazione del defunto Sclavi”, costellato da alti e bassi. Picchi di eccellenza sono i disegni di Freghieri, la copertina di Stano, alcune frasi memorabili o mirabili, il soggetto potenzialmente eccezionale ma non sviluppato a dovere dalla sceneggiatura. Baratri di insufficienza sono il contro-finale che presenta davvero troppe incongruenze per poter risultare accettabile e  alcune sequenze che o cozzano totalmente con l'atmosfera tesa e "seria" della storia (il pupazzo del bambino) o sono totalmente inutili/ridondanti nell'economia della stessa (buona parte della sequenza ambientata al pub). L'impressione è che Chiaverotti abbia voluto mettere troppa carne al fuoco, quando invece avrebbe potuto giocarsi le parti vuote della trama con il “cazzeggio” di Dylan e l'interazione con Groucho (qui un po' trascurato rispetto ai suoi standard), che erano il suo pane. Solo dopo pochi mesi viene poi utilizzato lo stesso particolare rivelatore di Scritto con il sangue (l'odore), quando forse si sarebbe potuto escogitare un altro espediente. Alla fine sarebbero anche difetti perdonabili; il discorso sulla bellezza e il bullismo è interessante se pur poco approfondito,  il tema del doppio è un classico dylaniato, la vicenda del ragazzo-ragno commovente e la storia gira anche bene grazie al consueto depistaggio chiaverottiano, almeno fino al contro-finale che rifila una mazzata tremenda all'albo. Peccato, occasione sprecata perché ne sarebbe potuto uscire un quasi capolavoro. Comunque il buon Claudio si conferma il #1 nella creazione dei serial killer carismatici e l’assassino deforme in sandali con strana roncola in pugno si iscrive di diritto nel club dei più riusciti.  Mi sono sempre chiesto dove fosse sto liceo di aspiranti modelle, in cui tutti i maschietti di Londra avrebbero voluto iscriversi. Freghieri ci sguazza, regalandoci bellezze mozzafiato; persiste però nel disegnare un Bloch grasso ai livelli di Fat del n. 40. Renee mi pare ispirata nel nome e nelle fattezze alla modella e attrice Renee Simonsen, molto popolare negli anni 80. Molto ben realizzata e ricca di particolari (e ombre) la copertina di Stano, come accennato in premessa. Tra pregi e difetti l’albo raggiunge ampiamente la sufficienza. Non ho rinvenuto espliciti modelli di riferimento, stavolta, anche se la trama è strutturata come i classici slasher anni '80, tipo Compleanno di sangue (1981) di J. Lee Thompson.

SPOILER: Ipotesi sul contro-finale. Dal momento che lo considero il vero tallone d’Achille dell’albo, mi pareva giusto dedicargli un piccolo approfondimento. All’epoca della sua uscita e anche dopo, sui vari forum, si dibatté (e qualche volta ancora si dibatte) sul senso di questo contro-finale. Chiaverotti lascia lungo il percorso degli indizi, in alcuni casi contraddittori e comunque insufficienti a far quadrare tutti i pezzi del puzzle. Penso, ad esempio, alla rivelazione del lavoro che Carrie Drayton (identica a Brenda) svolgeva in America, ovvero la creazione di maschere di gomma; nel testo è pure grassettata, per cui bisogna concludere che non sia un’informazione buttata lì, ma abbia una decisa importanza. Sta quindi al lettore riempire, con un mix di intuito e fantasia, i vuoti lasciati dallo sceneggiatore. Per me Carrie Drayton non è una sosia, ma rappresenta in realtà la parte buona di Brenda, mentre il mostro chiaramente quella cattiva. Le due metà si sono distaccate fisicamente proprio a causa della malattia alla ghiandola ipofisaria che ha distrutto in maniera progressiva la bellezza di Brenda, causando indirettamente anche la sua follia. Una volta che Carrie/Brenda prende coscienza di ciò che è veramente accaduto (e consumata anche la sua vendetta, se pur per mano “altrui”) riesce a disfarsi della sua parte malvagia con il potere della mente che prima l’aveva creata. Mia ipotesi ovviamente e non supportata appieno dagli elementi disseminati da Chiavarotti, pertanto lascia il tempo che trova. Se ne avete di differenti vi invito a condividerle nei commenti. FINE SPOILER.

Curiosità: (1)Sull’inedito viene annunciato l’ormai imminente Almanacco della Paura, anche se non vi sono ancora presentazioni ufficiali in terza o quarta di copertina. (2) Nel Club dell’Orrore (sempre inedito)viene decantato nuovamente il successo del team up con Martin Mystere, rivelando che i lettori stavano già chiedendo con insistenza un secondo capitolo. (3) Ancora una volta un rito cattolico in un funerale a cui partecipa Dylan. Uno dei tanti esempi di “italianizzazione” della Londra dylaniata.

BODYCOUNT: 8

TIMBRATURA: Sì (1, Brigitte)

CITAZIONE: “Sono il mostro che si cela sotto la maschera del mostro”.

VOTO: 7

Soggetto: Chiaverotti (7)

Sceneggiatura: Chiaverotti (7)

Disegni: Freghieri (4)

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