martedì 15 dicembre 2020

Dylan Dog #51 - Il male

 

Un contagio potentissimo e letale. Nella sua forma più pura e semplice, è distruzione, massacro, flagello insensato. Chi lo incontra ne diventa schiavo, si trasforma in una furia omicida senza limite. Soltanto Kyle, l'americano dai modi spicci, sembra conoscere la sua origine... Ma potrà davvero fermarlo? Per Dylan inizia una terribile favola splatter, in cui deve prendere per le corna il Diavolo in persona. E combattere a mani nude… il Male!

Albo che segna l'esordio ai disegni del grande Bruno Brindisi, destinato a divenire una delle colonne portanti della serie. L’artista salernitano approdava in Bonelli dopo (o meglio durante) l’esperienza con la Acme Edizioni con la quale aveva collaborato per Splatter e Mostri, riviste in cui il livello di gore era decisamente più elevato rispetto allo standard di Dylan Dog, che pure in quell’anno aveva registrato un notevole incremento di scene splatterose. Una tendenza in atto, forse, destinata però a subire un brusco rallentamento nei mesi successivi a seguito dell’interrogazione parlamentare di cui ho accennato nella scheda del n. 48 e al clima da “caccia alle streghe” che ne seguì. Gli effetti qui ancora non si vedono, anzi, Il Male è presentato fin dall’editoriale come l’albo più splatteroso dell’intera saga dylaniata. Ed è vero. Sclavi non si fa scappare l’occasione di avere a disposizione proprio Brindisi, per creare una sorta di trait d’union con i “fratelli di sangue” (così sono definiti nel Club dell’Orrore a pag. 2) della Acme. Bodycount elevato, morti violentissime, arti mozzati, frattaglie varie, bambini uccisi (non una novità questa, anzi, il Tiz osava spesso, come abbiamo visto commentando le uscite precedenti), non manca nulla per pestare giù duro. Si accanisce soprattutto con la fidanzata di turno di Dylan, la malcapitata Erin che fa una fine davvero brutta (ancora più macabra quella, poi scartata, che vedeva la ragazza segata in due, tavola recuperabile sul Dylan Dog Diary). Confesso però di avvertire sempre la mancanza di ironia, complice anche un Groucho un po’ sottotono, cosa atipica per Sclavi che era solito usarla per stemperare le scene più splatter (vedasi Golconda ad esempio) ed è questo uno dei motivi per cui non ho mai apprezzato moltissimo questa storia. L’altra ragione è che il soggetto e in buona parte anche la sceneggiatura sono troppo dipendenti dal modello de L'alieno (The Hidden) di Jack Sholder, che viene innestato sulla struttura classica degli Uccisori, senza reali guizzi di originalità se non nella sorpresa finale riguardo la vera natura del “male”. Insomma, puro mestiere e lettura comunque piacevole, un blando (e stucchevole) accenno animalista, ma nulla più. Sclavi gioca comunque a carte scoperte: Dylan ed Erin vanno a vedere The Hidden al cinema, il primo “infetto” si chiama Sholder, il “cacciatore” si chiama Kyle, come McLachlan, l’attore protagonista del film. Ovviamente non mancano altre citazioni: Kyle è la copia di Stallone in Cobra (di cui ci viene nuovamente dispensata la celebre battuta) ma ha la pistola di Terminator. Viene omaggiata la caduta di Alan Rickman in Trappola di Cristallo, in alcune morti è possibile scorgere richiami a Profondo Rosso e Venerdì 13, il cane rimanda alla Cosa di Carpenter. Il titolo, come leggiamo nell’editoriale, è invece ispirato a Il male di Andy Wharol film del 1976 diretto da Jed Johnson. Davvero buono l’esordio di Brindisi ai disegni, se pur con uno stile ancora debitore della “scuola salernitana”; presto avrebbe comunque trovato una via più personale elevando in più occasioni il suo lavoro a livelli eccelsi. La copertina di Stano con il virus tentacolare ha colori un po’ uniformi, ma riesce comunque ad essere incisiva.

Curiosità: (1)Citata la canzone Memories can’t wait dei Talking Heads (2)Nella Horror Post di pagina 4 dell’inedito viene pubblicato un disegno di Raul e Gianluca Cestaro, di Napoli! Chissà se allora i due fratelli avrebbero immaginato di finire davvero a disegnare per Dylan Dog! (3)Altre curiosità ce le rivela lo stesso Brindisi in un recente post pubblicato su facebook, in occasione del trentennale dell’uscita di quest’albo: a) la sequenza di Erin segata in due fu cambiata per volere di Decio Canzio che la giudicò eccessiva. b)a pag. 75 i protagonisti della tavola hanno le fattezze dello stesso Brindisi (l’operaio con la saldatrice) e di Luigi Siniscalchi (la vittima). c)l’aspetto del Virus è ripreso da un’illustrazione di Karel Thole così come la donna dall’occhio cavato a pag. 77.

BODYCOUNT: 27

TIMBRATURA: Sì (1, Erin)

CITAZIONE: “Io.. sono..  qui.. io sono.. il male!”

VOTO: 7,5

Soggetto: Sclavi (44)

Sceneggiatura: Sclavi (40)

Disegni: Brindisi (1)

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