giovedì 3 dicembre 2020

Dylan Dog #46 - Inferni

 

Che cos'è l'Inferno? Un sasso nella scarpa, una notte insonne, un pensiero che torna ossessivo? Cosa sono gli Inferni e quanti sono? Infiniti, caro Dylan, desolati o frivoli, folli o governati da una noiosa burocrazia. Ma anche gli impiegati più attenti possono sbagliare, anche il più esperto funzionario infernale può distrarsi... Ed ecco che i morti tornano sulla Terra a regolare vecchi conti in sospeso!

L’inferno non è poi così brutto come lo si dipinge.  Così lo descrive, o meglio, li descrive Griffin Reeves a Dylan: “Non esiste l’inferno, esistono tanti inferni.. milioni, miliardi di inferni, tutti attorno a noi, in una dimensione appena un po’ sfasata rispetto a quella reale.. alcuni sono terribili.. malebolge dantesche, proprio come uno si immagina l’inferno.. le fiamme, la lava bollente, i diavoli con le forche..  altri invece sono sereni, e assomigliano forse a un’altra cosa che,come l’inferno, non esiste.. il paradiso.. altri ancora sono folli o normali, o senza senso come la burocrazia.. e capitare nell’uno o nell’altro è solo un caso, come è un caso venire al mondo in Inghilterra, in Italia o su Alpha Centauri.. “ Albo dunque di importanza fondamentale per la teorizzazione della visione sclaviana degli inferni, già accennata nei nn. 6 e 41. Intuizione felicissima, insieme al personaggio (poi divenuto ricorrente) del capoufficio “doppia faccia”,  diavolo, con una corte di impiegati dalle bizzarre teste, al comando del burocratizzato settore infernale che fornirà materiale per parecchie storie a venire. Alcuni autori ne hanno addirittura abusato, tirandolo in ballo troppo spesso; altri, come Ambrosini quando è passato anche ai testi, ne hanno saputo fare un uso più funzionale al contesto narrativo e del tutto coerente con il loro stile. La sceneggiatura prende il via con uno struggente e delicato prologo, tra i più belli della serie, per condurci poi in altri inferni. Come quello in cui si tuffa, letteralmente, il malcapitato Stan, vittima inconsapevole di un errore che può capitare anche se tutto è scritto.. Ma l’inferno principale è il già citato settore burocratico, un luogo kafkiano, dove si sa tutto di tutti, anche di Dylan. Sanno che è già scampato alla morte nel n. 10, che è sceso a Golconda, che la sua dipartita definitiva è ancora lontana, che è un inconsapevole catalizzatore di forze occulte e che gli incubi a cui ha assistito avrebbero dovuto farlo impazzire non fosse stato per l’ironia. L’ironia, che Dylan ha perso negli anni (occasionalmente rimpiazzata dal sarcasmo) e che oggi mi manca più di ogni altra cosa sparita dopo i primi 100. Ma qui troviamo un’altra caratteristica di Dylan, di quel Dylan, che non c’è più:  le sue umane debolezze da antieroe. Da “figlio di buona donna”, si porta Pat a letto perché "ne aveva voglia" e neanche gli piaceva più. E poi c’è il clamoroso fallimento dell'indagine, una cantonata colossale che gli causa il biasimo di Bloch e di Madame Trelkovski (al suo ritorno dopo il n. 25 e con un’altra vetrata infranta) che non esita a definirlo un ciarlatano. Battuta finale tra le più celebri. Molto buono il lavoro di Ambrosini, che dimostra di avere gli inferni nelle sue corde, forse perché per certi versi assimilabili alla dimensione alternativa fuori dallo spazio e dal tempo,  Al di sopra degli stagni, delle valli, delle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari, al di là del sole, dell'etere e dei confini delle sfere stellate...” del suo futuro Napoleone.

Visivamente molto ricca la copertina di Stano.

Albo insolitamente poco considerato dai fan.

Curiosità: (1) sull’inedito viene annunciata la prima ristampa, addirittura quindicinale, a meno di quattro anni dall’esordio in edicola, causa arretrati ormai abbondantemente esauriti e crescente richieste dei lettori. (2) A pag. 52 c’è un errore nell’inversione a U di Dylan: la guida è a destra!

BODYCOUNT: 1

TIMBRATURA:  Sì (1, Pat)

CITAZIONE: “L’eroe stavolta ha perso.. e andate tutti all’inferno!”

VOTO: 9

Soggetto: Sclavi (40)

Sceneggiatura: Sclavi (36)

Disegni: Ambrosini (4)

Nessun commento:

Posta un commento