lunedì 4 gennaio 2021

Dylan Dog presenta: Il primo Almanacco della Paura - Dopo il grande splendore

 

Il successo sempre più crescente dell’indagatore dell’incubo aumenta la richiesta di nuovo materiale da parte dei lettori. E’ così che dal 1991 una nuova pubblicazione, l’Almanacco della Paura (ribattezzato “Magazine” a partire dal 2015) si va ad affiancare, con cadenza annuale, alla serie regolare e allo Speciale, divenendo la terza collana dylaniata più longeva. L’Almanacco non era una novità in casa Bonelli, dal momento che, già a partire dal 1987,Martin Mystere aveva inaugurato quello del “Mistero”. Negli anni successivi si sarebbero poi aggiunti gli almanacchi del West, della fantascienza, dell’avventura e del giallo sempre abbinati a uno o più personaggi bonelliani. Per quanto riguarda Dylan Dog, la formula prevedeva inizialmente un riepilogo delle uscite cinematografiche (con spazio anche all’ home video) e letterarie a tema horror dell’annata appena conclusa, alcuni dossier dedicati a temi specifici e due storie a fumetti (una medio/lunga e una breve) con protagonista il nostro indagatore. Successivamente verranno introdotte alcune rubriche (ad es: quella sui videogiochi), cambierà la qualità della carta di stampa (a partire dalla 4° uscita) e si alterneranno altre modifiche (ad es: a volte verrà pubblicata una sola storia a fumetti anziché 2) fino alla graduale perdita di importanza dell’Almanacco in coincidenza con l’avvento di Internet. Non v’è dubbio infatti che i primi tre, in particolare, fossero una vera e propria manna di preziose informazioni per gli appassionati di horror che non avevano, all’epoca, molte fonti di aggiornamento. Personalmente la mia base di conoscenza del genere è da ascrivere proprio a quelle prime, mitiche, pubblicazioni e ai volumetti dell’Enciclopedia della Paura che venivano allegati agli Speciali. Non procederò, comunque, ad analizzare le singole rubriche, ma mi limiterò, come di consueto, ad esaminare le singole storie. Tuttavia, devo segnalare il fiore all’occhiello di questo primo Almanacco che è indubbiamente il corposo dossier dedicato a H.P. Lovecraft, realizzato in occasione del centenario della nascita del “Solitario di Providence” da Stefano Marzorati e Maurizio Colombo con la collaborazione di Granfranco De Turris.

Dopo il grande splendore

Verrà una grande luce, a spazzare via il mondo. Verrà e inonderà tutto con una pioggia radioattiva… Chi ha ucciso il professor Briggs? Quale ossessione tormenta le notti del dottor Steiner? Ci sono mostri senza nome che nascono dall'incubo atomico, mostri innocenti nascosti alla vista dell'umanità, e ognuno di loro urla in silenzio il proprio diritto alla vita.

Storia di 64 pagine che segna l’esordio ai disegni di Gabriele Pennacchioli, che in precedenza aveva lavorato per Diabolik, L’Intrepido, Il Monello e Il Giornalino. Per Dylan Dog saranno in tutto tre, una delle quali data alle stampe solo molti anni dopo la sua realizzazione, le storie pubblicate a firma Pennacchioli, nessuna delle quali sulla serie regolare. La sua prova in quest’occasione è molto buona, anche se ai tempi il suo tratto così chiaro ed essenziale devo confessare che non mi aveva conquistato. Sclavi parte qui da uno splendido prologo che ha delle affinità con quello di Inferni, ma è soprattutto un’esplicita citazione del film d’animazione Quando soffia il vento (1986) di Jimmy Murakami, a sua volta tratto dalla graphic novel When the wind blows scritta da Raymond Briggs nel 1982 ed inedita in Italia. Non a caso uno dei personaggi, la prima vittima, di Dopo il grande splendore si chiama proprio Raymond Briggs, chiaro omaggio di Sclavi al “collega” britannico. Per il resto la trama è perfettamente dylaniata, con lontani rimandi all’ Isola Misteriosa, con cui condivide l’ atmosfera dolente e malinconica, e un debito evidente, pur non dichiarato, nei confronti di Freaks di Browning (e in parte anche del romanzo Mostri dello stesso Sclavi). La profonda tristezza di Steiner è splendidamente raccontata attraverso pagine fatte di pochissimi dialoghi, solo utilizzando piccoli gesti, i volti e gli sguardi dei personaggi e il duetto musicale con Dylan. Un orrore enorme, vero, indescrivibile mostrato con eleganza, rispetto e delicatezza, anche per merito dei disegni di Pennacchioli. Qui il nostro indagatore passa definitivamente dalla parte dei mostri, rinunciando a denunciare il colpevole dell’omicidio. Forse la paura dell’”atomica” non era più di moda, ma il disastro di Chernobyl era ancora materia recentissima all’epoca e la storia centra il colpo.

Curiosità: (1)Il modo in cui Dylan scopre l'identità dell'assassino di Briggs ricorda L'uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento. (2) Tanto per restare in tema viene citato il film di Kubrick Il Dottor Stranamore (1964). (3)A pag. 105 (55° tavola) c’è un errore nella penultima vignetta. La registrazione del nastro ascoltato da Dylan è “Lo scopo che tutti voi mostri vi proponevate allora..”. In realtà l’assassino a pag. 60 (10° tavola) aveva esclamato: “Lo scopo che tutti voi porci vi proponevate allora..”. L'errore non è stato corretto neppure nella ristampa pubblicata su Superbook #4.*

BODYCOUNT: 4

TIMBRATURA: Sì (1, Stella)

CITAZIONE:  “Ora quegli uomini vogliono vendicarsi.. ma non sono più uomini.. sono incubi, appunto.. sono mostri!“

VOTO: 8,5

Soggetto: Sclavi (46)

Sceneggiatura: Sclavi (42)

Disegni: Pennacchioli (1)

*Si ringrazia Leprecano per la preziosa segnalazione.

3 commenti:

  1. Io ho il "Super book" e ti informo che l'errore non lo hanno corretto: anche qui dicono "porci" e poi "mostri". Non me ne ero mai accorto!

    Io gli almanacchi li ho solo dal 2004 al 2015: quelli dal 1991 al 2003 li ho in "Super book". Spesso mi capita di trovare sui Ebay i primi almanacchi a prezzi abbordabilissimi e ho la tentazione di comprarli, ma poi mi dico che le storie le ho già e non ha senso prendere doppioni (anche perché in casa ho già 1800 fumetti, ci manca solo che mi metta a prendere anche doppioni!).

    Se gli articoli sono ben scritti penso che avrebbero un senso anche oggi, all'epoca di internet: magari in rete trovi recensioni sui singoli film, ma articoli ben scritti che facciano una panoramica su tutte le uscite dell'anno non è che si trovano.

    Un'ultima polemica: trovo pessima l'idea di aver ribattezzato "magazine" gli almanacchi. Oggi è tutto un magazine: magazine di qua, magazine di là. Vuoi mettere quanto fosse più evocativo "Almanacco della paura"?

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    1. Probabilmente "almanacco" era ritenuto un titolo non adatto ai ggiovini. Che poi non so quanti siano i giovani che acquistano Dylan.
      Grazie per la precisazione sul Superbook. Aggiorno!

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  2. Bellissima storia: non succede quasi nulla, eppure comunica più emozioni rispetto a storie ricche di accadimenti. L’unica cosa che mi lascia perplesso è che Dylan...

    ... spoiler...

    ... non denunci l’assassino: passi che abbia ucciso il professore (che comunque si era dissociato dal progetto nucleare), ma uccide pure il proiezionista del cinema, che era un uomo innocente. Un assassino davvero spietato, al di là del lavoro prezioso che ha fatto alla clinica.

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