È proprio vero che non c'è
nulla come la magia del circo. Quello del Grande Marinelli, poi, è magico nel
vero senso della parola. Non ci sono animali nel suo circo, soltanto povere
ragazze in possesso di facoltà paranormali stupefacenti, ma non per questo meno
sole e indifese... Ragazze che l'inquietante individuo ha ridotto in schiavitù.
A liberarle pensa Lilian, un antico amore di Dylan Dog, ma una di loro è
nuovamente in pericolo e l'ombra perfida del Grande Marinelli torna a incombere
minacciosa...
Ogni volta che rileggo il prologo
de Il grande Marinelli mi illudo di poter rivalutare questa storia. Invece
esaurito il siparietto con i simpatici tre zingari resto sempre deluso. Davvero
non si capisce dove voglia andare a parere Wood, indeciso tra toni leggeri e
drammatici, un calderone in cui immette una ridda di personaggi, anche
potenzialmente interessanti, che finiscono però per risultare solo appena
abbozzati. Un esempio su tutti, Petra, la poliziotta di origini ungheresi che
aiuta Dylan nell'indagine e poi viene totalmente dimenticata. Lo stesso accade
per il gitano Diablo che all’inizio sembra avere un ruolo quanto meno di
secondo piano e poi sparisce del tutto. Magari lo sceneggiatore paraguaiano pensava
di avere a disposizione un numero di tavole più abbondante delle canoniche 94 e
poi si è dovuto adattare, chissà… Fatto sta che ci troviamo per le mani una
storia bislacca che dimostra come Wood non avesse compreso bene chi e cosa
fosse Dylan Dog, un misunderstanding di intenti già evidente nel pur apprezzato
L'esercito del male, con l'esasperazione della connotazione
"cavalleresca" del nostro. Forse anche per questo nessuna sua sceneggiatura
finì mai sulla serie regolare. Qui non bastano un pochino (proprio una spruzzatina)
di splatter e un Piccatto discreto (anche se Nina a pag. 61, o 29° tavola,
sembra priva del braccio destro) a salvare la baracca. Della copertina di Stano
mi piace l’effetto neve, soprattutto sul retro dell’Almanacco.
I dossier sono dedicati ad
argomenti interessanti: E.A. Poe, Algernon Blackwood, “i cattivi” cannibali e
soprattutto quello sul grandissimo Alberto Breccia, firmato da Mario Faggella.
Le rubriche dedicate a film, libri e videogiochi, abbastanza ridotte come
numero di pagine rispetto al passato, erano già diventate obsolete all’epoca con
Internet ormai entrato nelle case di quasi tutti gli italiani.
Curiosità: Alle pagg. 59 e 60 (27°
e 28° tavola) compaiono i personaggi principali di Alice nel paese delle
meraviglie, nella loro versione disneyana.
BODYCOUNT: 5
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “Ah Dylan, sei
sempre lo stesso… il cavaliere senza macchia e paura che cade dal destriero… il
coraggioso cowboy che affronta i cattivi lungo la strada e si scorda la pistola.”
VOTO: 5
Soggetto: Wood (2)
Sceneggiatura: Wood (2)
Disegni: Piccatto (35)
Ho avuto anch'io la sensazione che non fosse una storia da sviluppare in 94 tavole e che quindi sia risultata un po' sbrigativa, però ha quel non so cosa che me la fa apprezzare, come anche le altre due storie di Wood. Forse è un autore col quale non è semplice entrare in sintonia: io però ci sono entrato in sintonia, le sue storie mi lasciano sempre qualcosa 😊 .
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