Venezia sembra fatta apposta
per sognare, ma c'è qualcuno che vuole trasformare i sogni in incubi, incubi talmente mostruosi da poter inabissare l'antica regina
della laguna per sempre. Per fortuna, vigilano sulle sue sorti Saul l'angelo
caduto, un ex agente di Scotland Yard di nome Dylan Dog, il commissario Corradi
e il signore di tutte le alcove, l'avventuriero evaso dal carcere dei Piombi,
Giacomo Casanova!
L’annata dylaniata 2002 si apre
con un albo pieno di ritorni, come ci viene preannunciato anche nell’Horror
Club (inedito). Dopo sette anni di assenza (copertine a parte ovviamente),
torna a disegnare sulla serie regolare Angelo Stano che non si vedeva dal n.100, avendo firmato nel frattempo solo alcune storie uscite su Gigante! Poi
abbiamo il ritorno di Dylan a Venezia, già visitata nel n. 128, accompagnato
stavolta dal fido Groucho; il nostro torna a collaborare con il commissario Corradi
conosciuto appunto ai tempi de La morte rossa. Si rivede anche Saul, il
biondo angelo senz’ali co-protagonista del n. 141 L’angelo sterminatore.
E per finire torna a far parlare di sé la misteriosa setta degli “Illuminati”, introdotta
nel n. 155, La nuova stirpe. Da questa premessa si capisce subito quanto
tanta, troppa, sia la carne messa sul fuoco da Pasquale Ruju. Peccato perché il
soggetto offriva spunti indubbiamente interessanti (l’idea dei “sognatori” e il
loro collegamento con Giacomo Casanova), ma la sceneggiatura finisce per essere
"ristretta" in un albo dal formato tradizionale mentre avrebbe
necessitato di un maggior numero di pagine (Speciale o addirittura Gigante) per
riuscire a dipanarsi con più ampio respiro e gestire a dovere tutte le
sottotrame avviate. Così invece la storia scorre via troppo in fretta, senza
lasciare molto (a parte il piacevole omaggio veneziano), complice un Dylan
quasi inutile nell'economia della vicenda e un Groucho abbondantemente sotto i
suoi standard. Il personaggio di Saul, tanto apprezzato nel n. 141, qui viene trasformato in un santone qualunque
che sentenzia frasi scontate a tutto spiano. Compensano i disegni di Stano:
eccezionali il prologo con i fuochi sui canali e i sogni all'acquerello di
Casanova. Solo alcuni mostri nel finale non mi hanno convinto. Avrei sfruttato
di più, invece, la Morte in versione gondoliere, protagonista anche della suggestiva
copertina, relegata a un paio di vignette a pag. 83.
Curiosità:
Quella di quest’albo è in realtà la terza sortita di Dylan in Italia, anche se
la seconda non viene mai ricordata. Oltre che a Venezia, infatti, il nostro è stato
anche in Toscana ne Il gatto nero, pubblicata su Gigante n. 8.
BODYCOUNT:
28 (oltre a una serie di altre vittime non quantificabili)
TIMBRATURA:
Sì (1, Chiara)
CITAZIONE:
“E così, un sognatore se ne va. Quanti altri ne perderai, Venezia?”
VOTO:
5,5
Soggetto:
Ruju (41)
Sceneggiatura:
Ruju (41)
Disegni:
Stano (11)
Io al 6 ci arrivo, ma sostanzialmente concordo: occasione sprecata.
RispondiEliminaLo hai visto il video di Niky Argento che ripercorre dal vivo le ambientazioni di questa storia?
No, ho visto quello di Inferno recentemente. Darò un'occhiata anche a questo. Nella Morte Rossa Roi era stato strepitoso, ma Stano qui ha avuto più occasioni di far risaltare le location più famose della città.
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