Un giorno come gli altri, per
Groucho… la spesa al mercato, un salto dal giornalaio e poi a casa. Beh,
sarebbe un giorno come gli altri se al numero 7 di Craven Road ci fosse ancora
la casa di Dylan Dog, con annesso Indagatore dell'Incubo, e non invece un bar
di bassa categoria gestito da un tipo che afferma di essere lì da almeno sedici
anni. Per Groucho e l'ispettore Bloch sembrano non esservi spiragli per
sciogliere il mistero, fintanto che Lord H. G. Wells, con uno dei suoi
improbabili marchingegni, non riesce a rilevare un'emanazione di onde di
negatività, la cui origine, pur essendo invisibile, è proprio sotto gli occhi
di tutti …
Dov’è finito Dylan Dog? Una domanda
che sorge spontanea subito dopo aver concluso la rilettura di questo 16° speciale
che ritorna alla formula delle mini-storie multiple. Una formula in precedenza
sempre fortunata e che a me personalmente è sempre piaciuta molto. Non questa volta. Ma andiamo con ordine. La
cornice è “metafumettistica”, palesando la difficoltà degli autori, anche fisiologica
dopo sedici anni di vita editoriale, nell'inventare nuove avventure per
l'indagatore dell'incubo. Quest’idea è veramente interessante, ma per il resto le scene di raccordo tra un episodio e l’altro
sono piuttosto mosce. Groucho nel prologo è fin troppo seri; fa piacere
rivedere Lord Wells più avanti in una delle sue ultime apparizioni, ma ormai è
ridotto a una macchietta. Con tutte le vecchie fiamme di Dylan, poi Ruju va a recuperarne
una di serie C, Drew Thorpe, conosciuta ai tempi de L’idolo della folla
e sostanzialmente sconosciuta o dimenticata dalla maggior parte dei lettori. L’unico
a mostrarsi attivo, in un contesto per lo più statico, è Bloch, preoccupato più
di ogni altro dalla scomparsa dell’amico. Passando nel dettaglio alle tre mini
storie:
IL BRANCO: L’episodio soffre di
un’eccessiva lentezza e occupa troppe pagine per arrivare alla conclusione,
quando ne sarebbero bastate poco più della metà visto che è piuttosto scontato
e oltretutto Dylan non risolve neppure il caso! Lo Speciale avrebbe giovato di
almeno un altro paio di mini-storie per risultare più dinamico, ma questa si è
mangiata subito un sacco di spazio utile. C’è l’ennesima citazione dei drughi
di Arancia Meccanica, stavolta con la variante dei rollerblade, e un rimando
alla letteratura norrena (gli “ulfhednar”). Simpatico il finale sul pulmann ma
un po’ fuori contesto.
LA MANO DEL MORTO: Indubbiamente
la migliore del lotto, (mezzo punto in più nel mio giudizio globale all’albo), anche
se in fin dei conti è una variante di Partita con la morte: da una parte
la partita a scacchi con la Grande Consolatrice, dall’altra il poker con il
Diavolo. C’è anche una connessione tematica con la prima storia, il desiderio
di restare sempre giovani e in forma, ma non saprei dire quanto voluta. Bello
vedere Dylan invecchiare, ma il suo bluff risulta davvero molto forzato,
soprattutto per come ci abbocca Stanton.
LAVORI IN CORSO: Quest’ultima si
pone come una sorta di sequel della precedente, con protagonista però Groucho
al posto di Dylan. L’inizio sembra promettere altro, poi lo strambo assistente
entra in campo a suon di battute, ma assai distanti dalle migliori del suo repertorio.
Ancora metafumetto alle pagg. 131-132
Ai disegni troviamo un Freghieri ai minimi storici,
svogliato, frettoloso e con il pilota automatico innestato. Carina l’ultima
vignetta, ma non può certo bastare a salvare la sua prova. Nemmeno la copertina
di Stano appare ispirata, con Dylan che sembra quasi essere stato aggiunto e
appiccicato in una fase successiva a quella della realizzazione dello sfondo.
Curiosità: (1) Nella prima mini-storia
vi sono riferimenti a Horror Cult Movie, scritta sempre da Ruju ma all’epoca
non ancora pubblicata; uscirà infatti due mesi dopo su Gigante n. 11. (2) Il
Bruto’s Snack Bar che compare nel prologo è un omaggio al “Bruno’s Snack Bar”, locale
che si trovava realmente in una delle Craven Road di Londra.
BODYCOUNT: Non quantificabile
TIMBRATURA: Sì (1, Drew,
“ritimbrata”)
CITAZIONE: “Dylan Dog? Ma
cos’è? Vi siete messi tutti d’accordo? Questo è un locale pubblico e qui non
c’è nessun dannato Dylan Dog, chiaro?”
VOTO: 5,5
Soggetto: Ruju (45)
Sceneggiatura: Ruju (45)
Disegni: Freghieri (34)
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