sabato 1 marzo 2025

Dylan Dog Gigante n. 11 - Horror Cult Movie

 

Che cosa c'è di meglio che godersi un bel film dell'orrore, comodamente seduti nel buio di una sala cinematografica, assaporando il piacere di sapere che basta poco per liberarsi degli incubi che prendono vita sullo schermo? In fondo, non c'è altro da fare che lasciare la sala… O, perlomeno, così sarebbe se il film in questione non fosse l'ultima opera di John Munro, un regista tanto fedele al suo stile da suicidarsi con una motosega. Come ultimo regalo al pubblico in lacrime, tra cui anche Dylan Dog, Munro ha però lasciato una misteriosa eredità: il capitolo definitivo della sua truculenta saga, "Bloody Evil VIII". Un film di cui si può dire tutto, ma non che sia come tutti gli altri…

Annata fortunata il 2002 per Pasquale Ruju. Horror Cult Movie, terzo Dylandogone a storia unica, non sarà certo un capolavoro, ma è senz’altro un buon prodotto. Il soggetto è interessante anche se non originalissimo: qualcosa di vagamente simile si era già vista in Losguardo di Satana e ancor più alla lontana si potrebbe rintracciare qualche affinità con Horror Paradise. Il modello di riferimento, almeno parziale è però da rintracciarsi in Demoni (1985) di Lamberto Bava, uno dei migliori horror made in Italy degli anni ’80. Ma è la sceneggiatura a portare avanti la baracca, riuscendo a non annoiare nonostante la lunghezza elefantiaca della storia. Ruju tiene viva l’attenzione grazie a un buon ritmo, a rimandi e strizzatine d'occhio a Romero, Carpenter, Evil Dead (oltre che al già citato Demoni) e naturalmente al sano action-horror di serie B (beast movie compresi) e a una spruzzata di metacinema, o meglio sarebbe dire metafumetto (le didascalie con gli inserti di sceneggiatura). Non ci sono veri momenti di stanca grazie ai vari intermezzi dei "Bloody Evil", se mai c'è da recriminare per la scarsa presenza di Groucho che poteva essere integrato anche nel resto della storia e risultare più simpatico nell’anticipare i colpi di scena del film rispetto all’insopportabile Hassel. Di Vincenzo in gran spolvero, ottimi i suoi disegni su cui riversa fiumi di china proprio come piace a me. I suoi vari mostri, zombi e indemoniati se pur spesso tenuti in penombra sanno essere terrorizzanti, mascherando la carenza di splatter presente più a parole che nei fatti; d’altronde lo stesso Dylan a pag. 22 ammette indirettamente che lo splatter in quel momento non andava di moda. Note negative: i ragazzini, fin troppo presenti e alla lunga poco sopportabili. Mi perplime anche il cinema in cui si svolge la vicenda: nella maggior parte delle vignette sembra totalmente deserto a parte Dylan e gli altri co-protagonisti, ma in un paio di occasioni sbuca qualcuno che non si capiva dove stesse seduto. Per la copertina Stano abbandona il consueto stile pittorico adottato per i Giganti, ma il concept funziona comunque alla grande; occhio a Ghostface in ultima fila!

Curiosità: (1) Dylan aveva già capito quasi tutto a pag. 92 (o 88° tavola)! (2) A pag. 64 (o 60° tavola che dir si voglia), nella 2° vignetta compare la locandina di L’ultimo Boy Scout (The Last Boy Scout, 1991) diretto da Tony Scott con protagonista Bruce Willis. (3) A pag. 225 Dylan cita i fumetti di Little Nemo, realizzati dal disegnatore statunitense Winsor McCay nei primi del ‘900, in cui il bambino protagonista ogni notte vive delle fantastiche avventure nel mondo dei sogni che puntualmente nell'ultima vignetta svaniscono al suo risveglio.

BODYCOUNT: 0

TIMBRATURA: Sì (1, Minnie)

CITAZIONE: “L’obiettivo scava dentro di lui fino a rivelarne tutta l’angoscia… il tormento

VOTO: 7,5

Soggetto: Ruju (47)

Sceneggiatura: Ruju (47)

Disegni: Di Vincenzo (5)


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