Niente di meglio che un bel
gioco di società per passare una tranquilla serata tra amici. A meno che la
variopinta scatola che contiene “Il Signore
degli Elementi” non provenga da uno strano e
inquietante negozietto che appare e scompare! I nomi
di Safarà e del sulfureo Hamlin vi dicono
nulla? A Dylan sì, e se fosse per lui quella scatola non dovrebbe neppure
essere aperta. Ma stavolta è il Gioco che detta le regole. E la regola numero
uno è che nessun giocatore possa abbandonare la partita!
Albo che
segna il mirabolante esordio ai disegni di Fabio Celoni. All’epoca poco più che
trentenne il buon Fabio, originario di Sesto San Giovanni (MI), vantava già un
curriculum di tutto rispetto: esordio appena uscito dalla Scuola del Fumetto di
Milano su “Mostri” delle Edizioni Acme e poi nel 1990 passaggio alla Disney.
Nel 1991 viene pubblicata la sua prima storia per Topolino, cui seguiranno
diverse storie per varie testate con protagonista Paperino, diventando nel 1996
il copertinista ufficiale di “Paperinik”. Nell’Horror Club (inedito) ci viene
rivelato che la collaborazione di Celoni con Dylan Dog inizia per caso con un
incontro nel settembre del 2000, alla FNAC di Milano, con l’allora curatore
della serie Mauro Marcheselli che lo convince a sottoporre i suoi disegni alla
SBE. Diciamoci la verità, se questo albo funziona il merito è proprio di Fabio
Celoni, che qui ci delizia con prospettive insolite, disorientanti,
impossibili, allunga ombre inquietanti sui volti dei personaggi e sugli scenari
di gusto espressionista, scatena tutta la furia degli elementi con tavole
pregne di una potenza grafica inaudita. Un peccato che le sue opere dylaniate
siano così poche, davvero da mangiarsi le mani. Passando ai testi, è dichiarata
in partenza la fonte ispiratrice, ovvero Jumanji (1995, di Joe Johnston)
film con Robin Williams che recentemente ha avuto due sequel. Certo si avverte
subito un senso di dejà vù dal momento che un gioco in scatola era stato già il
focus di un albo uscito solo qualche mese prima, ovvero Il labirinto di Bangor. Forse la redazione poteva far passare più tempo tra i due. De
Nardo per gli indovinelli e le filastrocche presenti
nella storia si è avvalso, come rivelato nell’editoriale, dell’aiuto dell’amica
scrittrice Antonella Ossorio. I versi in rima sono gradevoli, ma gli enigmi
sono così complessi e vengono risolti così rapidamente che si perde subito ogni
interesse. Poi Dylan, che sì sappiamo essere un ragazzo sveglio (ma non sempre),
si dimostra fin troppo svelto di intelletto e dotato di cultura enciclopedica
manco fosse il Robert Langdon di Dan Brown. E De Nardo dimostra ancora una
volta di non essere ancora entrato, all’epoca, in perfetta sintonia con il
personaggio, tanto da fargli dire a pag. 8 che, piuttosto che alla fortuna,
preferisce affidarsi all’intuito e al… raziocinio! Detto da uno che risolve l’80%
dei casi tra botte di c… e quinto senso e mezzo fa un po’ specie. L’autore
inoltre continua con il fantasy, filone su cui insisterà ancora per la mia “gioia”
tralasciando l’horror, qui appena accennato con la presenza del demone e lo
zampino di Hamlin. Beffardo e carino il finale. Come concept la copertina di
Stano mi piace ma trovo i diversi elementi che la compongono (sfondo, Dylan in
primo piano e pedine) poco amalgamati tra loro.
Curiosità: Come segnalato dal sempre precisissimo Leprecano nei commenti, questo è il primo albo della serie regolare in cui Groucho non compare, nemmeno in una singola vignetta.
BODYCOUNT: 0
TIMBRATURA:
No
CITAZIONE: “Del
gioco oscuro questo è l’inizio. / Lungo è il percorso, lungo è il supplizio. /
Quattro le pietre, quattro i poteri/racchiusi in quattro remoti forzieri”.
VOTO: 6,5
Soggetto: De
Nardo (7)
Sceneggiatura:
De Nardo (7)
Disegni:
Celoni (1)
Dovrebbe essere il primo albo della serie regolare in cui non compare Groucho, a meno che non mi sia sfuggito. Ci sono rimasto un po’ male: vero che era mancato in alcune storie fuori serie, ma dopo una striscia ininterrotta di 196 albi mensili l’ho vissuto come un sacrilegio 😔 .
RispondiEliminaNe sei certo? Mai successo in precedenza? Sai che non ricordo?
EliminaSono certo al 99% che nei primi 196 albi sia sempre apparso e nel n. 197 non lo vedo da nessuna parte.
EliminaTra l’altro, è come se si sia rotto un tabù, visto che da qui in poi gli albi mensili in cui non apparirà saranno molto più frequenti: stando al mio archivio, mancherà anche negli albi n. 202, 212 e 243. Il mio archivio arriva al n. 250, quindi dopo non so.
Mi fido e aggiungo come curiosità!
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