lunedì 10 marzo 2025

Dylan Dog #196 - Chi ha ucciso Babbo Natale?

 

Ai tempi delle spade e delle furiose battaglie corpo a corpo erano considerati quasi degli eroi guerrieri indomiti e feroci che nulla e nessuno avrebbe potuto fermare. Ma ora, nella Norvegia dei nostri tempi, gli individui segnati dalla maledizione dell'orso sono soltanto una vergogna da nascondere. Roald Thornsen è uno di questi sventurati, ospitati in una sorta di ospedale-prigione, nella regione di Helgeland, ma qualcuno decide di mandargli una lettera per Natale. Una lettera dall'Inghilterra, che condurrà il povero guerriero-orsoa incrociare la sua strada con quella di Dylan Dog!

Al cinema non sono mancati gli horror a tema natalizio, con tanto di killer che indossano il vestito del buon Santa Claus come di recente ha fatto il “simpatico” Art in Terrifier 3 di Damien Leone. Lo stesso accade anche in quest’albo, con il gigantesco Roald che se ne va in giro sotto la neve a mietere vittime vestendo i panni di Babbo Natale apparentemente per puro caso, ma le coincidenze in Dylan Dog non sono mai tali. Ruju confezione una storia solida, senza tanti fronzoli, tesa, veloce e asciutta come l’imponente omicida di pochissime parole venuto dalla Norvegia. Si respira a pieni polmoni atmosfera da slasher anni '80, con tanto di trauma familiare dell'assassino legato a un tragico evento del passato e personaggi caratterizzati a livello di poco più di carne da macello, come da tradizione del genere. Ruju rispolvera una filastrocca in stile “primi 100” e attinge ancora dalla mitologia norrena come aveva appena fatto nell’episodio “Il branco” contenuto nello Speciale n. 16. In quell’occasione aveva fatto ricorso alla leggenda degli Ulfhednar, i guerrieri-lupo, mentre stavolta si serve di una figura affine, ma ben più nota, il Berserker che si va così ad aggiungere alla lista dei mostri più o meno classici affrontati in tanti anni dal nostro. Dylan, in trasferta per altri motivi, entra in maniera casuale nella vicenda, ma si mostra subito sul pezzo, ben più della malcapitata polizia locale, modello “Signora in giallo”! Al suo fianco troviamo un Groucho in gran forma. Peccato che gli omicidi rimangano quasi tutti fuori campo, con splatter non pervenuto, che è un po’ come vedere un capitolo di Venerdì 13 tutto tagliato. Il finale ha qualche scricchiolio (Serena innamorata di Vincent???), ma per il resto è apprezzabile e il comportamento di Dylan davanti al “mostro” assolutamente coerente. Nell’Horror Club (inedito) ci viene rivelato che un nostalgico Casertano ha voluto fare un tuffo nel passato riavvicinandosi, come segno, allo stile dei suoi primi albi dylaniati. Il che è in parte vero perché è evidente la marcia indietro rispetto al tratto grottesco adottato in albi di poco precedenti come Il "progetto" o Requiem per un mostro. Ne viene però fuori uno strano ibrido che non mi ha convinto del tutto e anzi ho trovato alcune vignette che non dico “tirate via”, ma indubbiamente meno incisive rispetto al consueto standard di eccellenza del “Giampo”. Bella la copertina a tema di Stano, anche se Dylan sembra avere le orecchie “a sventola”. Stuzzicante il titolo anche se un tantino fuorviante.

BODYCOUNT: 16

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Notte di ghiaccio, notte di neve, viene Natale con passo lieve”.

VOTO: 7

Soggetto: Ruju (48)

Sceneggiatura: Ruju (48)

Disegni: Casertano (26)


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