martedì 28 gennaio 2025

Dylan Dog #176 - Il "progetto"

 

Alden Clay non esiste. Ma non è il solo. Anzi, sono tanti quelli come lui, che lavorano, hanno una casa, una famigliaeppure non esistono. Sono i cittadini ideali di un mondo ideale. Sono le avanguardie del "Progetto", una misteriosa cospirazione su scala mondiale, che mira al controllo totale delle anime. Certo, qualche incidente di percorso di tanto in tanto accade; come quello che costa a Dylan un'accusa di omicidio. Per fortuna, patrocina la sua causa la giovanissima Lee Riker, animosa e innamorata. Ma forse anche Lee sta cambiando, sta cominciando a non esistere

Ultima storia di Sclavi prima di una lunga pausa che sarebbe durata qualche anno. Le idee per il Tiz scarseggiavano già da tempo, in quel periodo si era dedicato a sceneggiare soggetti scritti da altri e quando invece il canovaccio era suo, come avevamo notato commentando Per un pugno di sterline, spesso si trattava di un rimescolamento, con “taglia e cuci”, di spunti e situazioni di albi del passato. Ma il papà di Dylan ha sempre saputo insaporire gustosamente anche le minestre riscaldate e questa non fa difetto. Vengono esplicitamente tirati in ballo gli alieni, presenti anche nella “furbetta” copertina di Stano, con la citazione diretta degli albi (nn. 61, 131 e 136) che compongono la cosiddetta trilogia ufologica. Abbiamo il classico ometto qualunque, un signor “nessuno”, ad aprire la storia, vittima e allo stesso tempo carnefice. Abbiamo la grande cospirazione che trascende addirittura la politica, il “contagio”, Dylan accusato di omicidio, l’indagine in provincia e pure una vecchia fiamma (l’avvocato in miniatura Lee Riker, apparsa in CattiviPensieri e qui ri-timbrata per l’occasione). Tutte cose già viste e lette, eppure Sclavi scrive una sceneggiatura divertente, frizzante, che non vuole prendersi sul serio, ma senza rinunciare a momenti assolutamente inquietanti, lanciando un’invettiva ingenua, ma anche in qualche modo profetica, contro l’uso dei telefoni cellulari. Anche l’impianto del microchip nel cervello sembra premonitore di certe teorie complottiste, anche se probabilmente il Tiz aveva in mente il romanzo Il Terminale Uomo (The Therminal Man) di Michael Crichton. Memorabile l'antagonista di turno che crede ciecamente nel progetto e fa di tutto per portarlo avanti, pur non sapendo minimamente in cosa consista né a cosa serva. Pregevole il finale aperto. Casertano, che festeggiava in quei giorni il suo 40° compleanno, qui spinge ancor di più il suo stile verso il grottesco, avvicinandosi per certi versi a Bacilieri, sposando alla perfezione sia il lato umoristico della storia, sia quello orrorifico (vedasi la sequenza della testa che esplode, pagg. 42-43). Apprezzabili anche le sue sperimentazioni in mezza tinta.

Curiosità: (1) Casualmente Dylan si trova ad avere problemi con la giustizia (2 volte accusato di omicidio e 1 di rapimento) in ben 3 albi consecutivi (comprendendo la storia dell'Almanacco) in soli due mesi! (2) Per la prima volta il titolo di un albo dylaniato è “virgolettato”.

BODYCOUNT: 6

TIMBRATURA: Sì (1, Lee, ritimbrata)

CITAZIONE: “Non esistere è bello. Se uno non esiste, non gli può capitare niente di male. Non deve più avere paura”.

VOTO: 8

Soggetto: Sclavi (121)

Sceneggiatura: Sclavi (129)

Disegni: Casertano (23)


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