Non sempre è consigliabile
rimettersi alla saggezza dei vecchi. Se non ci credete, provate a chiederlo a
Dave Nolan. Sua madre, Helena, fa da governante a un anziano signore, Conrad
Rathbone, solo e malato. Ma che sia anche indifeso, beh, questo è tutto da
vedere! Dave da un lato, Dylan
dall'altro, non tarderanno a scoprire come il vecchio Rathbone sia un'autentica
miniera di sorprese.
Dopo l’esordio a fari spenti avvenuto un paio di anni prima con Sotto il vestito troppo, l’ultimo Grouchino allegato agli speciali, arriva il momento per Tito Faraci di debuttare anche sulla serie regolare. Lo fa con una storia discreta che prende dichiaratamente spunto dal bellissimo racconto Apt Pupil (tradotto da noi come Un ragazzo sveglio) di Stephen King e dalla sua omonima trasposizione cinematografica firmata nel 1998 da Bryan Singer, da noi intitolata L'Allievo, con l'ottimo Ian McKellen nei panni dell'ex criminale nazista. L’idea del serial killer che asporta arti dalle proprie vittime per assemblare un corpo fatto con pezzi di cadaveri, peraltro poco significativa nell’economia dell’albo se non per la testa che l’assassino vorrebbe prelevare, deriva probabilmente dal thriller Resurrection (1999, Russel Mulcahy). La storia funziona perché Faraci sceglie toni faceti, mantenendo una certa ironia di fondo, senza prendersi mai davvero sul serio neanche nelle sequenze più “nere”. In tal senso corretta si rivela la scelta di Saudelli come disegnatore il cui inconfondibile stile si sposa perfettamente con l’atmosfera che permea la vicenda. I suoi disegni risultano un po’ più spigolosi e meno accattivanti rispetto alle sue prove precedenti, ma restano indubbiamente un bel vedere. A proposito di ironia, ritroviamo qui un Groucho in forma smagliante. D’altronde a livello di humour, Faraci si è sempre difeso alla grande. Dove la storia difetta è nell’assenza quasi totale di splatter, ormai quasi divenuta cronica ai tempi esclusa la libertà concessa a Sclavi in Per un pugno di sterline. Gli omicidi avvengono praticamente tutti fuori campo, le amputazioni dei cadaveri (di quelli che si vedono almeno) risultano un po’ nascoste e a parte i cimeli del killer a pag. 83 resta davvero poca roba. Peccato perché la sceneggiatura era perfettamente apparecchiata per un festival di gore e smembramenti assortiti (magari in salsa ludica come ai vecchi tempi) che però restano lettera morta, non trovando espressione materiale nelle tavole. Almeno si rialzano gli scudi contro chi pensa che fumetti e film horror travino le menti dei giovani. E si vede un po' di nudo. Molto bella la copertina di Stano, colorazione compresa.
Curiosità: Ritroviamo ancora Dylan alle prese con un PC.
BODYCOUNT: 13 (compresi gli
omicidi in flashback)
TIMBRATURA: Sì (1, Helena)
CITAZIONE: “Che strane donne!
Un minuto prima ti guardano con odio e quello dopo perdono la testa per te!”
VOTO: 7
Soggetto: Faraci (2)
Sceneggiatura: Faraci (2)
Disegni: Saudelli (5)
Sull'albo ho poco da dire: sono sostanzialmente d'accordo con te.
RispondiEliminaIl racconto di King (nella mia edizione s'intitola "Un ragazzo sveglio", credo che "L'allievo" sia solo il titolo del film) mi ha invece lasciato perplesso perché si risolve con due coincidenze inverosimili...
Spoiler...
- Il vecchio viene ricoverato in un ospedale americano e come compagno di stanza si trova una delle sue vittime di tanti anni prima in Germania.
- Un professore, siccome non sa come trascorrere una serata, decide di telefonare al nonno di un suo studente che non vede da tre anni.
Sono situazioni tirate per i capelli che non ho mai trovato in altre opere di King.
Sì, hai ragione, ho avuto un lapsus, correggo. E' con il titolo in lingua originale, Apt Pupil, che c'è l'omonimia.
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