Una pioggia di soldi maledetti
semina la follia nelle strade di Londra. La gente impazzisce ed è disposta a
tutto, anche a dannarsi l’anima, pur di mettere le mani su un bel mucchietto di
sterline. Ma chi tira i fili di tutta la faccenda? Chi è il sinistro figuro
che, con i suoi doni, spande furia omicida a piene mani? Dev’essere un tipo
davvero insidioso, se anche Dylan soggiace per un istante al fascino maledetto
del suo denaro…
Questo è uno degli albi che, rilettura
dopo rilettura, mi piace ogni volta un po’ meno. Sarà che all’epoca in cui uscì
Sclavi stava diradando così tanto le sue apparizioni sulla serie che ogni
storia che portava la sua firma mi pareva oro colato, come potesse essere l’ultima.
Oggi che ho ormai fatto pace da tempo con il pensionamento anticipato del Tiziano
riesco ad essere un filo più obiettivo e trovo questo n. 173 invecchiato un po’
male. Nell’Horror Post (inedito) si parla della fatica che è costata quest’albo
al creatore di Dylan, che evidentemente aveva già staccato la spina e forse già
non ne voleva più sapere di scrivere. E si vede perché la trama è una sorta di,
comunque riuscita, fusione di tre degli albi più celebrati della serie
regolare: Gli Uccisori (gli oggetti che trasformano in assassini chi li
tocca), Golconda (per il clamoroso ritorno allo splatter come non si
vedeva da anni, l’uomo con la bombetta e la citazione esplicita) e Inferni (vedasi
prologo e parte finale). Un’avventura che (come evidenziato nella Post) si
inserisce nel filone di storie “happening”, in stile Tre per zero. Fin
qui nulla di male: su Dylan Dog era già successo altre volte di veder riciclate
e rimescolate idee o situazioni del passato e tante altre volte sarebbe accaduto.
Ma la morale sui “soldi rovina dell'umanità” la trovo ora un po’ troppo
facilona, stucchevole. Il mestiere però Sclavi non l’ha perso e confeziona
comunque una sceneggiatura dinamica e divertente, quasi vecchio stile. Simpatico
il personaggio di Sir Goodman e spassosa la coppia di improbabili rapinatori; meno
caratterizzata invece l'avvenente avvocatessa del diavolo. Commovente (per me
che sono un suo fan) l'omaggio a Inferno di Dario Argento, cui il Tiz
dedica un’intera pagina (la 38), con tanto di riflessione in tema di Dylan
sulla scena esplicitamente citata, che si concilia perfettamente con quanto
appena accaduto a pag. 37 (che di Inferno è un’altra citazione
implicita). Brindisi tanto splatter così non lo disegnava dai tempi del suo
esordio con Il male e non si scompone davanti a schizzi di sangue,
frattaglie e arti mozzati (anzi secondo me si è divertito un mondo), fornendo
l'ennesima impeccabile prova. La scena del massacro al bar è strepitosa! Sorprendenti
e gradite le trasformazioni “indiavolate” di Dylan e Groucho. La copertina, al netto di alcune stonature (non mi convincono nè la banconota, da 20 sterline poi invece che da 50 come nella storia, nè le nuvole), ha l'indubbio pregio di farsi ricordare ed essere immediatamente riconoscibile.
Curiosità: (1) A pag. 59
(vignetta centrale) cameo di Valentino Rossi! (2) Gli omaggi ad Argento non si
esauriscono ad Inferno. Il carcere di massima sicurezza in cui è detenuto il misterioso
Berlick si chiama “DEEPRED” (ovvero Profondo Rosso). (3) Il titolo è un
ovvio omaggio al film di Sergio Leone Per un pugno di dollari, con cui l’albo
non divide altro.
BODYCOUNT: almeno 18
TIMBRATURA: Sì, 1 (Hazrel)
CITAZIONE: “Anima? Non risulta
sul computer. E’ un bene di qualche valore commerciale?”
VOTO: 7,5
Soggetto: Sclavi (120)
Sceneggiatura: Sclavi (128)
Disegni: Brindisi (23)
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