Chi ha preso la vita di Amber?
E chi ha ucciso gli altri tre ragazzi? Dietro i delitti, un solo burattinaio,
un cattivo maestro, un idolo della folla: il suo nome è Bloody Murray. Lui ha
guidato la mano dell'assassino, scatenando la vendetta di Dylan, la cui mente è
divorata dalla furia vendicatrice!
Apro l’albo ieri per rileggerlo e
a pagina 3, sotto il classico frontespizio, ci trovo l’autografo di Luigi
Piccatto. Lo sapevo che era lì ad aspettarmi, mi ha fatto piacere rivederlo.
Manca a tutti noi dylaniati della prima (e della seconda) ora il buon Luigi, ci
siamo cresciuti. Ricordo che scelsi proprio Il seme della follia tra
tutti gli albi disegnati da lui perché rappresentava una sorta di sua rinascita
artistica, dopo una serie di prove sfornate con il pilota automatico se non
addirittura deludenti (come Il padrone della luce). Il sodalizio con Paola
Barbato, che non ha mai nascosto che Piccatto fosse il disegnatore con cui si
trovava più in sintonia a lavorare, si rivelò molto fortunato e ce lo restituì in forma come agli esordi. In
questo n. 175 trovo notevoli in particolare tutti i flashback, con inedito
bordo nero che contribuisce a rendere ancor più cupo e orribile quello che ci viene
raccontato, insieme all’inchiostrazione decisamente più marcata rispetto ai
suoi lavori precedenti. L’artista piemontese pone molta cura sulle espressioni
del viso di Dylan, riuscendo ad esprimere al meglio tutta la gamma di emozioni
che attraversano il nostro. Dal canto suo Barbato scrive un’ottima storia, tra
le sue migliori indubbiamente. Come ci ricorda lo stesso Dylan, di snuff movie
si era già occupato in passato (vedasi il n. 127 Il ritorno di Killex),
ma qui la faccenda va decisamente sul personale. L'angoscia e la disperazione dell’indagatore
dell’incubo raggiungono vette poche volte viste prima (bisogna forse risalire a
Oltre la Morte), un Dylan che nella sua dolorosa ricerca di un senso per
continuare a vivere, poi trovato nella vendetta, arriva a scivolare
pericolosamente verso la follia. In questo senso funziona alla grande il
depistaggio soprannaturale, tanto da garantire la sospensione dell'incredulità
del lettore di fronte all'improbabile problema ottico post traumatico
diagnosticato al nostro. Splendidamente caratterizzati sono i coprotagonisti della
vicenda: Bloody Murray, sorta di alter ego di Marylin Manson, e soprattutto Amber,
forse la partner dylaniata più pazza e spietata di sempre. Resta impressa indelebilmente
nella mente del lettore la scena della sua (per modo di dire) crudelissima esecuzione
“a fuoco”, riproposta più volte nel corso dell’albo anche sotto forma di allucinazione.
La copertina di Stano invece non mi ha mai trasmesso nulla, senza infamia e senza
lode.
Curiosità: (1) Torna a farsi vedere Madame Trelkovski dopo parecchio tempo. (2) Occhio al particolare che Piccatto inserisce nella vignetta grande di pag. 73. (3) Il titolo dell’albo non ha nulla a che vedere con l’omonimo, grandissimo, film di John Carpenter. (4) Nell'Horror Club (inedito) viene precisato che la storia era stata scritta più un anno prima e che quindi non era "ispirata dall'attualità". Forse il riferimento era all'omicidio di una suora ad opera di tre adolescenti minorenni, avvenuto nel giugno del 2000. (5) La musica della canzone "Fire in your hands" di Bloody Murray a pag. 51 è in realtà quella della "Canzone del Sole" di Lucio Battisti.
BODYCOUNT: 4
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “Burn the doll, to
make her shut up! Burn the doll, to make her stay quiet!”
VOTO: 9
Soggetto: Barbato (8)
Sceneggiatura: Barbato (7)
Disegni: Piccatto (33)
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