giovedì 25 agosto 2022

Dylan Dog #88 - Oltre la morte

 

Bree Daniels sta morendo, e con lei muore un pezzo di Dylan. Soltanto la Morte in persona, vecchia compagna di tanti viaggi, può trovare una via di fuga, ma i suggerimenti della Morte sono duri da seguire. Una vita per l'altra, Indagatore! È la sua offerta: uccidi o fatti uccidere e io salverò Bree. E l'occasione è a portata di mano, perché il terribile serial killer Johnny Dark è tornato per lanciare una sfida mortale...

Anche la serie regolare nel 1994 si apre nel segno di Sclavi. Tuttavia questa sarà la sua unica storia dell’annata per l’inedito, prima di ritrovarlo all’opera nel n. 100. A dargli manforte in quest’occasione ancora Mauro Marcheselli il cui contributo è evidenziato dalla forte componente emozionale che caratterizza l’albo. Il cast degli autori è completato, invece, da un allora esordiente sulle pagine dylaniate: Marco Soldi, altro disegnatore (come Brindisi e altri) esule dalla casa editrice Acme e con a curriculum anche collaborazioni con Lanciostory, Skorpio e Intrepido. Confesso subito che questa storia, tra le più amate dell'intera serie, non mi ha mai conquistato davvero del tutto. Inizialmente mi fu invisa per ragioni prettamente personali, poi accantonate dopo le varie riletture, ovvero: non amo particolarmente i sequel su Dylan Dog e se proprio devo leggermene uno mi piacerebbe ritrovare lo stesso disegnatore della storia antecedente. Non ho nessun problema invece quando viene rispolverato questo o quel personaggio già apparso in altri albi, come qui Bree Daniels. Forse proprio con la sua ricomparsa si doveva fermare l'operazione nostalgia del mitico #19. Ho sempre trovato un po' forzato e ridondante, e tuttora lo penso, il voler ricollegare a tutti i costi questo #88 a Memorie dall'invisibile. Un filo conduttore che idealmente lega i due albi c’è senza dubbio ed è il tema della solitudine, considerato “il peggiore di tutti i mali”. Ma in Bonelli si è voluto andare oltre e farne proprio un’ideale continuazione attraverso il recupero del look dell'assassino e del personaggio di Tabitha Madame. E la forzatura si sente eccome. La differenza di registro tra i momenti che vedono coinvolto Johnny Dark, quasi da action movie anni 80, e quelli che presentano toni e ambizioni più "alte" (la malattia e la morte di Bree, i tormenti interiori e i dubbi etici di Dylan) dà quasi la sensazione che siano state giustapposte due sceneggiature differenti. Sarebbe interessante sapere quanto di ciò che Sclavi ha sviluppato fosse originariamente presente nel soggetto di Marcheselli. E’ come se il Tiz si fosse accorto dell'estrema cupezza che permeava la vicenda e abbia voluto porvi in parte rimedio. A favore di questa tesi deporrebbero anche gli inattesi momenti di umorismo nero (es: la battuta sulla mano e quella sulle cornate) e alcune scene grottesche che vedono protagonista la Morte. La storia comunque è scritta indubbiamente molto bene e funziona malgrado le stonature. Soprattutto commuove, grazie a un Dylan mai così triste e pesto, all'immenso Bloch, mai così vero "padre" del nostro (senza bisogno di investiture “ufficiali” alla Ciclo 666), alla figura della Morte, mai così “umana”, disposta a scendere a patti, ma conscia del proprio inevitabile compito. Due scene mi sono particolarmente care: quella del “Dylan-pupazzo di neve” (adoro la battuta del bambino che riporto in citazione) e la lacrima del nostro che smuove Bloch. Non si possono non spendere due parole anche per il carismatico antagonista Johnny Dark, una sorta di Peyon Westlake che ha dato vita a un Darkman (forse il nome non è un caso) dall’anima nera e crudele al contrario di quello del film di Sam Raimi. Le sue gesta saranno anche fuori contesto, ma rimangono difficili da dimenticare. Mi riferisco in particolare allo splatteroso duello in flashback e alla sanguinosa resa dei conti finale. Ritroviamo qui un Dylan sessualmente disinvolto (va di nuovo con una donna sposata, ma pensa di continuo a Bree), fiero del suo look da fumetto (Bloch lo rimprovera di non comprarsi un cappotto), ritenuto poco valido come poliziotto ma in possesso di un certo.. quinto senso e mezzo e ancora una volta in fuga, in condizioni precarie, da un ospedale. Ritornano anche le filastrocche sulla Morte. Non a caso viene citato il n. 10 da cui la nera mietitrice recupera le fattezze meno scheletriche. Passando al comparto grafico, l'assenza di Casertano risulta infine perdonabile grazie all'eccezionale prova di Soldi, da me successivamente apprezzato anche sulle pagine, o meglio copertine, di ESP. Se il tratto del primo, nel prequel, esaltava l’umanità dei personaggi lavorando molto sui primi piani, quello del secondo, più “spigoloso”, conferisce una maggiore dinamicità che ben si sposa i differenti mood del sequel. La copertina di Stano con la Morte che compare a Dylan, nel tunnel, con la clessidra in mano mi fa sempre venire in mente,  forse perchè pure lì c'era in ballo un patto, Mefistofele, anche se nella cover dello Speciale #4 la Signora con la falce assume un atteggiamento ben più bellicoso.

Al di là della poca simpatia verso i seguiti, non si può non riconoscere l’importanza di questo albo nella serie.

Curiosità: (1) Il Club dell’Orrore (inedito) ci consiglia di guardare bene le tavole di Soldi perché, oltre a valerne la pena, “lento com’è nel disegnare prima che abbiate di nuovo il piacere di vedere una sua storia di Dylan saremo sicuramente nel terzo millennio dell’era cristiana”. Pronostico azzeccato, visto che ritroveremo Soldi all’opera su Dyd solo 15 anni dopo, nel 2009! (2) A pag. 77 (tavola 73, 4° vignetta) il volto sfigurato di Dark ricorda quello di Freddy Krueger. (3) A pag. 32 Dylan ascolta Nowhere Man dei Beatles. Non è la prima volta che la canzone viene citata nella serie: era accaduto pochi mesi prima nello Speciale n. 7. (4)A pag. 31 Dylan ascolta invece Take it as it come dei Doors e subito dopo con il suo clarinetto prova a suonare, con scarso successo, la sinfonia La casa del diavolo di Luigi Boccherini.

BODYCOUNT: 8

TIMBRATURA: Sì (1, Pauline)

CITAZIONE: “Bah! Non mi piacciono gli uomini di neve!... Basta un raggio di sole a farli sciogliere!”

VOTO: 9

Soggetto: Marcheselli (5)                            

Sceneggiatura: Sclavi (87)

Disegni: Soldi (1)

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