Il miliardario William Woods,
la curatrice fallimentare Stella Jones, il pittore Kean... tutti perseguitati
da una sfortuna cosmica non appena hanno messo le mani sul cristallo
Arcobaleno. Ma se la pietra è così letale, perché frotte di indù sono alla sua
ricerca? E per chi lavora il cinico detective Nash, incaricato anche lui del
recupero del misterioso oggetto? A Dylan tocca, naturalmente, il compito di far
luce sui molti "perché" di quello che sembra un noir d'annata…
Mignacco frulla spy story,
commedia, hard boiled, Kipling e chi più ne ha più ne metta, in una sceneggiatura
forse concepita per un altro eroe bonelliano (un Martin Mystère a caso) ma a mio
avviso totalmente inadatta a Dylan Dog. Non basta certo il ritorno del Sig.
Shing, apparso per la prima volta nel ben più riuscito Il sogno della tigre
(sempre firmato Mignacco), a riportarci alle atmosfere tipiche della serie dell’indagatore
dell’incubo. L’idea dell’oggetto porta jella, o forse no, a chi lo possiede,
passando di mano in mano, non brilla certo per originalità, ma se la racconti
bene, in salsa horror e con la giusta ironia, funziona sempre. Qui difetta,
anzi è totalmente assente, il primo componente. L’ironia invece c’è, a cominciare
dai personaggi volutamente stereotipati (Emmet Nash su tutti, che lo stesso
Dylan definisce “un concentrato di luoghi comuni”), ed è chiaro l'intento dell'autore di strappare qualche risata. E’ però un’ironia “forzata”, che forse avrebbe
potuto funzionare su un Grouchino, ma non in albo di Dylan Dog. A proposito di
Dylan, in questa storia è mostrato come un “provolone” inarrestabile, ci prova
con tutte senza ritegno e senza pudore (vedasi la battuta sui sedili ribaltabili
a pag. 12 o 24° tavola). Disegni del dinamico duo M&G poco incisivi, tranne
quando devono raffigurare le strabordanti forme delle procaci Geena e Lady
Astor. Un plauso al lettering della sempre bravissima Diana Rocchi costretta a
disimpegnarsi anche con il sanscrito!
Un lettore occasionale, che poi
era il target di riferimento del Maxi estivo nella sua versione originaria,
potrà anche trovarla divertente, non ne dubito. Io l’ho trovata un pasticcio
ben poco riuscito.
Curiosità: Viene citato Il Falcone
Maltese (The Maltese Falcon, 1941), film di John Huston con Humphrey Bogart
e Peter Lorre.
BODYCOUNT: 3
TIMBRATURA: Geena, ma fuoricampo,
quindi non conta.
CITAZIONE: “Voi non ne
sapevate nulla, eppure il cristallo ha cambiato la vostra vita”.
VOTO: 4
Soggetto: Mignacco (13)
Sceneggiatura: Mignacco (15)
Disegni: Montanari & Grassani
(39)
Io l'ho trovata divertente e ne ho apprezzato il finale. Qui bisogna capire se sei tu troppo severo o se sono io di manica troppo larga 😁 .
RispondiEliminaNon vedo l'ora che arrivi ai maxi n. 7 e n. 8: quelli sono stati per me il punto più basso della testata!
Ci avrei scommesso che a te piace! E posso anche capirlo. Spero di aver motivato bene perché non piace a me. Nel n. 7 almeno c'è la prima storia di Enna. Nel n. 8 c'è il terribile Demon Blob, forse la storia più brutta di Dylan Dog.
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