martedì 17 novembre 2020

Dylan Dog #37 - Il sogno della trigre

 

Giustizia! Tutti la chiedono a gran voce, di fronte al dilagare della violenza e dei piccoli orrori quotidiani... E qualcuno ha risposto. C'è una belva feroce che dà la caccia a teppisti e criminali, un animale che ha la forza e la rapidità della tigre. Ma cosa si nasconde dietro questo vendicatore notturno? Un incantesimo, una follia o un pazzesco sogno di giustizia?

Albo molto buono a partire dalla splendida copertina di Villa, anche se la ragazza che Dylan tiene tra le braccia nella cover non assomiglia molto a Seline. Mignacco, al suo meglio, parte da un soggetto che prende spunto dal Bacio della Pantera, condendolo con un prologo in cui si omaggia apertamente Arancia Meccanica, ci aggiunge una generose dose di Guerrieri della notte e shakera il tutto con rimandi ideologici, al Giustiziere della notte. C’è spazio anche per un’affettuosa e divertente citazione di Tex a pag. 22. Riflessioni sociali e critica dei mass media denotano un tentativo di proporre una storia più matura delle sue precedenti con risultati un po’ leggeri e un filo troppo didascalici. Anche la sceneggiatura al solito balbetta verso il finale quando Dylan e Singh si mettono in macchina senza saper bene cosa fare e dove andare. Sarebbe stato più logico puntare sul legame tra Singh-Seline e tigre, che poi effettivamente scopriamo esserci. Dylan rimane più vittima degli eventi, anche se sempre protagonista, e difatti non risolve il caso venendo pure ironicamente sbeffeggiato nell’ultima pagina. Il Bloch di Sclavi non avrebbe mai dato della "sgualdrinella" in modo così gratuito alla giornalista televisiva, non senza qualche gioco di parole perlomeno. Questa è proprio una caduta di stile che non mi va giù. Nota di merito, invece, per la filastrocca iniziale (“E’ alta la luna su questa fogna di città”), che accompagna egregiamente le mute scorribande notturne dei “Werewolves”. La tedeschina tra le clienti dylaniate più avvenenti. Splendidi i suoi piani realizzata da Piccatto che continua il sodalizio con l'altro Luigi (3° albo insieme per la coppia); la qualità dei suoi disegni rimane molto alta anche se qui non siamo ai livelli eccelsi di Grand Guignol. Comunque il suo Groucho, come lo disegnava in quegli anni, continua ad essere il migliore di sempre per me. Interessante, per altri motivi, l'enigmatico Singh che avrebbe forse avuto le potenzialità per divenire un "ricorrente" anche se avremo modo di rivederlo ancora.

Curiosità: (1)Dylan ribadisce ancora una volta il suo odio per il ballo. Per il secondo albo di fila ospita a casa sua la cliente di turno. (2) Viene citato Assassinio al Galoppatoio (1963) film di George Pollock che annovera tra i protagonisti Robert Morley, alle cui fattezze è ispirato il personaggio di Bloch (Seline nella storia fa notare la somiglianza a un ispettore particolarmente suscettibile). Pare che nella redazione Bonelli all’epoca, secondo quanto affermato da Stano in un'intervista apparsa sul volume Dylan Dog Talks, fossero in diversi a ritenere che Bloch somigliasse anche al direttore generale Decio Canzio!

BODYCOUNT: 10

TIMBRATURA: Sì (1, Seline)

CITAZIONE: “Quando il seme della violenza germoglia nella città degli uomini.. quando le tenebre crescono nella coscienza e annebbiano i confini fra il bene e il male.. allora la luna illumina la mente dei puri di cuore e mostra loro la via che porta alla giustizia.”

VOTO: 8

Soggetto: Mignacco (2)

Sceneggiatura: Mignacco (4)

Disegni: Piccatto (6)

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