martedì 3 novembre 2020

Dylan Dog #27 - Ti ho visto morire

 

Arnold Ascott è tornato dal coma dopo otto anni e con sé ha portato un potere terribile; vede il futuro… il futuro con il suo carico di orrori. Uno dopo l'altro, i predestinati muoiono, senza via di fuga. Coincidenze, fatalità o soltanto la follia di un uomo distrutto? Un'indagine cruciale per il nostro acchiappaspettri, perché l'ultimo nome della lista è proprio quello di Dylan Dog!

Albo con molti pregi e diversi difetti. Cominciando dai primi, titolo e copertina sono azzeccatissimi per stuzzicare la fantasia del lettore, ma è il meraviglioso, angosciante prologo, tra i migliori della serie, il vero fiore all'occhiello di questo #27. Il primo piano di Dylan a pag. 8 è opera da applausi di un "certo" Corrado Roi, capace di regalarci altre chicche magistrali come l'omicidio in ascensore, il “barbecue” di Rita Bassington, gli occhi bianchi di Arnold e le visioni da olocausto di un’ ipotetica Terza Guerra Mondiale. Ferrandino gioca a carte scoperte, dichiarando per bocca di Dylan la palese citazione della Zona Morta kinghiana, ma il soggetto non originale non gli impedisce di costruire una sceneggiatura brillante impreziosita da alcune ottime trovate quali la profezia del suicidio del nostro, il leggendario autobus del 14° piano (“hi-hi che bestia!”), il personaggio di William Cherill che tornerà ancora nel corso della serie. Strano che il primo albo a trattare più esplicitamente di politica, tradendo l’orientamento della testata, non porti la firma di Sclavi. In formissima Groucho che spara battute a raffica per far purgare a Dylan l’ennesimo strappo alla regola alcolico.
Passando alle note dolenti (occhio ai possibili spoiler da qui in avanti), in primis Ferrandino fa un po’ il furbetto a pag. 9 rivelandoci i pensieri di un Ascott appena sveglio. L’intento è chiaro, un depistaggio per nascondere una soluzione che altrimenti sarebbe fin troppo scontata. E considerando che Ascott sembrerebbe avere davvero le “visioni” è anche perdonabile. Molti passaggi richiedono poi un uso smodato della sospensione dell’incredulità da parte del lettore: mandare giù che un tizio rimasto in coma per 8 anni, psicologicamente provato, si trovi come nulla fosse a fare il puericultore in un asilo, raccontando favole con squartamenti vari, è dura. Passi poi il particolare non colto da Dylan ovvero la sua presunta notevole somiglianza con Ascott, ma com’è possibile che gli ex amici di quest’ultimo non l'abbiano riconosciuto anche se a distanza di anni? Tanto più che nel flashback Roi lo disegna con un aspetto quasi identico a quello attuale. Sarebbe stato più credibile inventarsi un intervento di chirurgia plastica che ne avesse cambiato i connotati post incidente, ma tant’è. Nonostante questi macroscopici difetti di sceneggiatura, la potenza delle singole scene, supportate da un Roi in forma sbagliante, tra le quali spicca lo straordinario incipit con il Dylan depresso, fanno propendere prepotentemente l’ago della bilancia verso una valutazione più che positiva dell’albo.

Curiosità: (1)Per tirare su il morale di Dylan, Groucho gli fa ascoltare Goodbye cruel world dei Pink Floyd. Non esattamente la più allegra delle canzoni. (2) Il personaggio di Archie Stevens è evidentemente ispirato, nelle fattezze, a Gabriele Lavia da giovane(*). (3)Non a che fare con l’albo, però dal Club dell’orrore (ristampa) scopiamo che “Giuda Ballerino” è l’intercalare tipico di Gianluigi Gonano (non esplicitamente citato, ma gli indizi sono inequivocabili). A lui si deve la paternità dell’esclamazione dylaniata, la cui origine è però da rinvenirsi nel racconto Sarchiapone di Eric Frank Russell.

BODYCOUNT: 6

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Che ne è stato di tutti i miei sogni? Dove sono gli orrori della fantasia? C’è solo la realtà adesso. Ma che ne ho fatto della mia vita? Persa a dissolvere gli incubi altrui, è il mio incubo è sempre qui”.

VOTO: 8

Soggetto: Ferrandino (1)

Sceneggiatura: Ferrandino (2)

Disegni: Roi (5)

*Grazie a Nima Tayebian per la segnalazione

2 commenti:

  1. Grazie a te Francesco della citazione! E complimenti... ci stai regalando sempre ottime disamine ;-)

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    1. Grazie ancora a te! Ho anche ingrandito i tuoi ringraziamenti che prima ci voleva la lente di ingrandimento :)

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