Arnold Ascott è tornato dal coma dopo otto anni e con sé ha portato un potere terribile; vede il futuro il futuro con il suo carico di orrori. Uno dopo l'altro, i predestinati muoiono, senza via di fuga. Coincidenze, fatalità o soltanto la follia di un uomo distrutto? Un'indagine cruciale per il nostro acchiappaspettri, perché l'ultimo nome della lista è proprio quello di Dylan Dog!
Albo con
molti pregi e diversi difetti. Cominciando dai primi, titolo e copertina sono azzeccatissimi
per stuzzicare la fantasia del lettore, ma è il meraviglioso, angosciante
prologo, tra i migliori della serie, il vero fiore all'occhiello di questo #27.
Il primo piano di Dylan a pag. 8 è opera da applausi di un "certo"
Corrado Roi, capace di regalarci altre chicche magistrali come l'omicidio in
ascensore, il “barbecue” di Rita Bassington, gli occhi bianchi di Arnold e le
visioni da olocausto di un’ ipotetica Terza Guerra Mondiale. Ferrandino gioca a
carte scoperte, dichiarando per bocca di Dylan la palese citazione della Zona Morta kinghiana, ma il soggetto non
originale non gli impedisce di costruire una sceneggiatura brillante
impreziosita da alcune ottime trovate quali la profezia del suicidio del
nostro, il leggendario autobus del 14° piano (“hi-hi che bestia!”), il personaggio di William Cherill che tornerà
ancora nel corso della serie. Strano che il primo albo a trattare più
esplicitamente di politica, tradendo l’orientamento della testata, non porti la
firma di Sclavi. In formissima Groucho che spara battute a raffica per far
purgare a Dylan l’ennesimo strappo alla regola alcolico.
Passando alle note dolenti (occhio ai possibili spoiler da qui in avanti), in primis Ferrandino fa un po’ il
furbetto a pag. 9 rivelandoci i pensieri di un Ascott appena sveglio. L’intento
è chiaro, un depistaggio per nascondere una soluzione che altrimenti sarebbe
fin troppo scontata. E considerando che Ascott sembrerebbe avere davvero le “visioni”
è anche perdonabile. Molti passaggi richiedono poi un uso smodato della
sospensione dell’incredulità da parte del lettore: mandare giù che un tizio
rimasto in coma per 8 anni, psicologicamente provato, si trovi come nulla fosse
a fare il puericultore in un asilo, raccontando favole con squartamenti vari, è
dura. Passi poi il particolare non colto da Dylan ovvero la sua presunta
notevole somiglianza con Ascott, ma com’è possibile che gli ex amici di quest’ultimo
non l'abbiano riconosciuto anche se a distanza di anni? Tanto più che nel
flashback Roi lo disegna con un aspetto quasi identico a quello attuale. Sarebbe
stato più credibile inventarsi un intervento di chirurgia plastica che ne
avesse cambiato i connotati post incidente, ma tant’è. Nonostante questi macroscopici
difetti di sceneggiatura, la potenza delle singole scene, supportate da un Roi
in forma sbagliante, tra le quali spicca lo straordinario incipit con il Dylan
depresso, fanno propendere prepotentemente l’ago della bilancia verso una
valutazione più che positiva dell’albo.
Curiosità: (1)Per tirare su il morale di Dylan, Groucho gli fa ascoltare Goodbye cruel world dei Pink Floyd. Non esattamente la più allegra delle canzoni. (2) Il personaggio di Archie Stevens è evidentemente ispirato, nelle fattezze, a Gabriele Lavia da giovane(*). (3)Non a che fare con l’albo, però dal Club dell’orrore (ristampa) scopiamo che “Giuda Ballerino” è l’intercalare tipico di Gianluigi Gonano (non esplicitamente citato, ma gli indizi sono inequivocabili). A lui si deve la paternità dell’esclamazione dylaniata, la cui origine è però da rinvenirsi nel racconto Sarchiapone di Eric Frank Russell.
BODYCOUNT: 6
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “Che ne è stato di tutti i miei sogni? Dove sono gli orrori della fantasia? C’è solo la realtà adesso. Ma che ne ho fatto della mia vita? Persa a dissolvere gli incubi altrui, è il mio incubo è sempre qui”.
VOTO: 8
Soggetto: Ferrandino (1)
Sceneggiatura: Ferrandino (2)
Disegni: Roi (5)
*Grazie a Nima Tayebian per la segnalazione
Grazie a te Francesco della citazione! E complimenti... ci stai regalando sempre ottime disamine ;-)
RispondiEliminaGrazie ancora a te! Ho anche ingrandito i tuoi ringraziamenti che prima ci voleva la lente di ingrandimento :)
Elimina“Ma com’è possibile che gli ex amici di quest’ultimo non l'abbiano riconosciuto anche se a distanza di anni?”
RispondiEliminaNelle precedenti letture non ci avevo fatto caso. O forse sì, ma me lo ero dimenticato. Rileggendolo oggi, devo dire che si tratta di un buco narrativo bello grosso.
Peccato, perché nel suo complesso l'albo è spettacolare!
Sì. Ci vuole una buona dose di sospensione di incredulità.
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