venerdì 6 novembre 2020

Dylan Dog #29 - Quando la città dorme

 

C'è una macchia oscura nel passato dell'ispettore Bloch, una macchia che riemerge attraverso il velo dell'inconscio; un caso irrisolto e uno spettro vendicativo che non trova pace. Dylan deve aiutare il vecchio amico a sconfiggere un incubo senza tregua che si nutre dei mostri della mente... Non c'è riposo neppure nel sonno, perché i sogni possono uccidere!

Esordio in sordina per il trio sardo composto da Medda, Serra e Vigna, presentati nel Club dell’Orrore come appassionati di fumetti che hanno realizzato il sogno di diventare fumettari. All’epoca in Bonelli avevano già alle spalle alcuni soggetti per Martin Mystere e di lì a un paio d’anni  avrebbero creato una testata tutta loro, Nathan Never, dedicandovisi quasi esclusivamente, ad eccezione di Medda che, in singolo, continuerà saltuariamente la sua collaborazione con Dylan Dog. Il loro debutto rappresenta però la storia più debole della prima trentina dylaniata. A stonare non è tanto il soggetto derivativo (il riferimento a Nightmare è dichiarato e plateale già nel nome di Fred Englund ), ma una sceneggiatura colma di imprecisioni e la gestione dei personaggi. L'idea di Bloch in veste di cliente è interessante, ma un ispettore così aperto alla soluzione paranormale, se pur sulla sua pelle, non è credibile e mai, né prima né dopo, s'è visto, così come poco credibile è il comportamento scettico e fin troppo scanzonato di Dylan, tanto più quando dovrebbe essere in ballo la vita dell'amico (e sappiamo quanto il nostro ci tenga al "vecio"). E' come rivedere una delle prime puntate di X-Files e scoprire incredibilmente invertiti i ruoli di Mulder e Scully. Vogliamo parlare della psicologa Alexis Quaid con i poteri ESP assolutamente inutili? Tra l’altro è la seconda volta, nel giro di pochi albi, che la partner di Dylan asserisce di avere percezioni extrasensoriali (era già successo nel n. 21) che non hanno alcun rilievo, se non marginale, nell’economia delle rispettive storie. Anche il legame tra le due gemelle avrebbe meritato maggior approfondimento, ma su quest’aspetto si può tranquillamente chiudere un occhio. Non si possono, invece, nascondere i difetti della parte poliziesca della trama: Bloch che si ricorda del ragazzo intravisto tempo prima per un secondo al funerale, inseguendolo (dopo esservi imbattuto per puro caso come se Londra fosse un paesino) senza una vera ragione, i figli di Englund di cui l’assistente sociale non sa nulla e che si trasferiscono a vivere (da minorenni?) dall’Irlanda all’Inghilterra nella casa del padre morto, sempre Bloch che pur sapendo dove abitano i ragazzi Englund non va a fare almeno un sopralluogo, e potrei continuare.. A salvare l’albo rimangono i sogni capaci di uccidere. Quasi viene un infarto anche a me quando compare all’improvviso Xabaras nell’incubo in cui viene omaggiato De Chirico, indubbiamente la chicca migliore di questo #29. Potenti anche la crocifissione del prete e il moscone gigante, protagonista anche della bella copertina di Villa. Alla riuscita della parte onirica della storia contribuiscono i disegni di Montanari&Grassani, autori di una buona prova a parte qualche pecca forse dovuta alla fretta (ad esempio, la differenza tra il viso ustionato di Jilian, poco dettagliato, e il volto di Alexandra che si "sfoglia" nel #3 è abissale). Bello anche il finale e Groucho, cui spetta il compito di tenere sveglio Bloch a suon di battute, in forma. Il trio sardo farà senz’altro meglio su DD. In quest’occasione, nonostante il coinvolgimento complessivo di 5 autori diversi, non si va oltre la sufficienza, facendo una media ponderata tra pregi e difetti dell’albo.

Curiosità: (1)In meno di 6 mesi saranno ben due gli albi pesantemente ispirati al film di Wes Craven (e alla saga di Freddy Kruger); oltre a questo anche il “chiaverottiano” esordio del Buio. (2) Bloch afferma che quando sognava sua suocera era peggio, primo accenno al fatto che fosse sposato, come si scoprirà molto più avanti nella serie. (3)In terza di copertina dell’originale è riportato un disegno inedito di Montanari & Grassani a tema Jack lo Squartatore, realizzato in occasione della mostra Thriller tenutasi a Lugano nell’ottobre del 1988.

BODYCOUNT:  7

TIMBRATURA: Sì (1, Alexis)

CITAZIONE: “Sembra che tutte le persone coinvolte nella morte di Fred Englund abbiano fatto sogni simili.. Non lo stesso sogno, ma comunque sogni terrificanti, dove compare una ragazzina la cui presenza è legata a qualcosa di così spaventoso da far morire letteralmente di paura”.

VOTO: 6

Soggetto: Medda (1), Serra (1), Vigna (1)

Sceneggiatura: Medda (1), Serra (1), Vigna (1)

Disegni: Montanari & Grassani (8)

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