domenica 1 novembre 2020

Dylan Dog #25 - Morgana

 

È stata sepolta, ma ancora vive... In un mondo di sogni e di incubi, l’universo di Morgana. Ora quella dimensione di morte vuole fondersi con la nostra realtà e Madame Trelkovsky, medium infallibile, è in allarme. Per Dylan Dog un arabesco di morte e di bellezza, di follia e di amore, che passa per le pagine di un fumetto e cade tra le braccia di Xabaras il negromante!

 

Indiscutibile capolavoro che si presta a più livelli di lettura ed  aperto a diverse soluzioni, lasciate per lo più, com'è giusto che sia, all'interpretazione del lettore. Cercare una chiave di ricerca (rinvenibile indirettamente solo in seguito grazie a Storia di Nessuno) non è però strettamente necessario per godere di questo fantastico albo, dove realtà e sogno, immaginazione e incubi, presente e futuro si mescolano in continuazione e senza sosta. Ci si può lasciare semplicemente trasportare dall'apparente nonsense della storia, dai ricordi risvegliati dal viaggio in treno, dal remake della gita in bicicletta a Undead e dal risveglio dall'incubo mutuato dal finale del n. 1, cullati dalle splendide tavole di Stano, sempre perfetto, con il suo tratto “spigoloso”, nella realizzazione degli zombi e delle loro orge cannibalesche. E’ quasi incredibile che da un soggetto in fin dei conti così esile, sia scaturita una sceneggiatura così ricca di spunti e colpi di scena. Abbiamo in primis una rivelazione shock sulla paternità dylaniata (un classico da L’impero colpisce ancora a oggi), senza ancora, fortunatamente, risvolti edipici. Ricordo le piste mentali mie e (credo) di tutti i lettori dell’epoca  sui possibili sviluppi futuri, poi inevitabilmente deluse dal #100. Abbiamo un epico incontro tra Dylan e Morgana, presentato con la solennità dei momenti storici; persino Groucho, sino lì in gran forma, esaurisce le battute. Si intravede il pessimismo socio-esistanziale sclaviano, suggerito dallo zombizzato futuro immaginato, vissuto, o narrato da Crandall Reed con il suo fumetto “Contatto!” che ha la copertina identica a quella di Morgana. Diversi personaggi (anche secondari) sono raffigurati mentre lo leggono nel corso dell’albo; d’altronde all’epoca il metafumetto non aveva ancora sfondato le gonadi dei fan. A mio sindacabile giudizio, se utilizzato solo occasionalmente e/o con parsimonia, può avere il suo perché e regalare grandi storie (Oltre quella porta ne è un altro valido esempio). Ritorna finalmente Xabaras e fa il suo esordio Maria Trelkovski, uno dei comprimari più ricorrenti nella serie, accompagnata dalle fide amiche Glenda e Dora. Xabaras riesce a ritrovare carne e ossa, grazie a un espediente degno di Cristopher Lee in Dracula principe delle tenebre. Madame ci viene invece presentata coma “la più grande medium d’Inghilterra” ed è talmente giovane e gnocca da far sbroccare Reed proprio quando lo bacia in sogno. Il futuro da lei predetto in cui i morti hanno vinto e si aggirano liberi in una spettrale e assolata Londra distrutta, mentre alcuni vivi superstiti si sono rifugiati nelle oasi degli immemori ove rifuggono la realtà grazie alle droghe, sarà materiale fondamentale per la saga dei “morti” di Bilotta che senza questa numero probabilmente non sarebbe mai nata. E infine c’è lei, Morgana, la donna di cui Dylan sente di essere innamorato senza sapere di conoscere, a dire di Xabaras morta trecento anni prima e che il nostro amava già allora (perpetuando la storia della reincarnazione che Dylan liquida invece come una balla di Groucho). Morgana, essendo l’amore che Dylan ha sempre inseguito, è anche la ragione per cui nessun’altra donna può stargli a lungo vicino. Certo allora sembrava una ragione coerente e valida per giustificare una fidanzata diversa ogni mese, ma verrà sconfessata a tempo debito.

Copertina di Villa straordinaria e storica per il suo controverso errore lunare, voluto o meno. Albo mitico, tra i miei preferiti in assoluto.

Curiosità: (1) Il personaggio di Crandall Reed deve il nome all’illustratore americano che avevamo già citato nella recensione del n. 13 e il volto allo stesso Angelo Stano. L’anno di nascita, ci viene detto nel Club dell’Orrore (ristampa), è lo stesso di Sclavi, anche se, a onor del vero, il Tiz e Stano sono coscritti. (2)Dylan afferma di non leggere mai i fumetti. (3) Morgana restituisce al nostro indagatore il clarinetto che avrebbe dimenticato “da qualche parte” nel n.1. Tuttavia, come abbiamo già avuto modo di segnalare nella recensione del n. 2 , trattasi di errore in quanto Dylan fuggì dalla villa di Xabaras portando con sé lo strumento, mentre la famigerata custodia esplosiva andò distrutta. (4) Xabaras chiama la protagonista dell’albo “Fata Morgana”, sostenendo che “naturalmente non è la vera fata Morgana”. Non è precisato a chi si riferisca, probabilmente all’omonima figura mitologica del folklore celtico legata al ciclo bretone.

BODYCOUNT: 6

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “L’orrore, sì, lo vedo.. è il file sottile che separa il reale dall’irreale, la vita dall’immaginazione, il presente dal futuro.. il futuro, sì.. vedo il mondo intero in preda ai morti viventi.. vedo.. vedo oasi di persone immemori”.

VOTO: 10

Soggetto: Sclavi (26)

Sceneggiatura: Sclavi (22)

Disegni: Stano (2)

Nessun commento:

Posta un commento