lunedì 16 novembre 2020

Dylan Dog #36 - Incubo di una notte di mezza estate

 

Figure incappucciate e sacrifici umani, dove se non tra le pietre millenarie di Stonehenge? La giovane Vicky Connery ha assistito a un rito maledetto e, per questo, deve morire. Ma la sua storia è troppo incredibile persino per Dylan Dog. È davvero possibile che i suoi inseguitori siano… manichini?

Decimo albo illustrato dall’infaticabile coppia Montanari&Grassani su 36 usciti per la serie regolare sino ad allora. I loro disegni sono tra le cose più riuscite di questa storia, la cui trama ha più di qualche debito con l’episodio Ore Perdute della prima stagione di Ai confini della realtà. Debito che Chiaverotti, alla sua seconda prova dopo l’esordio del Buio,  riconosce espressamente per bocca di Vicky a pag.83. A proposito di Vicky, credo sia uno dei personaggi femminili più irritanti, inutili e vuoti che si siano visti in tutta la saga dylaniata. A dir poco “sciocchina” nelle sue esternazioni, insopportabile nel soffrire fintamente per la sua solitudine, (già a pag. 26 mi cadevano le braccia per la banalità), riesce addirittura a scadere nel ridicolo involontario con la rivelazione delle sue attitudini stregonesche, dove non c’è sospensione dell’incredulità che tenga. Si potevano trovare decine di soluzioni diverse, ma quella scelta è a dir poco deludente per non usare termini più prosaici. Eppure il buon Claudio, pur palesando grosse difficoltà nella costruzione della storia, sia a livello di soggetto che di sceneggiatura, mostra di avere in testa qualche buona intuizione: il sacrificio iniziale a Stonehenge, non originale ma suggestivo con annesso classico espediente horror dell’auto ingolfata, il manichino assassino inquietante di per sé con la sua bocca piena di sangue come Mana Cerace (Chiaverotti era evidentemente fissato per questo particolare) e l'ultima vignetta che restituisce un minimo di dignità, con quasi un tocco di poesia, alla conclusione della vicenda. Nel mezzo abbiamo una sarabanda di battute, giochi di parole, dialoghi freschi e divertenti, come raramente si sono visti negli anni più recenti, a cui non si sottraggono oltre al solito Groucho, neanche Dylan, Vicky e addirittura Bloch (che si lascia scappare di aver accompagnato al cinema il nostro per vedere Non aprite quella porta 2, solo perché credeva fosse un porno!). In spolvero, come detto , il dinamico duo M&G, molto bravi qui nei giochi di ombre e come sempre a loro agio nelle sequenze splatter, in particolare in quelle particolarmente cruente, dei cuori strappati a mani nude (pag. 36 su tutte). Ci sono anche diverse strisce di 3 vignette, all’epoca molto usate anche da Sclavi, che Grassani non amava granché, ma che risultano efficaci nel frammentare l’azione e davvero ben eseguite. Copertina di Villa evocativa grazie alla sempre suggestiva ambientazione megalitica e agli inquietanti incappucciati. Piace anche il titolo parodia di Shakespeare. Tra alti e bassi, l’albo raggiunge in media la sufficienza a patto di non farsi scoraggiare troppo dalla soluzione del caso. Dylan avrà a che fare con manichini anche in futuro.

Curiosità: (1) Durante il sacrificio iniziale viene più volte citato il nome di Yog-Sothoth, uno dei grandi Antichi presenti nel “ciclo di Cthulhu” di H.P. Lovecraft. (2) Nell’ultima vignetta di pag. 76, in basso a destra, si intravede il cofano di un’auto d’epoca che non credo di aver mai notato, né prima né dopo, nello studio di Dylan. (3) Chiaverotti si diverte con nomi e cognomi famosi assegnati ai personaggi secondari: Connery, Moore, Angela Lansbury e persino Dan O’Bannon. (4)Groucho ha un nonno!? Lui e Dylan transitano da Stonehenge proprio di ritorno dalla sua festa di compleanno. (5)Questa è la prima storia in cui Montanari e Grassani disegnano il maggiolino col posto di guida a destra (in tutte le loro precedenti prove, lo avevano raffigurato con la guida a sinistra) (6) Pare che Groucho sia mancino (nella terza vignetta della 48^ tavola scrive con la mano sinistra).**

BODYCOUNT: 6

TIMBRATURA: NO

CITAZIONE:  Non è possibile l’amore.. ma allora cos’è questo orrore che chiamano vita?”

VOTO: 6

Soggetto: Chiaverotti (2)

Sceneggiatura: Chiaverotti (2)

Disegni: Montanari & Grassani (10)

**Si ringrazia il sempre preciso Leprecano per le segnalazioni di cui alle curiosità 5 e 6.

2 commenti:

  1. Segnalo due cose: questa è la prima storia in cui Montanari e Grassani disegnano il maggiolino col posto di guida a destra (in tutte le loro precedenti prove, lo avevano raffigurato con la guida a sinistra); pare che Groucho sia mancino (nella terza vignetta della 48^ tavola scrive con la mano sinistra).

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