giovedì 26 novembre 2020

Dylan Dog #41 - Golconda

 

Andate all'Inferno! È un locale davvero speciale quello gestito dalla bella Amber Cat: musica forte, compagnia piacevole e qualcosa di veramente demoniaco. Creature dell'altro mondo circolano a piede libero tra i passanti terrorizzati e su Londra tira un'aria d'apocalisse. Chi ha scatenato le orde infernali e perché? Dylan e Amber devono cercare la soluzione fino in capo al mondo, fino al cuore della Terra, fino alla giungla di… Golconda!

Dopo i nn. 39 e 40 altro grandissimo numero a completare un fantastico tris e se non ci fosse La Jena di mezzo, con il n. 43 sarebbe stato un filotto da 10 senza precedenti. Sclavi dimostra una volta di più di essere un mostro (di bravura) quando può muoversi libero da vincoli di sceneggiatura, come in questo caso. E' un altro albo "di cazzeggio" in cui il soggetto passa in subordine rispetto alla mise en scene, come già sperimentato con successo in Cagliostro che è un po’ il prototipo di questa storia. E' il festival del surreale ma soprattutto dello splatter di cui Sclavi fa un uso creativo, divertente e irriverente, che Piccatto, autore dell’ ennesimo ottimo lavoro, “sdrammatizza” ulteriormente grazie al suo stile. Non manca la solita pioggia di citazioni: il professor Mortimer protagonista del longevo fumetto belga Blake e Mortimer, la lingua che esce dal telefono come in Nightmare, la cartina geografica con il percorso tipo Indiana Jones, il tizio in banca cui escono dalla bocca gli intestini in stile Paura nella città dei morti viventi di Fulci (ma forse questa è solo una fissa mia), ecc.. Ci sono poi le canzoni dei Demon, The Night of the demon (title track dell’omonimo album) e Into the Nightmare, già omaggiata nel n. 16; qui Sclavi va oltre inserendo come personaggi della storia i Demon stessi o meglio i “Demoni”, anche se di fatto poi non appaiono mai davvero. Si intravedono scorci di (un) inferno; non a caso compare anche un ascensore che a Dylan ricorda subito quella di Mala nel #6. Bella e tosta la cliente di turno Amber Cat, la donna perfetta per un Dog se mi passate il terribile gioco di parole. Tra l’altro lei e Dylan hanno lo stesso modo di appoggiare la gamba sul bracciolo della poltrona. Groucho rutilante, in particolare verso il finale con il siparietto tra lui e Bloch concluso a bordo di tandem. Il caro ispettore è messo a dura prova anche da un Jenkins non ancora in versione completamente tonta. Nostalgia per le copertine di Villa, questa è l'ultima per l’inedito (se si esclude la variant realizzata in occasione del n. 400) nonché una delle più belle. Il modello è ovviamente Golconde di Rene Magritte, opera surreale che ha ispirato Sclavi anche per gli uomini con bombetta che compaiono nell’albo.  Lodevole anche il gran lavoro di lettering di Piero Ravaioli. Storia che rimane fresca e sorprendente a ogni ennesima rilettura, anche a distanza di tanto tempo. Capolavoro.

Curiosità: (1)Dylan e Bloch si danno appuntamento al “solito” pub. In realtà da albo ad albo il loro locale di riferimento cambia quasi sempre. (2) Dylan dopo essersi sciroppato un viaggio in auto da Londra fino in India dichiara che non gli piace viaggiare! (“Ragazza, io già sul marciapiede di Craven Road ho nostalgia di casa”). (3)La storia ha avuto due seguiti: La quinta stagione e Il gigante.

BODYCOUNT: 120

TIMBRATURA: Sì (1, Amber)

CITAZIONE: “La verità è che ho ancora quella sensazione “alla Dylan”.. La sensazione che stia per accadere.. qualcosa di terribile!”

VOTO: 10

Soggetto: Sclavi (37)

Sceneggiatura: Sclavi (33)

Disegni: Piccatto (7)

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