sabato 14 novembre 2020

Dylan Dog #35 - La scogliera degli spettri

 

Una casa sospesa sull'orlo dello strapiombo, due anziane sorelle legate da un fantasma di sangue, un mostruoso gigante che si aggira nella notte e – naturalmente – un omicidio. Ci sono tutti gli ingredienti per un noir con i fiocchi! Fra arsenico e vecchi merletti, Dylan Dog deve passare al setaccio un intreccio di antiche menzogne e tradimenti, e quella che gli scorre tra le dita è una polvere carica di spettri...

Dopo l'esordio incolore del #29, il trio sardo Medda, Serra & Vigna si riscatta alla grandissima con questa storia saldamente costruita sugli eccellenti modelli cinematografici di La Casa sulla scogliera, un vero masterpiece girato da Lewis Allen nel 1944 e Che fine ha fatto Baby Jane? capolavoro firmato da Robert Aldrich nel 1962. Quest’ultimo viene chiaramente omaggiato con i personaggi delle due sorelle Brent, i cui connotati e nomi, Joan e Bett, sono gli stessi delle attrici (Crawford e Davis) che nel film interpretavano Blanche e Jane, nonché ovviamente con il personaggio del Dott. Aldrich. C'è anche spazio per affettuose citazioni fuori contesto, come quella di Suspiria propedeutica all'omicidio del maggiordomo. Si respirano anche reminescenze “hitchcockiane” e soprattutto atmosfere da ghost story benché non vi siano davvero fantasmi nella trama, se non quelli del passato. Un passato che nasconde un tragico evento che ha travolto le vite dei protagonisti, impossibile da dimenticare, e che verrà a reclamare prepotentemente il prezzo della vendetta verso chi ha cercato di nasconderlo. Ambrosini scelta azzeccata come disegnatore per rendere al meglio su carta il mood malinconico e dolente richiesto dal soggetto, interrotto da imprevedibili e violenti sprazzi splatterosi. Il “Conte” è bravissimo a riportarci indietro nel tempo (c’era già riuscito nell’Isola Misteriosa), quasi da far sembrare la storia ambientata negli anni ’60, come il suo illustre modello. Con il suo tratto elegante riesce a rendere spettrali gli esterni di casa Brent e sinistri gli interni. Ancora una volta assistiamo a una discesa nella follia, con un personaggio che, come successo a Henry Jekyll nel n.33, subisce una perdita di identità (qui intermittente, là progressiva) fino all’identificazione in un altro soggetto che avrà irreversibili e tragiche conseguenze. Il trio sardo sfiora anche il tema sclaviano del “diverso”, senza moralismi e retorica: un mostro sventurato che è carnefice ed anche inconsapevole vittima. Il poetico finale chiude il cerchio. Groucho irresistibile, ci regala alcune delle migliori battute del suo repertorio, anche in trasferta. Bella la copertina di Villa, con Dylan in primo piano minacciato dal bestione armato di randello e, sullo sfondo, il tocco gotico della casa sulla scogliera. Sceneggiatura senza sbavature, praticamente perfetta o quasi.

Curiosità: (1) Anche in quest'albo ci sono numerosi riferimenti a Martin Mystere con cui il Dott. Aldrich confonde continuamente Dylan. L'incontro tra il detective dell'impossibile e l'indagatore dell'incubo sembrava sempre più inevitabile. E infatti un annetto dopo.. (2) Terence, il maggiordomo di casa Brent, afferma di essere il cugino di Desmond, l’indimenticabile domestico apparso negli albi n. 16 e 17. (3) Anche in provincia sanno che l’ispettore Bloch coinvolge Dylan nelle sue indagini. (4)Il volo di Donald dalla scogliera mi ricorda, per la dinamica, il suicidio della madre di Virginia in apertura di Sette note in nero di Lucio Fulci.

BODYCOUNT: 5

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Perché i ricordi sono fantasmi.. E io ricordo.. ricordo quel giorno di tanti anni fa.. Le nubi nere all’orizzonte, la tempesta che stava per scoppiare..”

VOTO: 9

Soggetto: Medda (2), Serra (2), Vigna (2)

Sceneggiatura: Medda (2), Serra (2), Vigna (2)

Disegni: Ambrosini (3)

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