domenica 22 novembre 2020

Dylan Dog #40 - Accadde domani


Premonizioni, presagi di un futuro ancora da costruire, con le sue assurdità e i suoi paradossi. Ancora da costruire, ma già scritto. Sulle pagine di un giornale mai stampato, Dylan Dog legge fatti che ancora devono accadere, il corso del tempo si è davvero incrinato o è soltanto uno scherzo? Forse entrambe le cose

Annata 1990 che inizia col botto con un altro albo da potenziale top ten all-time.
Sclavi, dopo un assenza di sei mesi sulla serie regolare,  riscrive Avvenne Domani di Renè Clair (menzionato sia nel Club che nella storia) utilizzando Bunuel per narrarci la teoria del caso, per cui un evento è generato dalla concatenazione di tanti altri eventi minori anch'essi assolutamente casuali. Su questa struttura il Tiz innesta piccole mini-storie: il prologo in cui si avverte puzza di zolfo (anche se il diavolo non c’entra), l’inquietante zombi dal passato, la compressa mortale, l’omonimo Delbert Grogan, il pilota alcolista. Nonostante l'ennesima rilettura è sempre una meraviglia assistere a come i pezzi del puzzle si incastrino perfettamente nel finale. La morale di Sclavi è affidata alla frase "il bello della vita è non sapere cosa accadrà domani" pronunciata da un personaggio la cui vita verrà rovinata dalla profezia del giorno preciso in cui morirà. Anche Dylan rinuncia all'offerta di un nuovo quotidiano del giorno dopo. Vivere la vita al meglio giorno per giorno, che del” doman non v'è certezza”. Il pianto di Dylan alla penultima vignetta per la sorte dell’amico Fat non ha prezzo: poche volte l'abbiamo visto, forse mai in modo così spontaneo. Impagabile anche il dialogo telefonico tra Groucho e Chico Marx in versione bookmaker che è la pagina di Dylan Dog di cui Sclavi si dice meno scontento in assoluto. Freghieri all'esordio sulla serie regolare, decisamente meglio del suo debutto sullo speciale, in particolare per il lavoro sul viso di Dylan (anche se il naso in alcune vignette appare ancora un po’ adunco). In ogni caso prova brillante la sua. Lo zombi nel parco mi ha sempre ricordato Victor Paskow di Cimitero Vivente, anche se non c'entra nulla, mixato con Eddie degli Iron Maiden. Strane associazioni mentali. Splendida la copertina di Villa, con il depistaggio alieno e la tomba di Dylan che anticipa la profezia mortale che aleggia per buona parte dell’albo sul nostro indagatore.

Curiosità: la pagina con Chico tanto cara a Sclavi è la riproposizione di una scena del film Un giorno alle corse (1937) di Sam Wood, interpretato dai fratelli Marx.

BODYCOUNT: 5

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Strani scherzi fa il destino.. Forse il senso di tutto, di ogni storia, è che non c’è senso, che tutto è un caso..”

VOTO: 10

Soggetto: Sclavi (35)

Sceneggiatura: Sclavi (31)

Disegni: Freghieri (2)

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