domenica 8 novembre 2020

Dylan Dog #31 - Grand Guignol

 

 Soltanto una messinscena, una grottesca messinscena d'orrori di cartapesta, coltelli di gomma e sugo di pomodoro! Sì, nel teatrino del signor Crabb si portano sul palco macabre romanticherie e intricate vicende da feuilleton ottocentesco, ma qua e là, tra una finzione e l'altra, fa capolino la morte vera Dylan sta perdendo la bussola e la pazienza; realtà e finzione sono una cosa sola. Tra tutti questi attori c'è qualcuno che ha smesso di recitare per uccidere veramente!

Mitico, surreale, grottesco. Realtà che si confonde di continuo con la finzione ingannando il lettore. Sclavi aveva già sperimentato con successo questa formula diverse volte nei numeri precedenti; limitandoci al mondo dello spettacolo l’avevamo vista in Canale 666 (per la TV), Il fantasma di Anna Never (per il cinema) e, per il teatro, in Diabolo il Grande, citato con un manifesto a pag.40. Ma è con quest’albo che questa particolare struttura narrativa raggiunge la perfezione e il Tiz si diverte un mondo a prenderci in giro in continuazione, offrendoci già la soluzione del caso a metà albo per bocca del personaggio meno credibile. Citazioni dal mondo del teatro stavolta (La vita è sogno di Calderon de la Barca, già nominato nel #6) e trama che deve tanto a Pirandello e ai suoi Sei personaggi in cerca d’autore, ma l'albo stesso potrebbe essere una rappresentazione del Grand Guignol, quello vero;  "finto" è invece lo splatter stavolta, rimanendo comunque efficace e funzionale allo storia.  Splendidamente caratterizzati i personaggi. Julius Crabb, il direttore del teatro, avrebbe potuto essere sfruttato anche come comprimario ricorrente, considerato il suo peculiare ruolo di padrone di casa. Simpaticissimo Ralph Richards lo smemorato attore con un passato glorioso all’”Old Vic” di Londra, la cui morte innesca un intreccio giallo che avrà una soluzione davvero imprevedibile. Poi c’è il triangolo Gloria-William-Kathleen, ispirati nelle fattezze rispettivamente agli omonimi attori Gloria Swanson, William Hurt e Kathleen Turner (questi ultimi due avevano, tra l’altro, da poco recitato insieme in Turista per caso). Tutti gli attori del teatro sono impegnati a recitare i ruoli nei drammi di Crabb ma anche quelli delle loro stesse vite, su un palcoscenico senza spettatori, a parte il lettore. E infine c’è lui, Spenalzo, con un aspetto a metà tra Lurch della Famiglia Addams e il Frankenstein di Karloff, l’insospettabile autore di un dramma ancora non scritto. Impreziosiscono il tutto una serie di battute cult (su tutte "qualcuno spenga quel maledetto temporale") e un Groucho in forma smagliante anche nelle vesti di attore. Piccatto al top firma il suo capolavoro. Forse solo la copertina di Villa, un po’ troppo scura, non è all'altezza delle sue migliori.

Un pilastro della serie.


Curiosità: (1) Groucho, per il secondo numero consecutivo, continua con le sue autopresentazioni celebri, dopo il Jack Nicholson e il Marlond Brando del #30 (giochino inaugurato nel #22 quando si presentò come la figlia della Sig.ra Tatcher ). (2)Di un Sig. Spenalzo si parla nel film Arsenico e vecchi merletti di Frank Capra. (3) Per l’ultima volta Dylan tira in ballo i fantomatici poteri paranormali del padre.

BODYCOUNT: 1

TIMBRATURA: Sì (1, Kathleen)

CITAZIONE: “E poi forse non è vero che la rappresentazione è finita.. Forse è solo l’intervallo.. tra il primo e il secondo atto.. già, lo spettacolo continua, vecchio amico: per noi che siamo qui e per te in cielo..

VOTO: 10

Soggetto: Sclavi (30)

Sceneggiatura: Sclavi (26)

Disegni: Piccatto (5)

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