sabato 4 settembre 2021

Dylan Dog #61 - Terrore dall'infinito

 

Un bagliore notturno, un ronzio elettrico, l'aria della notte smossa da una presenza aliena. Whitley Davies incontra in sogno la forza di un'intelligenza extraterrestre che vuole entrare in contatto con lui, per dirgli qualcosa di importante, di vitale… ma cosa? Con l'aiuto del dottor Bronsky, Dylan cerca di sondare le profondità della sua mente tormentata; scoprirà che l'inconscio umano è vasto quanto l'infinito spazio siderale... e forse di più!

 Avvertenza: la recensione contiene inevitabili spoiler.

Capitolo primo di quella che solo anni più tardi sarebbe diventata una trilogia “ufologica” o “extraterreste” come venne intitolata nel 2004 in occasione della ri-pubblicazione nella collana dei Classici del Fumetto di Repubblica – Serie Oro. Il sequel, #131 - Quando cadono le stelle, uscì esattamente 70 numeri dopo, nell’agosto del  2007, mentre per l’epilogo #136 – Lassù qualcuno ci chiama, furono sufficienti pochi mesi d’attesa, precisamente sino a gennaio 2008. Tutte e tre le storie vantano le firme di Sclavi ai testi e Brindisi ai disegni. Questo primo episodio è a mani basse il mio preferito, mentre, lo confesso sin da ora, non ho mai amato particolarmente i due successivi, pur riconoscendone gli indiscutibili pregi a livello grafico e di sceneggiatura. Tanto per cominciare in Terrore dall’infinito gli alieni.. non ci sono! O meglio, non sono gli omini verdi a cui la nostra fantasia, magari influenzata da Incontri Ravvicinati del terzo tipo di Spielberg (a cui si rifece in parte anche Brindisi), subito corre. L’idea sviluppata da Sclavi degli alieni come ricordi o proiezioni dell’inconscio e della psiche umana come lo spazio da cui questi emergono è originale nonché molto affascinante per il sottoscritto che non ama le trame puramente ufologiche. Un inconscio che può essere vasto come l’universo e può nascondere orrori indicibili dispersi o rimasti sepolti anche per anni, ma destinati prima o poi a riaffiorare: per il povero Whitley un trauma enorme, che la mente di un bambino non può capire né tantomeno accettare tanto da restare dimenticato/cancellato per anni. La sceneggiatura è precisa e accattivante nello svelare il mistero poco alla volta, la gestione e la caratterizzazione dei personaggi, anche minori, è perfetta tanto dal non far sentire la mancanza di Bloch e Groucho, relegato a una sola paginetta. Sclavi, che per bocca di Dylan afferma di non credere negli UFO ma di sperarci, lascia comunque saggiamente la porta aperta anche ad altre possibili interpretazioni in merito alla natura degli “omini verdi”, quando questi si materializzano concretamente in presenza del nostro indagatore. La fonte di ispirazione citata nel Club dell’Orrore dell’inedito, il romanzo Communion di Whitley Strieber (da cui nel 1989 è stato tratto l’omonimo film con Christopher Walken), che racconta di contatti con gli extraterrestri che l’autore dichiarò essere realmente occorsigli, ha dunque rilevanza dal punto di vista formale, mentre per i contenuti, come detto, l’albo va a parare da tutt’altra parte.  Tra le fonti non accreditate vale la pena di ricordare il piccolo omaggio a Tommyknockers di Stephen King, quando Whitley ritrova l’astronave sepolta nel terreno. Sequenza migliore quella della drammatica morte del piccolo Steven, con il volo del gufo. Ritorno per il Dottor Bronsky, lo psicanalista-ipnotista amico di Dylan, dopo il #4. Lo rivedremo ancora, in tutt'altri termini e altro contesto. Azzeccata la scelta del tratto chiaro e realista di Brindisi, visto il contesto. L’artista salernitano convince appieno, anche lontano dagli eccessi gore che gli erano stati richiesti per Il Male e per i suoi lavori precedenti apparsi sulla rivista Splatter. Copertina di Stano invece piuttosto anonima.

CURIOSITA’: (1)Nella sua unica apparizione Groucho indossa una maschera con le fattezze dei mutanti del fanta-cult anni ’50 Cittadino dello spazio diretto da Joseph Newman e da un non accreditato Jack Arnold. (2)Il personaggio di Whitley Davis è ovviamente ispirato all’autore-protagonista di Communion, da cui eredita il nome di battesimo, anche se fisicamente, a detta di Brindisi in un recente post pubblicato sul suo profilo facebook, dovrebbe rifarsi all’attore Montgomery Clift, scomparso nel 1966. Il padre di Withley è invece somaticamente ispirato a un giovane Danny Aiello.(3)Dylan afferma (pag. 24) di non amare la campagna e di non capire perché ”per terra ci siano dei fili verdi al posto dell’asfalto”. Erano evidentemente ancora lontani i tempi del suo impegno ambientalista.

BODYCOUNT:  1

TIMBRATURA:  No

CITAZIONE: “Forse esplorare le profondità della mente è come volare su un’astronave.. e sondare l’inconscio è proprio come spingersi ai confini dell’universo, al di là delle stelle.. già lo spazio.. l’infinito da cui vengono i dischi volanti.. forse è nella mente di ciascuno di noi..”

VOTO:  9

Soggetto:  Sclavi (53)

Sceneggiatura:  Sclavi (49)

Disegni: Brindisi (2)

2 commenti:

  1. Concordo praticamente su tutto, tranne sul fatto che io amo molto anche i due seguiti!

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    1. Saranno comunque ben valutate. Se mai arriverò a commentarle.

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