lunedì 6 settembre 2021

Dylan Dog #62 - I vampiri

 

Alla luce del sole, nella vita quotidiana, tutto sembra così "normale". Ma qualcosa sfugge sotto la superficie, qualcosa di invisibile ci divora, ci ipnotizza, ci succhia il sangue. Chi era Paco Martinez? Un trafficante di droga o il depositario di un segreto terribile? Perché l'esercito lo ha ucciso con tanta leggerezza? Il volto del potere è pulito e sorridente, ma quel sorriso è fatto di lunghe zanne...

Uno dei capolavori assoluti, nonché uno degli albi più controversi dell’intera serie. Già il Club dell’Orrore dell’inedito metteva  le mani avanti definendo la storia “vagamente impegnata”. Il pesante modello di riferimento questa volta è Carpenter, con il suo Essi vivono (They Live) del 1988, senza dimenticare Zombi di Romero, sempre caro a Sclavi, di cui viene saccheggiato a piene mani l'incipit. Ma anche lo stesso Tiziano si auto-cita, richiamando più volte il n. 13 Vivono Tra noi, peraltro sceneggiato da Ferrandino, che anticipava per certi versi questo n. 62. Anche in quella storia i vampiri, che avevano il viso in decomposizione celato da maschere di gomma ma bevevano sangue come quelli “classici”, vivono indisturbati mescolandosi tra la gente comune. Non erano presenti, però, sottotesti socio-politici. I vampiri di questa storia, che hanno un volto da pipistrello invisibile a occhio nudo se non iniettandosi un apposito siero, occupano, invece, posizioni nei piani alti della società: il ministro dell’interno, il soprintendente (che intravediamo per la prima volta), graduati dell’esercito. Persino l’allora presidente americano Bush Sr. sarebbe uno di loro, o almeno così appare a Dylan sulla copertina di una rivista. Non so in realtà quanta politica Sclavi ci volesse infilare; i detrattori dell’albo e/o di Dylan Dog in generale ce ne hanno sempre vista tanta. Certo l’orientamento del Tiz è noto e anche qui emerge chiaramente, ma a ben guardare non è che si sia discostato dal modello carpenteriano con il quale c’è anzi un’evidentissima affinità di intenti. Sta di fatto che la critica all’establishment, l’invito a non uniformarsi, a pensare con la propria testa colpirono i lettori adolescenti dell’epoca con una facilità estrema. Il messaggio arrivava forte e chiaro: libertà! Anche se, ci dice Sclavi, è una battaglia forse persa in partenza perché per combattere i “vampiri” si rischia di diventare come loro. In quest’ottica si cala perfettamente il binomio siero/droga che, sì, permette ai membri della resistenza di riconoscere i propri avversari, ma d’altro canto li espone a rischi altissimi (omologazione o morte). In ogni caso il nostro indagatore non si arrende e forse proprio da questa storia nasce il prototipo del Dylan disposto a perdere tutto e a mettere a rischio la sua stessa vita pur di difendere i propri ideali, che sia per amore, per proteggere gli emarginati o qualsiasi altra ragione più o meno valida. Un irriverente moderno cavaliere che si getta coraggiosamente contro i mulini a vento. Al suo fianco un Bloch monumentale (e in montgomery!): inizialmente cinico e scontroso per far mollare l’indagine a Dylan, arriverà a mettere a rischio pensione e carriera pur di aiutare il suo figlio putativo. Sono veramente tanti i momenti, le frasi, i discorsi significativi che si alternano tra le pagine, che sarebbe opera improba e svilente citarli tutti. Ne ricordo qui una sola: Groucho che si siede e piange dopo che la loro casa è stata devastata dai militari. D’altronde con le forze armate Dylan ha sempre avuto qualche problemuccio a partire dal n. 22 e tanti altri ancora ne avrà in seguito. Tra i personaggi secondari è proprio un soldato, sempre mutuato dal film di Romero, quello più riuscito: l’invasato Frank, violento e razzista, che non esita a freddare neppure i compagni pur di gettarsi nella mischia. Certo, non è tutto perfetto: il ritmo forsennato impartito alla sceneggiatura sacrifica necessariamente alcune cose, su tutte il rapporto con la partner di turno, la ribelle Estrella Estevez, che si brucia con un amplesso consumato a tempo di record e una morte di cui non c’è nemmeno tempo di dolersi. Ma gli ingranaggi girano comunque a meraviglia, coadiuvati dai disegni di un Ambrosini insospettabilmente bravo anche nelle sequenze d’azione, che qui abbondano, condite da particolari splatter tanto imprevisti quanto rivoltanti. Strepitosa la copertina di Stano, tra le più celebri della serie; evidentemente quelle su sfondo bianco, già a partire da quella realizzata dal Villa per il n. 26, rendono particolarmente bene su Dylan Dog, oltre ad accompagnare, spessissimo, numeri importanti come questo.

Da leggere obbligatoriamente, piaccia o meno.

Curiosità: (1) A pag. 11, prima vignetta in alto, dalla targhetta sulla porta scopriamo che il comandante delle forze speciali dell’esercito è il capitano “J. Carpenter”, altro omaggio al grande regista americano. (2)Dylan si “droga”; era già successo, in tutt’altri termini e inconsapevolmente, in Dopo Mezzanotte (citato nell’albo) (3)La rubrica “Dylan Dog Horror Post” sull’inedito è per la prima volta occupata dalla “Vetrina di Dylan Dog” destinata ad annunciare, con una certa frequenza, novità dylaniate. In questa sua prima apparizione vengono sponsorizzati, tra le altre cose, l’uscita in libreria del romanzo di Sclavi Dellamorte Dellamore ed il videogame Gli Uccisori realizzato da Simulmondo con in allegato un albetto di cui parleremo prossimamente.

BODYCOUNT:  Numero imprecisato di membri della resistenza e soldati.

TIMBRATURA:  Sì (1, Estrella)

CITAZIONE: “Sempre che le utopie abbiano un senso e che il desiderio di libertà non sia morto.. ucciso dall’illusione di essere liberi, annichilito dal consumismo, dal disimpegno, dalla vacuità di questo orrore che ancora chiamiamo mondo.. e in ogni caso, preferiamo morire per un ideale forse assurdo, forse chimerico, forse perfino sbagliato.. preferiamo morire che essere già morti..”

VOTO:  10

Soggetto:  Sclavi (54)

Sceneggiatura:  Sclavi (50), 40° per la serie regolare

Disegni:  Ambrosini (5)

3 commenti:

  1. L'inizio poi è preso pesantemente da Zombi di Romero. Comunque si, non tra i miei preferiti ma ottimo numero.

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    1. Corretta osservazione che mi ero dimenticato di riportare. Anche il personaggio di "Frank" arriva da zombi. Ho aggiornato la recensione. Grazie!

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  2. Di nulla (sono Carver). :)

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