mercoledì 8 settembre 2021

Dylan Dog #63 - Maelstrom!

 

I custodi stanno cadendo uno a uno. Streghe, maghi e occultisti di tutto il mondo vengono assassinati da un misterioso Angelo dai Mille Volti. La bionda Kim, una vecchia conoscenza di Dylan, e il suo magico gatto Cagliostro sono gli ultimi rimasti. Ma cosa custodiscono? Il Maelstrom, vortice nero, porta sull'Inferno che si spalanca ogni seicentosessantasei anni. Questa volta, sono in gioco forze cosmiche e l'Indagatore deve decidere di chi fidarsi: della strega Kim o dell'Angelo Sterminatore?

Ritorno in pompa magna del micione Cagliostro e soprattutto della strega Kim, nonostante il n. 18 si concludesse con la didascalia “Dylan Dog e Kim non si incontrarono mai e un grande amore fu stroncato sul nascere”. Qui non solo i due finalmente si conoscono, ma la loro love story sboccia subito, a pelle, costando a Kim i suoi poteri magici. La bella strega si può consolare perché va annoverata di diritto tra i più grandi amori di sempre del nostro indagatore, qualche gradino sotto l’inossidabile trio Bree-Marina-Lillie. Oltre al punto esclamativo nel titolo e ai comprimari, questo n. 63 riprende da  Cagliostro, sempre realizzato dal duo Sclavi-Piccatto, il corrosivo spirito splatter, ironico e surreale, raccontando una storia meno citazionista, ma dai toni apocalittici. Che poi le citazioni abbondano comunque: da Kafka (Il Processo, Le Metamorfosi) al Mago di Oz (Kim è definita “Strega dell’Ovest”), passando soprattutto per Andy Capp e Florrie (conosciuti in Italia come Carlo & Alice) i cui siparietti domestici rappresentano le sequenze più genuinamente divertenti dell’albo. E non mancano anche le autocitazioni: il magrittiano (perdonate il neologismo) gigante in bombetta alla Golconda, il cameo di Uskebasi (pag. 59), Roy Mann di Sclavi. La trama ruota intorno al possibile avvento dell’Anticristo e ai tentativi di impedirlo, costruendo un interessante ribaltamento di ruoli, tra buoni e cattivi, su due livelli. “J.K.”, l’angelo apparentemente designato, è presentato come un brutale assassino assurto al rango  di sterminatore di masse, anche se parrebbe mosso dalle migliori intenzioni, mentre i “custodi”, se pur votati all’occulto e alla magia anche nera, si mostrano simpatici e inoffensivi, ma interessati all’apertura del varco sul Regno delle Tenebre. Alla fine la prospettiva si ribalterà ancora. Sembra strano, ma i soggetti a sfondo religioso sono desueti in Dylan Dog che, ad esempio, ha spesso rinunciato ad esplorare, con le dovute eccezioni, tutto quel filone horror dedicato alle possessioni demoniache, forse anche per coerenza con la particolare visione degli Inferni offerta da Sclavi e una generale benevolenza dylaniata nei confronti del personaggio del maligno, spesso presentato in passato in maniera non così negativa come di solito si dipinge. Il Tiz qui contamina la materia con suggestioni diverse: fenomeni naturali come il maelstrom (già protagonista di opere di Poe e Verne come ci ricorda il Club dell’Orrore sull’inedito) e figure geometriche come il tesseract (o ipercubo), e un irresistibile umorismo per gentile concessione di un Groucho in vena di battute a raffica e del già citato duo Andy e Flo, qui ribattezzati Barney ed Henrietta Pembleton. Più che buono il lavoro di Piccatto ai disegni, con una prova in linea con quella fornita ai tempi di Cagliostro. Copertina di Stano che si ricorda principalmente per l’inusuale sfondo rosa e per essere stata la cover di uno dei diari di Dylan Dog usciti per la linea “Auguri Mondadori”, per l’anno scolastico 1993/1994 (io ce l’ho ancora, pieno di ricordi), di cui avremo anche modo di parlare tra qualche tempo.

Curiosità: (1) A pag. 36 sempre J.K. , prima di mietere una nuova vittima, esclama “Brucia, strega, brucia” che è anche il titolo di un romanzo di Abraham Merritt, apparentemente privo di attinenza con la storia, nonché il titolo di un futuro albo di Dylan Dog, il n. 336 della serie regolare. (2)Ricompaiono le attempate amiche della Trelkovski, Glenda e Dora, già apparse nei nn. 25 e 46. (3)In argomento tesseract, a pag. 81, viene citato il racconto di fantascienza, La casa nuova (1941) di Robert Henlein.

BODYCOUNT:  4

TIMBRATURA:  Sì (1, Kim)

CITAZIONE: “Se i delitti “seriali” sono dieci o venti, si può parlare di un pazzo.. se sono, limitandoci a quelli accertati, più di trecento, è praticamente la terza guerra mondiale!”

VOTO:  9

Soggetto:  Sclavi (56)

Sceneggiatura:  Sclavi (52)

Disegni:  Piccatto (9)

3 commenti:

  1. Stupendo: horror, commedia, storie d'amore, citazionismo, tutto mescolato in maniera sublime. Per me Piccatto meglio qua che in "Cagliostro".

    P. s. In realtà il finale di "Il processo" si può leggere: è l'ottavo dei dieci capitoli che è rimasto incompiuto. Ma l'ultimo capitolo è completo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, l'ho letto anche io il Processo, ma sono sicuro che Sclavi l'abbia scritta apposta quella battuta. Comunque onde evitare fraintendimenti tolgo la curiosità.

      Elimina
  2. Avrebbe dovuto fargli leggere "Il castello": a quello manca davvero il finale! Io l'ho comprato poco tempo fa, senza sapere che non avesse un finale: che fregatura!!!

    RispondiElimina