lunedì 13 settembre 2021

Dylan Dog #64-65 - I segreti di Ramblyn / La belva delle caverne

 

Lettere da una giovane ammiratrice… Dylan è lusingato, ma anche incuriosito. Da Ramblyn, nel cuore del Galles, la giovane Katinka Jones gli spedisce le sue malinconie d'adolescente e verso Ramblyn lo attrae sempre più una forza irresistibile. Ma quello non è un villaggio qualunque, perché lì, tra mille piccoli segreti e follie, si muove l'ombra di un mostro. Da dove viene l'incubo tentacolare che divora i ragazzi del paese? Che fine ha fatto Katinka? Il mistero è fitto, caro Dylan, e, per venirne a capo, dovrai affrontare La belva delle caverne!

L’annata 1992 si apre con un’ altra mitica storia doppia, sempre in trasferta e ancora a firma Sclavi e Montanari & Grassani, la seconda dopo l'eccezionale accoppiata #16-#17. Nella mia scala di valori prediligo quest’ultima per la classica atmosfera gotica, una migliore caratterizzazione dei personaggi e una più attenta distribuzione della sceneggiatura tra i due albi. Il difettuccio principale dei #64-#65 sta proprio nell'aver concentrato i botti nei Segreti di Ramblyn, impoverendo un po' La belva delle caverne, che peraltro non ci degna neppure di un riassunto di quanto accaduto nel numero precedente. Un'inezia, se vogliamo, soprattutto se letto ai tempi in cui l'attesa spasmodica di leggere la seconda parte mi consumò per un mese intero. Punto di forza non sono né il soggetto, né la soluzione finale, che se vogliamo è l'ennesima variazione sul tema di Dal Profondo, ma la sceneggiatura scoppiettante a suon di gag, battute, citazioni, situazioni surreali, incubi, personaggi improbabili, splatter. C’è davvero tanto, tantissimo mestiere. Albi dylaniati così divertenti nessuno, nemmeno Sclavi nelle sue sporadiche uscite post 200, li scrive più da un pezzo. Del Dylan attuale è proprio questo che mi manca di più: un indagatore ironico e guascone anche nei momenti più tesi e il sapermi strappare un sorriso o una risata al momento giusto. Nei Segreti di Ramblyn il momento giusto è.. sempre! (o quasi). Riassume bene la trama il Club dell’Orrore del #64: “Twin Peaks, ovviamente, parafrasato anche nel titolo, una dose giusta di splatter, un bel po’ di poliziesco, una manciata di avventura tradizionale, un pizzico di surreale e soprattutto qualche chilo di umorismo, con una delle più alte concentrazioni di grouchate che gli annali ricorderanno”. All'epoca era recentissimo il primo passaggio televisivo in Italia del geniale serial di David Lynch. Inevitabile che Sclavi lo omaggiasse, a modo suo ovviamente, prendendo in prestito anche alcuni personaggi (Kati è fisicamente la sosia di Laura Palmer) ed affiancandoli ad alcuni creati per l’occasione. Groucho mattatore, anche nei siparietti con Jenkins, ma lo humour si potrebbe davvero definire corale in questo caso. L’inossidabile duo M&G è ancora autore di una buona prova, nonostante si cominci a notare una minor cura per i dettagli rispetto agli albi precedenti. Le copertine di Stano tradiscono un concept stile Villa, soprattutto quella del n. 64 con Dylan che torna ad impugnare la pistola. Colori un filo troppo scuri.

Curiosità: (1)Scopriamo che Jenkins è celibe, se mai ci fossero dubbi. Tuttavia nella saga del “Pianeta dei morti” avremo una sorpresa. (2) La “Vetrina di Dylan Dog” sull’inedito annunciava, in ritardo, il debutto in cartoleria della linea “Auguri Mondadori” dedicata all’indagatore dell’incubo, associata ad articoli per la scuola e gadget di ogni genere. Inoltre, anzi soprattutto, venivano presentati i “Tarocchi” (non ancora definiti “dell’incubo”), dipinti da Angelo Stano con filastrocche di Tiziano Sclavi. (3)In apertura del #64 Groucho rimpiange le battute sulla Thatcher (negli albi precedenti non se ne era risparmiate). La “Lady di ferro” si era infatti dimessa dal ruolo di primo ministro britannico nel novembre del 1990. (4)Sempre dal #64 apprendiamo che il famoso tesserino di Scotland Yard, mai restituito da Dylan dopo aver abbandonato il corpo di polizia, è scaduto otto anni prima dei fatti narrati in questa storia (pag. 44) e che, prima di diventare vegetariano, il nostro era ghiotto di salumi (pag. 64). (5) A pag. 71 (ancora #64) il sergente Jones cita il film Tom Sawyer. Non viene però chiarito a quale adattamento del romanzo di Mark Twain si riferisca.

BODYCOUNT: 4

TIMBRATURA: No

CITAZIONE: “Non so se dirti benvenuto o malvenuto a Ramblyn.. Dylan Dog!”

VOTO: 8

Soggetto: Sclavi (59)

Sceneggiatura: Sclavi (55)

Disegni: Montanari & Grassani (18)

3 commenti:

  1. A me l'attesa consumò per quattro anni: comprai la prima parte nel 1997, ma non era appena uscito, era uno di quegli albi arretrati che all'epoca le edicole vendevano col bollino di sovrapprezzo. Quando l'ho letto e ho scoperto che era monco, sono tornato in edicola a vedere se c'era la seconda parte, ma nisba. Solo nel 2001 riuscii a trovare il seguito!

    RispondiElimina
  2. Abbastanza, perché era il mio albo preferito da ragazzino, però l'ho riletto prima di leggere la secona parte!

    La cosa orribile era avere la prima parte in ristampa e la seconda parte in book, tant'è che dopo qualche anno ne comprai altri due: ora tengo le due ristampe a casa e i due book a casa di mio nonno in montagna, dove vado a fare le vacanze! Tra l'altro il 64 book ha un errore: ha diverse pagine ripetute... non so se valga qualcosa!!!

    RispondiElimina