Non avete personalità? Vi
sentite degli zero al cubo? In tram vi pestano i piedi senza chiedervi scusa? È
il momento di dire basta, di ribellarsi, di afferrare le redini della propria
esistenza! Il professor Emerick Boyle ha scoperto un rimedio in grado di
trasformare un Signor Nessuno in un Mister Qualcuno: con la Disempatia,
chiunque può liberare la propria aggressività e Emerick Boyle sa trovare la
chiave giusta. Ma c'è un piccolo problema: alcuni seguaci della Disempatia
hanno forse tirato fuori troppa grinta, perciò, all'Indagatore dell'Incubo non
rimane che frequentare il corso di Boyle per scoprire che cosa può accadere
quando un uomo decide di seguire la Legge della Giungla....
All'uscita incomprensibilmente la
snobbai, un po' perché ero già in febbrile attesa del #200, un po' perché in
maniera del tutto frettolosa e superficiale bollai la storia esotica di Mazua
come troppo simile a quella di Ananga: anche in quel caso c'era in ballo
un'antica divinità amazzonica (ma qui nessuna menzione a Jerry Drake detto “Mister
No”) e anche lì c'era una ragazza sospettata di essere responsabile di
omicidio. Ma le storie prendono strade diverse: a Medda (forse vagamente
ispirato da Fight Club di Fincher) interessa più concentrarsi sui
progressivi cambiamenti comportamentali di Dylan che rappresentano il vero
punto di forza di questa doppia. Le improvvise esplosioni di violenza del
nostro e il suo mutato atteggiamento nei confronti di Groucho funzionano
talmente bene da rendere quasi un corollario il resto (comunque ottimamente
sceneggiato). Dylan si ferma ad un soffio da un tentato stupro e rischia di investire
volontariamente una donna con il maggiolone in due sequenze consecutive
emotivamente molto forti e angoscianti. Il nostro riuscirà a venirne fuori
grazie alla sua forza di volontà e all’empatia che l’ha sempre contraddistinto durante
uno scontro a mani nude la cui drammaticità è smorzata dalla citazione di un
celebre sketch di Totò (è lui il comico italiano che parla di “Pasquale” cui si
riferisce Groucho). La distribuzione della storia in due albi è forse un po’
disarmonica: il n. 199 ospita un lungo flashback ma anche tutti i colpi di
scena e i momenti più tesi mentre il n. 198 ha più una funzione preparatoria.
Se la si legge tutta d’un fiato non vi sono però particolari problemi. Un tocco
sclaviano è dato dalla presenza dell’ennesimo impiegato vessato (notevole la sequenza
di “rimpicciolimento” di pag. 11) che reagirà a colpi di coltello. Unica nota
stonata è il finale che appare un po' forzato e quasi ironico nel suo scopo
punitivo nei confronti dell’antipatico guru, tanto da risultare quasi avulso
dall'atmosfera tesa delle precedenti centinaia di pagine. Freghieri è sempre di
fretta ma Medda lo mette in condizione di performare comunque, ricorrendo
spesso alla tecnica della scansione della scena in tre vignette consecutive e
chiamandolo a disegnare primi piani. Non memorabile la sua prova, ma nemmeno
scadente. Delle due copertine di Stano preferisco come concept quello del n.
198 e come esecuzione quella del n. 199.
Curiosità: (1) A pag. 28 del n.
198 Dylan legge Io Uccido di Giorgio Faletti, anche se la versione
inglese (intitolata appunto I kill come sul libro letto dal nostro)
uscirà solo nel 2008. (2)Il titolo del 2° capitoletto interno del n. 198, Il
ruggito del coniglio, è lo stesso di una celebre trasmissione radiofonica
condotta da Antonello Dose e Marco Presta in onda su Radio Due dal 1995 ad oggi.
Omaggio di Medda o semplice coincidenza? (3)A pag. 79 del n. 198, la canzone accennata
dal malcapitato artista di strada a cui Dylan rompe la chitarra è “Mrs. Robinson”
di Simon & Garfunkel. (4) A pag. 84 del n. 198 ritorna la giornalista Eleanor
Riggs “timbrata” da Dylan nel n. 154 Il battito del tempo. Anche in quest’occasione
la sua sarà poco più che una comparsata. (5) A pag. 36 del n. 199 compare una
locandina in lingua spagnola di Il Presagio (The Omen, 1976) di
Richard Donner. Anche in questo caso il titolo “El presagio” è una libera traduzione
di Medda dal momento che in Brasile (ove il flashback dovrebbe essere ambientato)
il film fu distribuito con il titolo “A Profecia”. (6) L’espressione latina “Homo
Homini Lupus” (letteralmente “l’uomo è un lupo per l’uomo”) utilizzata come titolo
del n. 199 è da attribuirsi al commediografo Plauto.
BODYCOUNT: 15
TIMBRATURA: No
CITAZIONE: “Come esiste l’odio,
esiste anche l’amore… come esiste la violenza, esiste la pietà…”
VOTO: 7,5
Soggetto: Medda (9-10)
Sceneggiatura: Medda (9-10)
Disegni: Freghieri (36-37)
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