lunedì 9 ottobre 2023

Dylan Dog #133-134 - Ananga! / L'urlo del giaguaro

È davvero il potente Dio Giaguaro a infestare il corpo della bella Juma? Dalla foresta amazzonica giunge l'eco di riti perduti e di antiche maledizioni… Un demonio dalle lunghe zanne si è spinto fin nel cuore della città! Dylan chiede consiglio a Martin Mystère, cerca risposte nelle avventure di Mister No, ma la carneficina continua. Nelle strade di Londra, ancora una volta risuona…l'urlo del giaguaro!

Dopo la parentesi manfrediana dei nn. 110 e 111, il formato della storia spalmata su due albi torna (per l’ultima volta) tra le mani di Sclavi, come fu per le prime mitiche due. Commentando il n. 127, ho parlato della sequelite che caratterizzò il 1997 dylaniato. A ben vedere anche questa storia può essere definita un ideale seguito, non di un’avventura di Dylan Dog, però, ma di un altro personaggio bonelliano, Mister No. Avventura divisa in tre albi usciti tra il 1982 e il 1983, uno dei quali intitolato proprio Ananga! (con tanto di punto esclamativo) e scritta dallo stesso Sclavi con i disegni di Fabio Civitelli, il cui stile Freghieri omaggia nel lungo flashback riassuntivo. E proprio in virtù di questo flashback che fa da prequel e della comparsata di Martin Mystère (insieme a Java), si può dire che il binomio Ananga!/L’urlo del giaguaro rappresenti anche una sorta di ibrido tra un crossover e un team-up tra Dylan Dog, Mister No e il detective dell’impossibile. Vengano peraltro citati anche alcuni dei precedenti incontri tra questi eroi bonelliani: La fine del Mondo (team-up DD&MM) e Fuga da Skynet (team-up MM&Mister No).  Non mancano le citazioni “interne”, ovvero a precedenti storie dylaniate: Serial Killer (Gigante n. 5), Fratelli di un altro tempo e Il sogno della tigre, che quella a vantare le maggiori similitudini e affinità con Ananga!: entrambe traggono spunto, tra l’altro, da Il bacio della pantera (Cat People, 1942) di Jacques Torneau, la cui locandina è omaggiata a pag. 44 (prima parte).

Al di là di questi importanti rimandi, ci troviamo di fronte a una storia di ampio respiro che ha nei disegni di Freghieri il vero punto di forza. Il buon Giovanni realizza un lavoro eccellente, districandosi abilmente tra acrobazie circensi, frequenti momenti onirici, animali esotici e l'indimenticabile Yuma, probabilmente la donna più sensuale che abbia preso vita dalle sue matite. Dal canto suo Sclavi scrive una sceneggiatura aritmica, con una prima parte imbottita di flashback, ma più affascinante, e una seconda più lineare, in cui le scene oniriche servono ad offuscare quello che, spogliato da ogni orpello, resterebbe un giallo classico; trama gialla a cui però Sclavi non crede probabilmente fino in fondo. Tralasciando l’ironia che è Jenkins a trovare il comun denominatore tra le vittime, diversi sono infatti gli interrogativi lasciati in sospeso a favore dell'elemento soprannaturale. SEGUONO PESANTI SPOILER.

Perché uccidere Yuma? E il suo zoo, tutto un sogno di Dylan (d’altronde anche nel finale forse viaggia fino in Brasile o forse no)? Dove ha imparato l'assassino a fare quelle evoluzioni se prima faceva il clown?

FINE DEI PESANTI SPOILER

Non ci viene purtroppo risparmiata la tirata moralista su circhi, animali e zoo che è veicolata in modo un tantino banale rispetto agli standard cui ci aveva abituato Sclavi. Dylan afferma qui di non avere né computer, né fax e di non sapere bene cos’è internet, e che la tecnologia lo spaventa. In precedenza aveva mostrato ritrosia nei confronti di PC, cellulari e affini ma mai con una simile veemenza. Forse è da questi due numeri della regolare che emerge davvero tutta la sua refrattarietà agli strumenti tecnologici, che si porterà dietro per decenni (escluse alcune eccezioni di cui avremo forse modo di parlare).

Nel Club dell’orrore del n. 133 (inedito), questa viene definita la “storia di Dylan Dog più tradizionalmente bonelliana finora pubblicata”. Delle prime 4 "doppie" però è quella che meno ho gradito, anche se rimane una lettura assolutamente gradevole. Ricordo sempre con piacere l'indovinello di Merlin. Delle due copertine preferisco la seconda, quella de L’urlo del Giaguaro. Chissà se Stano ha preso ispirazione dal cartoon dell’Uomo Tigre

Curiosità: (1) Per la prima volta viene rivelato il nome di battesimo di Jenkins, Abel, successivamente mai più accennato per oltre 25 anni. Nel n. 340, Benvenuti a Wickeford, per una clamorosa dimenticanza della redazione, verrà invece chiamato Cedric. L’errore verrà poi sistemato mantenendo entrambi i nomi, Abel come primo e Cedric come secondo. (2) Nella prima parte della storia, il mago Merlin afferma in pubblico di percepire la presenza dell’assassino in una scena che ricorda quella della sensitiva tedesca in Profondo Rosso di Argento. (3) A pag. 53 del n. 133, abbiamo di nuovo l’occasione di sbirciare tra alcuni dei volumi che compongono la vasta biblioteca dylaniata. Oltra all’enciclopedia dell’amico Martin, spicca, tra gli altri, l’immancabile Stephen King con il suo Miglio Verde, che di lì a poco avrebbe ispirato un altro albo di Dylan Dog, il n. 138 Cattivi Pensieri.

BODYCOUNT: 5

TIMBRATURA: Sì (1, Juma)

CITAZIONE: “Forse anch’io, senza saperlo, imbroglio le persone, pretendendo di poter indagare nei loro incubi… quando invece non riesco a capire neanche i miei…”

VOTO: 7

Soggetto: Sclavi (104)

Sceneggiatura: Sclavi (109)

Disegni: Freghieri (19)

1 commento:

  1. In linea di massima, concordo con te: tra le prime quattro storie doppie, è quella che amo meno. Da ragazzino, addirittura, la ritenevo una delle peggiori storie di "Dylan Dog": con l'avanzare degli anni l'ho rivalutata un po' e mi accodo al tuo 7. Nella sua totale strampalatezza, la copertina che mi ha colpito maggiormente è quella di Roi per la "Grande ristampa".

    Mi piacerebbe recuperare la storia originale di "Mister No": il problema è che su quella testata le storie erano spezzettate in più albi e io aborro possedere storie monche. Quindi non posso comprare solo gli albi n. 90-91-92, perché sì avrei "Ananga" completa, ma nel n. 90 avrei l'epilogo di un'altra storia e nel n. 92 l'inizio di un'altra ancora. Quindi, per possedere delle storie complete, dovrei comprare in blocco gli albi dal n. 68 al n. 96 :(.

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