sabato 28 ottobre 2023

Maxi Dylan Dog n. 1 - La vendetta del tempo

 

Fermare le lancette… Una fantasia che possiamo vivere per allontanare l'incubo della morte. Ma se proprio non è possibile arrestarlo del tutto, perché non dilatarlo un poco? Il dottor Okenower pensa di poterlo fare, per dominare le angoscie dei suoi pazienti vuole sfidare il grande carnefice: il tempo stesso. Ma il suo flusso non può essere arginato, perché il tempo è un oceano inarrestabile, un crudele signore pronto a rivendicare i suoi diritti!

Eccola qui la storia più derivativa, più sgangherata ma anche più maledettamente divertente di questo primo Maxi.  Un autentico spasso fatto di splatter (come non si vedeva da anni), deliri e allucinazioni a go-go come solo Chiaverotti sapeva scrivere. Il buon Claudio per la trama si ispira in primis a sé stesso, anche dichiaratamente con il rimando a La clessidra di pietra, albo molto affine a livello di tematiche a questo. Ci vedo anche qualcosa di Notte senza fine, sarà per la parata dei “lemming” (ma non sono roditori i lemming?) e delle altre strambe allucinazioni in giro per Londra. E pure qui, se vogliamo, c'è un Uomo che vende il tempo, come nel n. 132. Ma ci sono tanti altri richiami a storie del passato, anche a livello di disegni, che strizzano di continuo l’occhio ai lettori di vecchia data: la rivelazione della strega in stile Le notti della luna piena (pag. 280, 84° tavola), il mostrone tentacolare cingolato fatto a immagine e somiglianza di quello che vantava le fattezze di Martin Mistere, apparso nel secondo DD&MM La fine del mondo (pag. 256, 60° tavola), Dylan alle prese con una modella/attrice gigante come in un episodio di Labirinti di paura, gli zombi che irrompono alla festa tipo Uccisori (pag. 226, 30° tavola e successive), il Baphomet visto nel già citato n. 58, (pagg. 274-275, 78° e 79° tavola) assieme ad altri mostri dall’aspetto familiare, la Morte (pag. 242, 46° tavola), una statua simil La donna urlante (pag. 248, 52° tavola) anche se l’albo n. 164 sarebbe uscito solo due anni dopo e quindi la mia è forse solo una strana associazione mentale. E chissà quanti altri ne dimentico o mi sono sfuggiti. Peccato per la soluzione finale, davvero molto deludente. Gran chicca invece Dylan che becca il due di picche dalla titolare del centro estetico; il nostro ha comunque modo di consolarsi con Astrid, la bella assistente del professor Okenower. In una storia di questo genere ovviamente Montanari & Grassani ci sguazzano. Strepitosa la scena degli occhi-ragno, affascinante e psichedelica quella della scala a chiocciola carnivora, sorprendente la tridimensionalità del piccone del lemming in procinto di aggredire Bloch che scavalca addirittura la vignetta in cui è disegnato, incombendo su quella successiva. Gore a manetta, mostri, uccisioni (elevatissimo il bodycount) e assurdità varie si susseguono senza soluzione di continuità, con M&G che ci trascinano prepotentemente nel passato della serie con il loro tratto “familiare”, replicandosi e omaggiandosi.

La sensazione di dejà vù è persistente, tutto già visto o quasi, ma... qui lo dico e qui lo nego, anche se oggettivamente quella di Manfredi è migliore, questa è la storia che mi è piaciuta più di questo primo Maxi. Un divertito e divertente omaggio ai primi 100 numeri, parzialmente compromesso dal finale.

Curiosità: (1) La farfalla a pag. 236 (40° tavola) è assai simile, ma non identica, all’acherontia atropos (o sfinge testa di morto) resa famoso da Il silenzio degli innocenti. (2) Nella storia compare un personaggio di nome Dexter che ha un laboratorio... difficile non pensare sia una citazione indiretta alla serie animata Il laboratorio di Dexter, trasmessa anche in Italia a partire dal 1997.

BODYCOUNT: 16

TIMBRATURA: Sì (1, Astrid)

CITAZIONE: “L’illusione di ingannare il tempo della vita… nasconde un orrore senza fine…”

VOTO: 7,5

Soggetto: Chiaverotti (48)

Sceneggiatura: Chiaverotti (49)

Disegni: Montanari & Grassani (29)

4 commenti:

  1. Non la ricordo molto, se non che era un delirio: nel mio archivio ho scritto che la scena meglio riuscita è quella del ragazzo che deve sostenere l’esame di maturità, ma sinceramente ora non la rammento. Alla Bonelli devono pensarla come te, visto che è l’unica storia del primo maxi ad aver avuto l’onore di una ristampa sul “Super book”!

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    1. Ti consiglio di rileggerla. Ne vale la pena.

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    2. Ma in realtà non è tanto che l'ho riletta: stando al mio archivio, il 7 maggio 2021. Solo che la mia memoria, oramai, è diventata un po' selettiva nello scegliere le cose da ricordare: proprio per questo, l'archivio mi torna utile 😊.

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    3. Mi è venuta in mente un'altra cosa che poi è evidente fin dal titolo. Anche qui c'è un Uomo che vende il tempo, come nel n. 132. Ho sistemato la scheda.

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