sabato 21 ottobre 2023

Dylan Dog #139 - Hook l'implacabile

 

Cameron Garko, ovvero Hook, l'Uncino. Tutti sanno che è morto, l'hanno visto frantumarsi in una nube di fuoco, hanno recuperato il suo corpo... Ma l'assassino è tornato! Quale strada ha seguito la sua anima di tenebra per tornare fin qui? La risposta è chiusa nella mente di un giovane senza voce e nella leggenda di una "vite magica"!

Per il secondo albo consecutivo della serie regolare è Stephen King la fonte di ispirazione dello sceneggiatore di turno. Ruju in questo caso vuole omaggiare dichiaratamente Christine - La macchina infernale (anche se qui la vettura oltre che posseduta è assemblata pezzo per pezzo in stile Frankenstein) all'inizio e alla fine il gioco funziona. Peccato che tutto quello che ci sta in mezzo sembri quasi giustapposto a forza, come se si trattasse di una sceneggiatura diversa pensata per un altro albo (o addirittura un altro personaggio), mettendo in serio dubbio la legittimità stessa del titolo e non basta certo una contrazione post-mortem a tenere legato il tutto. Tra l'altro l'idea degli amanti (anche se qui a pagamento) morti ammazzati post coito non è manco nuova nella serie, vedasi il ben più riuscito I delitti della mantide. Però alcune cose funzionano, in certi casi anche molto bene come il funambolico e adrenalinico inseguimento iniziale che quasi da solo vale le 3.500 lire (già nel 1998 c’erano ancora le lire!) dell'albo. Il personaggio di Hook poi è davvero carismatico, a differenza degli altri criminali che compaiono nella storia piuttosto stereotipati. Il suo primo piano “buca” la copertina di Stano; peccato averlo bruciato, letteralmente, così presto. Mi sono sempre chiesto però come facesse a guidare con un uncino al posto di una mano. Almeno avrebbe potuto comprarsi un’auto con il cambio automatico! Ruju sforna l’ennesima riuscita personificazione della Morte, stavolta in tenuta da “jettatore” e pure al volante di una Lamborghini Diablo! Niente male l'incubo di Dylan a pag. 70 che strizza l’occhio al film Boxing Helena (1993) di Jennifer Lynch. C’è  anche un tentativo di reintrodurre elementi tipici degli albi pre-100, come la filastrocca o Dylan che va (o almeno tenta di andare) al cinema a vedere un horror, ovviamente la trasposizione cinematografica del romanzo di King, a firma del grande John Carpenter (cfr. pag. 62). Però non c’è tutto lo splatter che sembrerebbe esserci a una prima lettura (forse la scena dell’occhio); se questa storia fosse uscita cinque o sei anni prima immagino avrebbe avuto il semaforo verde per investimenti più truculenti. Le potenziali tematiche sociali (immigrazione e prostituzione) invece non vengono neanche abbozzate. At last but not least, c’è da segnalare il brillante esordio ai disegni di Maurizio Di Vincenzo, uno dei miei artisti dylaniati preferiti che avevo già avuto modo di apprezzare in precedenza sulle pagine dell’allora ormai defunto ESP, collaborando con Michelangelo La Neve, sceneggiatore di due albi della serie regolare di Dylan Dog (n. 99 e n. 104) e di un’”ergastolana” mai pubblicata. Di Vincenzo era comunque già attivo nel mondo del fumetto da almeno dieci anni prima di approdare a ESP, disegnando, tra i tanti, anche per "Skorpio", "Lanciostory" e "Intrepido".

Storia non così deplorevole come sovente viene dipinta, ma certo tutt'altro che riuscita. Idee confuse, ma tutto sommato, in uno slancio di generosità, gli assegno la sufficienza.

Curiosità: (1) Hook ascolta la Carmen durante le sue incursioni automobilistiche omicide. (2) Ruju avrà pensato a Capitan Uncino come pirata anche della strada? (3) Il personaggio ritratto da Di Vincenzo nella prima vignetta a pag. 64 è ispirato nelle fattezze a Greg (Pasquale Gregori), fumettista e frontman del gruppo rock demenziale Latte & i suoi derivati, divenuto poi volto noto anche della TV insieme all'amico Pasquale Petrolo in arte Lillo (anche lui membro del gruppo) con cui forma il duo comico "Lillo&Greg".

BODYCOUNT: 11

TIMBRATURA: Sì (1, Sonia)

CITAZIONE: “Questa è la ballata delle notti bianche, delle strade bagnate, delle anime stanche… Ballata di sogni, di fari abbaglianti, di incontri casuali e di amori distanti… Non è un poema e non è una canzone, fruga nel cuore di certe persone…”

VOTO: 6

Soggetto: Ruju (10)

Sceneggiatura: Ruju (10)

Disegni: Di Vincenzo (1)

7 commenti:

  1. Mi è piaciuta molto anche questa storia, soprattutto perché ha degli splendidi personaggi. Di Vincenzo sublime.

    P. s. Sono andato in un sito con un calcolatore dell'inflazione, ho inserito le 3.500 lire nel 1998 e ho guardato quanto dovrebbe costare oggi lo stesso prodotto: è uscito 5.384 lire, quindi 2.78 euri. Poi qualcuno si chiede perché le vendite di fumetti siano crollate: e non diano la colpa alla tv e ai videogiochi, perché già c'erano nel 1998!

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    1. Devi comunque considerare anche l'aumento del costo della carta nella tua disamina.

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    2. L'ho considerato, ma non capisco perché "Diabolik" (che è un po' più piccolo, ma ha 120 pagine) costi 3.00 euri e "Topolino" (164 pagine a colori) costi 3.50: sembra che gli aumenti della carta influiscano solo sui fumetti Bonelli 🤣 !

      Nel 1997, sia "Topolino" sia i Bonelli costavano 3000 lire. Nel 1998, "Topolino" costava 3200 lire e i Bonelli 3500. Adesso un Bonelli costa il 40% in più di "Topolino" 🤔 .

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    3. Sono anni che non acquisto Topolino. Ci sono ancora le pubblicità?

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    4. Il più recente che ho è del dicembre 2019: c'è poca pubblicità e tutta interna, riguardante prodotti Disney (Disney +, le tazze di Frozen) o prodotti Panini (l'album dei calciatori). Devo dire che la carta è più leggerina rispetto a quella usata dalla Bonelli, però sono 164 pagine a colori, di cui 120 di fumetti inediti.

      La cosa più interessante di "Topolino" è che l'abbonamento annuale costa 104 euri, quindi 2 euri a copia. Per vendere in edicola sei costretto a stampare il doppio delle copie che effettivamente vendi e quindi il compratore deve pagare anche i costi della copia che poi va al macero, mentre se ti abboni non serve stampare il doppio delle copie e quindi paghi solo la tua. Mi chiedo se non sia il caso che anche la Bonelli pensi agli abbonamenti: anche a me dispiace togliere lavoro alle edicole, ma tanto sono destinate a chiudere comunque. Puoi decidere se affondare assieme a loro o salire sulla scialuppa di salvataggio. Se la Bonelli facesse abbonamenti a 2.50 euri a copia, io a qualcosa mi abbonerei, e probabilmente non solo a “Dylan Dog”.

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    5. Tempo fa Davide Bonelli aveva invitato i lettori a servirsi sempre presso le stesse edicole per ottimizzare il più possibile la distribuzione. Il futuro per come la vedo io è il digitale, aggiungo purtroppo. Ma per contenere i costi vedo poche altre alternative. La stampa su carta si continuerà a fare per gli irriducibili collezionisti ma non più in edicola.

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    6. Per me sarebbe un supplizio: sto leggendo la “Bibbia” in digitale (perché la voglio leggere nella traduzione del 1974, mentre nelle librerie si trova solo quella del 2008), ma non vado oltre i 15 minuti di lettura al giorno (e nemmeno tutti i giorni). Basti dire che ho iniziato a gennaio e sono ancora all’Antico Testamento. Qualche tempo fa ho letto in digitale “Dellamorte Dellamore” e ci ho impiegato dieci giorni: lo avessi avuto in cartaceo, ci avrei impiegato non più di due giorni.

      Se il futuro è digitale, credo che non leggerò più nulla di nuovo, limitandomi a rileggere libri e fumetti che già possiedo, o al massimo a fare qualche incursione su Ebay per comprare volumi usati. Il digitale va bene per i giornali e per i blog come il tuo, dove trovi articoli che leggi in un minuto. Ma leggere per un’ora di fila sul computer o sul telefonino non ce la faccio.

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