martedì 3 ottobre 2023

Dylan Dog #132 - L'uomo che vende il tempo

 

Un minuto, un'ora, dieci anni Quanto te ne rimane e quanto te ne puoi permettere? Fai bene i tuoi conti, perché il tempo è un bene prezioso, anzi costoso! Lo sa bene il ripugnante Mastro Hora, spacciatore dell'unica droga che prolunga la vita. Dylan Dog deve correre alla massima velocità verso la soluzione del caso, perché anche per lui le lancette si avvicinano alla meta finale...

Mai piaciuto granchè. Di questa storia mi rimane impressa sempre la scena in cui il disgustoso Mastro Hora va a letto con la povera Sabrina.

Ormai è evidente che quest’ultima rilettura mi ha reso più buonista e aperto anche nei confronti di albi, come questo, che in precedenza non mi avevano detto granché. Persino i disegni di Cossu mi paiono più digeribili, ma senza esagerare eh! Partiamo proprio da questi. Qualcuno ritiene questa la miglior prova dylaniata del Conte Ugolino, io non concordo: Ombre è spanne sopra. Però ci sono delle vignette di indubbio valore, a partire dal bel prologo con il mondo di Donald Evans che si “consuma”, soprattutto quelle in cui i quadranti degli orologi vengono declinati in diversi modi: il cuore-orologio a pag. 24, la Morte a pag. 33, la citazione di Dalì a pag. 59 (“La persistenza della memoria”, già protagonista di altro albo firmato Chiaverotti, La Clessidra di Pietra) e l’occhio di Dylan che si rompe a pag. 83. Ma è con Mastro Hora che si supera, disegnando un personaggio dalla personalità magnetica (esagerando un po’ con lo scintillio nel suo sguardo) che trasuda la sua meschinità da tutti i pori. Rimangono lì però anche tutti i suoi difetti tipici: le espressioni di stupore dei personaggi che tendono al ridicolo, le sproporzioni corpo-testa, la credibilità delle figure umane all’interno degli spazi in cui si trovano (Brian Scofield a pag.19 sembra fluttuare sul pavimento invece di esserci sdraiato sopra). Passando ai testi, è evidente che sotto la parvenza del tema del tempo che scorre inesorabile, l’albo vuole rappresentare palesemente una metafora dell'usura: come strozzini, in tutto e per tutto, si comportano, infatti, il buon Mastro e gentile signora, forti del motto "il tempo è denaro". Il sordido complotto del diabolico duo normalizza la storia, spogliandola di quell'aura soprannaturale che sembrava predominante e che serviva a dare importanza ai presunti poteri ipnotico/persuasivi di Hora, in realtà simboleggianti il predominio che gli usurai sono in grado di esercitare sulle vite delle proprie vittime. Perfettamente esemplare di questa influenza è la tragica vicenda della povera Sabrina, costretta ad andare a letto con il disgustoso Mastro Hora (ancora un panzone con una bella ragazza per Chiaverotti, dopo Feste di Sangue e Paura di vivere) per poi suicidarsi dopo l’orribile violenza. Una sequenza durissima, decisamente poco politically correct, cui non segue consolazione visto che anche il malcapitato fidanzato prima uccide un innocente e poi muore investito da un’auto. La copertina di Stano, con il Dylan ferito appoggiato all’orologio, mi ha sempre ricordato qualcosa, ma… non ho ancora capito cosa!

Curiosità: (1) Il personaggio di Mastro Hora è ispirato a Mastro Secundus Minutus Hora, uno dei protagonisti del romanzo Momo, di Michael Ende. (2) Dopo Groucho in Zed, stavolta tocca a Bloch prestare dei soldi a Dylan. (3) A pag. 61, Groucho nomina il padrone di casa, dicendo che è un uomo, probabilmente riferendosi ancora Julius Crabb, il direttore del Grand Guignol (vedasi n. 31). (4) Sulla Post (inedito) ampio spazio all’uscita in edicola di Napoleone, la serie bimestrale creata dal dylalndoghiano Carlo Ambrosini, che personalmente ho adorato.

BODYCOUNT: 6

TIMBRATURA: Sì (1, Rosalind)

CITAZIONE: “Gli orologi scandiscono il tempo della vita… i battiti del cuore… anzi sono loro stessi dei cuori… i cuori del tempo…

VOTO: 7,5

Soggetto: Chiaverotti (47)

Sceneggiatura: Chiaverotti (48)

Disegni: Cossu (7)

2 commenti:

  1. 7.5 per un albo che non ti ha mai detto granché è un buon voto :) .

    A me, invece, questa storia è sempre piaciuta tantissimo e la raffigurazione cossuiana (cossiana? ugoliniana? cossuttiana?) di Mastro Hora è veramente memorabile.

    La copertina a me ricorda "Dopo mezzanotte".

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    1. Beh Dopo Mezzanotte è un tantino scontato. Ma solo per l'orologio.

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